ChatGpt è il chatbot di OpenAi che impara e genera conversazioni. Ultimamente ha fatto molto parlare di sé, non soltanto per il suo ruolo di sempre maggior interesse all’interno del mondo del lavoro e della creatività, ma anche per i problemi legati alla trasmissione dei dati personali.

ChatGpt: cos’è
Il modello chatbot ChatGpt è un generatore di conversazioni. Inserendo i corretti prompt, al pari della intelligenze artificiali in grado di creare immagini, ChatGpt elabora testi.
I testi di ChatGpt hanno attirato fin da subito attenzione, ma anche polemica. Da chi ne critica la credibilità a chi sostiene che l’intelligenza artificiale ruberà determinati tipi di lavoro, come per esempio quello del copywriter.
In realtà, come ogni strumento tecnologico, la mano dell’uomo gioca un ruolo fondamentale sulla qualità e l’esattezza dei testi scritti. Più problematico invece è il discorso relativo alla sicurezza dei dati personali, problema reale sollevato prima dall’Europol e poi dal Garante italiano per la privacy e che ha portato alla sospensione del servizio in Italia.

Una petizione online per il ripristino di ChatGpt
Change.org ha registrato una petizione per il ripristino di Chat Gpt in Italia. Questa petizione non esclude però l’aggiornamento dei protocolli di privacy da parte di OpenAi, che si è comunque dimostrata collaborativa nei confronti dell’Italia, i cui dubbi sono stati rilevati anche dal Canada e in alcuni Paesi europei.
La natura della petizione online per il ripristino di ChatGpt si inquadra anche in un’ottica di progresso. L’avvento del chatbot rappresenta, di fatto, una svolta epocale che molti paragonano all’avvento di internet. Restare indietro da questo punto di vista potrebbe tradurre un’ostilità di fondo nei confronti dell’innovazione.
A registrare un danno dallo stop di ChatGpt in Italia sono soprattutto imprese e professionisti, preoccupati del divario economico e tecnologico che questa interruzione del servizio potrebbe aprire.