La serie TV di Daisy Jones & The Six può essere una di quelle opere suddivisibili per contenuti. C’è tutta una prima parte in cui è possibile conoscere il background dei personaggi e comprendere come entrare in empatia con loro: tutti hanno mostri ben radicati nel passato da sconfiggere e la musica è la sola via di fuga.
E poi c’è questa seconda parte della serie incentrata sul viaggio che ognuno di loro intraprende, sia come band sia come singolo individuo. La serie, in questa sezione, presenta dei punti di forza degni di nota: l’utilizzo della musica non è più solamente un tramite all’interno della storia anzi, riesce a evitare nel grande tranello del “videoclip di MTV”, un pericolo che si affacciava in ogni episodio, non appena si sentivano due note.
Daisy Jones and The Six, il ruolo della musica
Le canzoni assurgono alla funzione dei brani nel musical, sono le colonne portanti della narrazione e in un preciso punto diventano addirittura l’espediente per far comprendere come, performance dopo performance, la band cambia nel bene e male.
Daisy Jones and The Six: il recap
Nell’articolo precedente riguardante Daisy Jones and The Six si è parlato dei primi 3 episodi. Adesso è tempo di continuare a seguire la band fino al finale di stagione. Attenzione, pericolo spoiler!
I Saw The Light
Inizia il periodo della fama. I componenti della band cominciano a essere riconosciuti da chi va a comprare i loro vinili nei negozi di articoli musicali, a scegliere i loro pezzi nei jukebox e a sentir passare alla radio i propri pezzi.
Arrivano le prime paghe con cui comprare oggetti inutili, come ad esempio una tavola da surf, o una casa (cosa che fa Billy per la sua Camila) ma, soprattutto, arrivano i primi grandi live e festival. È proprio in queste circostanze che Daisy, da che doveva essere un semplice ospite, un “ft.” accanto al nome della band, tira fuori le unghie e arriva a catturare l’attenzione e la stima di tutto il pubblico dei The Six.
Sale sul palco non seguendo le direttive di Billy. «Ti avevo detto di uscire al quarto pezzo» le dice lui, ma lei sembra non sentirlo, dopo gli dirà «Pensavo ne aveste già suonati tre perché sono tutti uguali». Colpo basso. Daisy si imporrà sulle voci degli altri membri durante le interviste.
La cosa peggiore, per Billy, è che anche i componenti della band reputano la ragazza un possibile valore aggiunto per tutti quanti. La cosa peggiore, per Daisy, è che Teddy Price le propone di entrare a far parte proprio della band con il frontman che riesce a “toccarle le corde sbagliate della chitarra” invece che lanciarla come solista.
La risolutiva Camila riuscirà con una semplice festa a far sì che tutti i tasselli del puzzle si incastrino perfettamente tra di loro, iniziando a far comprendere al pubblico che lei, l’unica dei The Six che non sale sul palco, è colei che ha il controllo della situazione.
Fire
Daisy accetta di far parte della band su invito di Billy durante la festa di Camila, e viene messa in guardia dalla stessa su quali sono le dinamiche all’interno del gruppo: «Siamo una famiglia, Daisy. E una famiglia si prende cura dei suoi membri. Noi ci prenderemo cura di te, tu ti prenderai cura di noi». Patti chiari, amicizie lunghe.
Così iniziano le sessioni di incisione dei pezzi del nuovo album, cosa che già si prospetta essere un’Odissea a partire dai primi istanti: «Ho venti pezzi che vorrei suonarvi» dice Daisy interrompendo il discorso da leader di Billy, il quale risponde: «Noi abbiamo già 13 canzoni per l’album, quindi te le facciamo ascoltare».
Un atteggiamento che non apprezza molto la nuova arrivata che, senza perdere tempo confessa di non essere lì per cantare delle canzoncine che parlano della moglie di Billy. E di nuovo, un colpo basso. A tal proposito anche gli altri membri del gruppo sembrano essere d’accordo sul fatto che “rock’n’roll” non coincida con brani che parlano di amore senza limiti per una donna “angelicata” e da qui scaturiscono – nuovamente – dei nuovi battibecchi fra i due “front” del gruppo che, gentilmente, vengono invitati da Teddy Price a lasciare lo studio di registrazione per schiarirsi le idee.
Nell’intero episodio si assiste a questo “day off” della band, in cui c’è la possibilità di conoscere le dinamiche che, pian piano, si stanno creando: dalla scintilla che scoppia tra Karen e Graham, alla giornata di Billy e Daisy a casa di Teddy Price in cui i due cercano di scavare più a fondo nella vita dell’altro per conoscersi meglio. Sì, esattamente, questo è il punto in cui probabilmente tutti gli spettatori della serie avranno pensato: Ok, sta succedendo qualcosa di strano.
Il ritorno allo studio di registrazione, ovviamente, si rivela essere vincente: la band inizia a incidere quello che sarà il loro grande album di successo e che, con grande probabilità, porterà tutti in tour.
Whatever Gets You Thru the Night
L’alchimia tra Daisy e Billy attira l’attenzione dei media, tra cui quella di Jonah Berg, un giornalista del “Rolling Stone”, il quale comincia – giustamente, vista la sua professione – a sospettare che quella tra i due non sia una semplice “recita”. Sospetto che Billy non smentisce…
Anche ora, riascoltando quell’album, ogni canzone è come un messaggio in codice da Billy a Daisy, da Daisy a Billy.
La dinamica tra i due, effettivamente, è piuttosto ambigua: per ricaricare le batterie, infatti, prendono la macchina e vanno in riva all’oceano ed è qui che “tirano fuori tutto”: Daisy confessa che non si piaceva molto da piccola e per questo motivo ha deciso di «diventare un’altra», di rimando Billy le dichiara che «rende tutto migliore».
Anche qui, probabilmente, il pubblico penserà che stia per succedere qualcosa fra i due, ma nulla accade. Guardando in camera, Billy dirà «In quella stanza ho visto solo… tentazione». Chissà se si riferiva al buffet a base di alcol e droghe in secondo piano o a Daisy in primo. La magia che tutti respiravamo davanti a questi ultimi istanti di serie si rompe completamente quando il sopracitato Jonah Berg decide di confessare a Daisy che Billy non prova nulla per lei, e che tutto quanto quello che c’è tra loro è una messinscena.
Quest’ultima decide di intralciare le registrazioni e, di sana pianta, stona il brano da incidere del giorno dopo, cosa che spinge Billy a parlarle. I toni si fanno sempre più forti finché i due non cominciano a urlare (di nuovo) l’uno contro l’altra. Tutto culmina con Daisy che, esplicitamente, fa la sua mossa: «Dimmi che non c’è niente tra noi» gli dice, e poi lei canterà il pezzo. Ed è proprio qui che si rompe tutto: Billy la bacia.
Ricordi il già citato giornalista del “Rolling Stone”? Ebbene, lui il suo lavoro lo ha fatto. Il punto è che le due star hanno dichiarato scottanti dettagli che si erano raccontati in alcuni dei loro momenti privati in cui tutti abbiamo sperato che succedesse qualcosa di romantico.
Il problema è che sono accuse degne di due ragazzini che pur di non dichiarare i propri sentimenti per l’altro, decidono di farsi guerra. Mossa sbagliata, se si è nella stessa squadra.
She’s Gone
Billy cerca Daisy per delle spiegazioni, ma lei ormai è volata via, lontano, tornando alle origini di se stessa e di tutto: in Grecia.
A raggiungerla è Simone, la sua ex-coinquilina, partita per New York per incontrare di nuovo la sua anima gemella, l’eclettica DJ Bernie, ed è grazie a lei che arriva a comprendere due lezioni fondamentali: uno, il suo destino è quello di cantare; due, il mondo non ancora è pronto ad accettare l’omosessualità.
Se da una parte, quindi c’è un’esplosione di voglia di esprimersi, urlare e gioire della vita, dall’altra c’è un forte senso di repressione che – in questo episodio – si riesce a respirare appieno. Daisy chiede a Simone di raggiungerla in Grecia per farle da testimone di nozze. E tra ulivi e case bianche e azzurre ecco Nick Fitzpatrick, un principe (letteralmente) devoto alla stessa Daisy e che, grazie ai vari possedimenti che ha la sua famiglia, non deve fare altro che vivere come eterno studente di vita, godendo dei vari piacere che giornalmente bussano alla sua porta.
Nick non convince totalmente Simone che, spinta dal legame con Daisy, acconsente a fare da testimone di nozze. Ma ovviamente non è tutto oro quello che cola: la tangibile diffidenza che prova Simone nei confronti di Nick rivela la malignità che risiede in quest’ultimo il quale, pur di levarsi dai piedi una donna che vorrebbe far sì che Daisy tornasse alla vita artistica che tanto le si addiceva, fa perno proprio sul fatto che costei sia omosessuale per metterla in cattiva luce.
Infimo, Nick convince sua moglie del fatto che Simone sia ossessionata dall’amore che prova per lei e che vorrebbe ricondurla a casa per gelosia (e, in poche parole, per “sfasciare tutto quello che loro due avevano costruito”). Daisy, personaggio fragile, abbocca alle parole del suo Adone e rispedisce a malo modo la sua amica in America.
A questo punto, dopo che ha ottenuto la piena devozione di Daisy, il piano di Nick è perfetto: «Forse dovresti tornare. Io non permetterò che ti facciano del male» dice mentre prepara i bagagli per la volta di Los Angeles. Se una smorfia di disappunto alla fine della puntata è apparsa sul sul viso, sappi che sei in compagnia.
Looks Like We Made It
Il tour sta per cominciare. Daisy si presenta alle ultime prove prima della partenza e distrugge completamente la setlist che era stata provata a lungo dal gruppo e poi, per concludere in bellezza, presenta il suo maritino alla band che, ovviamente, resta spiazzata.
La guerra tra lei e Billy, che poteva essere terminata (come si dice, il tempo cura le ferite), di fatto non lo è: prima di partire i due si presentano dal loro manager, Rod Rayes, e cominciano a pretendere tour bus separati e stanze di hotel su piani diversi ma comunque, sul palco, sono due calamite che pericolosamente si avvicinano tra di loro.
L’intero episodio si incentra principalmente sull’evoluzione delle dinamiche dei The Six e di Daisy Jones e, a ogni brano che i due front si ritrovano a cantare, a ogni intervista in cui uno cerca di mantenere la calma, mentre l’altra risponde a modo, attaccando l’altro, è facile respirare quella strana tensione lasciata sulla spiaggia, davanti all’oceano, nel sesto episodio.
È qui che entra in gioco un valido espediente: la musica. Il brano The River è la colonna sonora del tracollo di Daisy che continua a far uso smodato di droghe, cosa che la porta a inficiare sempre di più le sue performance: la si vede dapprima barcollare sul palco, fino a svenire e crollare sulla postazione della batteria.
Ma è proprio arrivati a questo punto che si rivela esplicitamente la vera identità del “principe” Nick, che probabilmente voleva solamente approfittare di una fragile rockstar per vivere la vita on the road à la Kerouac. Quando Daisy finisce in overdose, infatti, l’abbandona sul piatto della doccia fra le mani di Billy che implora, piangendo, di non morire.
Feels Like the Fist Time
Dopo essere stata abbandonata da Nick, Daisy intraprende la via del ricovero dalle sue assuefazioni: «Sono quasi morta l’altra notte, c’è mancato tanto così» dice sul palco. «Ma stasera sono viva. E voi siete vivi stasera. Quindi restiamo vivi ancora per un po’ almeno».
Daisy è il fuoco, è tornata. E proprio durante il momento della rivalsa (per loro quella del ’77), che succede qualcosa che manda tutto all’aria: se da una parte il rehab spontaneo di Daisy porta una maggiore sintonia tra il gruppo, i The Six ormai sono una band così pop che non piace altro che ai ragazzini. Mia figlia vuole diventare come te, dice una mamma alla front-lady.
Un progetto che era un po’ lontano dai piani iniziali della band. Il tour continua senza più Nick, cacciato via da Daisy dopo aver appreso della sua fuga dopo l’episodio dell’overdose. La band diventa sempre più popolare, fino ad aggiudicarsi una serata al SNL. Addirittura, a un certo, sembra che il rapporto fra Billy e Daisy sembra migliorare e, come si è imparato negli episodi precedenti, sembra ritornare anche quella sensazione di tensione pericolosa tra di loro.