ChatGpt, il software di intelligenza artificiale targato OpenAi, ha fatto discutere molto in questi giorni. Il Garante italiano per la privacy, infatti, ha disposto lo stop immediato del servizio in Italia a causa della trasmissione affatto sicura dei dati personali.
Tuttavia, nonostante la durezza del Garante in merito all’uso italiano di ChatGpt, una porta aperta c’è: proprio il 5 aprile, i rappresentanti di OpenAi e del Garante si sono incontrati in videoconferenza per venirsi incontro e risolvere così il problema della trasmissione dati personali.
OpenAi, trasmissione dati personali discussa anche in Canada e in Europa
Intanto, però, il comportamento italiano ha raccolto consensi in Europa e nel mondo, tanto che l’Office of the Privacy Commissioner canadese ha aperto un’indagine su OpenAi a seguito di una denuncia per il trattamento dei dati personali, raccolti e divulgati senza consenso.
Dobbiamo stare al passo con i rapidi progressi tecnologici, e questa è una delle mie principali aree di interesse.
Philippe Dufresne, Commissario canadese per la privacy. Fonte Ansa
Non solo: anche Germania, Francia e Irlanda avrebbero sollevato il problema relativo a Open Ai e alla privacy. Infatti, i corrispondenti del Garante avrebbero preso contatti con l’Italia allo scopo di conoscere meglio i dettagli del divieto imposto. La Germania, in particolar modo, potrebbe seguire le orme dell’Italia per quanto riguarda il blocco imposto a ChatGpt, lo scopo è quello di proteggere i dati personali delle persone.
OpenAi: privacy al centro della preoccupazione di Europol
Non bisogna dimenticare che la questione relativa al trattamento dei dati personali non è un capriccio preso dal Garante italiano per la privacy da un giorno all’altro. Prima, anche Europol aveva esposto i propri dubbi in merito a ChatGpt e OpenAi in merito allo stesso argomento, proprio per la capacità dell’intelligenza artificiale di favorire crimini informatici sempre più affinati.
Il linguaggio ben elaborato di ChatGpt potrebbe infatti essere l’elemento chiave per l’elaborazione di diverse truffe. Se a questo si aggiungono anche le fughe relative ai dati personali, si comprende come la salvaguardia dell’individuo debba andare di pari passo con il processo tecnologico.