La malattia è invisibile ma i dolori sono reali. Per questo è importante parlare di endometriosi, nella giornata dedicata, e non solo. Con un messaggio importante: non sei sola.

La Giornata Mondiale dell’Endometriosi per raccontare una malattia cronica
L’endometriosi è una patologia cronica che colpisce le donne in età fertile. Consiste nella presenza dell’endometrio, il tessuto che riveste internamente l’utero, in sedi anomale. Secondo le statistiche, ne è affetto il 10 per cento delle donne; in Italia sono circa tre milioni.
Esistono diversi stadi: gli avanzati (III e IV) sono inseriti nell’elenco della malattie croniche e invalidanti. Negli anni sono stati fatti dei passi avanti a livello di diagnostica, ma restano diverse criticità.
Non è solo ciclo
L’endometriosi si manifesta attraverso dolori pelvici molto intensi, spesso confusi con quelli legati al ciclo. Per questa ragione i sintomi sono spesso sottovalutati e la diagnosi arriva con alcuni anni di ritardo e solo dopo diversi esami specialistici. Per le malate può diventare un calvario lungo, a volte difficile da sostenere.

La storia di Laura
Laura è un nome fittizio che veicola una storia vera. Fin dalle prime mestruazioni, a 11 anni, Laura ha dolori così intensi che la costringono, ogni mese, a saltare almeno un giorno di scuola. Le fitte sono accompagnate da episodi di vomito e di spossatezza.
Le cure prescritte dai medici sembrano risolvere solo in parte il problema: gli analgesici non bastano, senza contare che i dolori sono collegati a una forma di colite che ricorre al di fuori del ciclo. Le viene prescritto un regime alimentare mirato che però non risolve il problema. Gli anni passano, Laura matura dal punto di vista sessuale con qualche miglioramento.
Un giorno, però, non sostiene più i rapporti sessuali: le fitte sono insostenibili. Inizia un nuovo giro tra visite specialistiche che non pervengono a una diagnosi precisa. Laura non molla e il ginecologo le prescrive un’ecografia transvaginale, da cui emerge una sospetta cisti ovarica da operare in urgenza.
Laura viene sottoposta a un intervento in laparoscopia e poche settimane dopo scopre di avere l’endometriosi. Ha 26 anni e dalla prima mestruazione ne sono passati quindici. La diagnosi è arrivata dopo tanto tempo. Oggi, a 41 anni, convive con la malattia che, per fortuna, non si è evoluta a stadi successivi. La donna cerca di parlarne appena può, per mantenere l’attenzione sul problema.

La testimonianza delle star: farsi sentire nella Giornata Mondiale dell’Endometriosi
Negli ultimi anni la battaglia contro la malattia è progredita grazie alle dive che si sono esposte. Giorgia Soleri, la fidanzata di Damiano dei Maneskin, ha dato una scossa importante al tema, pubblicando le foto con le cicatrici dell’intervento.
Vip come Nancy Brilli, Laura Torrisi e Guenda Goria hanno confermato di esserne affette, portando la loro preziosa e delicata testimonianza. E nella Giornata Mondiale dell’Endometriosi, se ne parla con forza e a testa alta.
Non sei sola
Le cause dell’endometriosi non sono ancora chiare e la cura definitiva non esiste, al momento. Laura, ad esempio, assume la pillola anticoncezionale per evitare il recidivo, come avviene in questo caso. Esistono terapie specifiche per l’endometriosi negli stadi avanzati, ma resta ancora un punto interrogativo.
Per questa ragione, negli anni si sono moltiplicati i messaggi solidali per sensibilizzare sul tema. “Non sei sola” è la frase che meglio riassume la condizione di chi ha l’endometriosi. A volte le pazienti si sentono sole, alle prese con qualcosa che non si può controllare, né può guarire in modo definitivo. Il dolore si fa sentire, è forte, fortissimo, a volte ti lascia senza fiato e costretta a letto, altre volte si nasconde con un sorriso per non pesare sugli altri e simulare una parvenza di normalità.

Poi arriva una mano tesa e quel sorriso che dà un senso di sollievo nei momenti difficili. Sentirsi meno sole con l’endometriosi è un passo avanti che permette di guardare al futuro con un pizzico di speranza in più. La battaglia continua: bisogna continuare a parlarne.