La Sirenetta, il film 2023 della Disney, non perde mai occasione per far parlare di sé. Dopo le polemiche relative al cast, adesso si parla del riadattamento relativo al testo di alcune canzoni.
Insomma, sembra che il film de La Sirenetta con Halle Bailey e Melissa McCarthy non sia partito proprio con il piede giusto. Ecco perché.
La Sirenetta, il film 2023 con il cast più discusso
Si parte dalla questione che riguarda il cast. Nel ruolo di Ariel, la sirenetta per eccellenza, non c’è una bellezza nordica dalla pelle chiara e i capelli rossi ma la bellezza esotica di Halle Bailey, giovane attrice di colore. Indubbio che quelli che hanno più da ridire sono proprio i più affezionati al cartone animato, che si aspettavano dunque una protagonista più aderente al disegno classico, com’è stato per Belle, per dirne una.
Le canzoni riadattate per il film de La Sirenetta
Molti si stanno già strappando i capelli, e forse non hanno tutti i torti. Già con il live action di Mulan lo spettatore ha visto dei cambi radicali della storia narrata nel cartone per adattarsi ad alcuni concetti che dagli anni Ottanta e Novanta a oggi sono diventati delicatissimi argomenti di discussione. Nel film di Aladdin, la principessa Jasmine canta una canzone che nella versione animata non esiste, ma serve per evidenziare il ruolo più consapevole che la principessa ha di sé, la sua emancipazione.
Nel caso de La Sirenetta le canzoni incriminate sono Kiss the girl e Poor unfortunate souls. La prima è relativa al momento della barca, quando Ariel ed Eric sono in gita romantica e il granchio Sebastian cerca di creare l’atmosfera romantica per il bacio che permetterebbe ad Ariel di restare umana, in superficie. Il testo è stato riadattato per non dare l’impressione che il granchietto istighi il principe a dare un bacio alla giovane senza chiederle consenso.
Si può definire poco efficace questo ragionamento? Assolutamente sì.
Eric è il primo che, in realtà, subisce una sorta di manipolazione, a voler essere precisi. Un suo bacio è tutto ciò che che la Sirenetta vuole e di cui ha praticamente bisogno a causa del patto con la strega del mare.
Non occorre modificare il testo, perché dalla scena è deducibile che, seppur romanticamente, si sta istigando Eric a fare qualcosa.
La canzone di Ursula, invece, fa riferimento al ruolo silenzioso della donna. Anche lì parliamo di manipolazione, e la strega del mare corrompe la sirenetta dicendole che, in fondo, agli uomini le donne piacciono silenziose.
Chi potrebbe sentirsi offeso da un ragionamento relativo comunque a un’epoca differente, da parte di una strega manipolatoria?
A Ursula serve la voce di Ariel, punto. Non c’è niente di più manipolatorio che inculcare l’immagine di una donna che piace perché zitta e misteriosa. L’importante è il linguaggio del corpo, recita la strega, e la sirenetta cede al compromesso.
Qualche ragionamento su La Sirenetta
La piega presa dalla Disney per i live action dei suoi cartoni più belli a volte sa tanto di forzatura. Mentre per l’aspetto di Ariel le critiche degli haters lasciano il tempo che trovano. Questo in virtù della vera natura della favola di Andersen, scritta per raccontare l’impossibilità di un amore omosessuale, probabilmente (e dunque mai davvero rappresentabile in cartoni o film), la modifica circa il testo delle canzoni sembra avvicinarsi al pensiero dietro la censura dei libri di Dhal.
Si dice che la malizia stia sempre negli occhi di chi guarda. A ben vedere, riguardo La Sirenetta, se presi nel contesto che rappresentano i testi originali delle canzoni non sono offensivi. Offensivo è il pensiero che il pubblico non sia capace di interpretare una scena a partire dalla sua natura.
E, come tristemente si sa, il modo migliore per non accontentare nessuno è cercare di accontentare tutti. Ma di questo, ne si avrà prova al cinema, il 24 maggio 2023.