Amadeus lascia la Rai per raggiungere Fabio Fazio e Luciana Littizzetto su Nove. A nulla sono valsi gli sforzi di Viale Mazzini per tenere lì questa gigantesca macchina da soldi. Il conduttore, però, non ha voluto saperne.
Perché Amadeus lascia la Rai è la notizia della settimana?
Ora dirai: Amadeus lascia la Rai, ma a te che importa? E no, importa, importa eccome. E non perché voglia insufflare nella testa dei miei lettori chissà quale idea politica, la politica non c’entra.
No, questo non è un discorso politico.
…è solo curioso, però, che ciò avvenga nella settimana in cui un comunicato viene letto a reti unificate per esprimere il dissenso sull’eliminazione delle par condicio. Sì, perché è successo anche questo, durante la settimana.
Non sono complottista ma, a volerla dire tutta, ci domandiamo perché Amadeus non resti nella tv di Stato quando, il giorno dopo la finale di Sanremo 2024, da una sconvolta zia Mara Ghali ha dovuto giustificare le famose tre parole stop al genocidio. Anzi, come ricordiamo, la Mara nazionale ha letto un comunicato stampa a riguardo, dritto dalla biro dell’Ad Rai Roberto Sergio.
Lungi da me, ancora, notare che tutto questo accade proprio nella settimana in cui la Maggioranza si divide circa la proposta di Berrino di inserire il carcere come conseguenza del reato di diffamazione da parte dei giornalisti.
Ancora più lontano snasare un possibile arrivederci anche da parte di Federica Sciarelli e Sifgrido Ranucci. Evento che, in questa cornice, forse vorrebbe davvero dire qualcosa.
Affari tuoi? No, affari nostri
Amadeus lascia la Rai dopo che ha fatto il negromante. A lui si deve, infatti, la resurrezione di Affari tuoi ma, soprattutto, del Festival di Sanremo. Quello che ha attirato milioni di spettatori un po’ con il trash, un po’ con la polemica, molto con la chiacchiera e sì, sicuramente anche per le canzoni giovani che rispecchiano una musica contemporanea.
In realtà, laddove i contratti convengono, non dovrebbe esserci tutto questo spargimento di voce. E invece sì, c’è, perché come ogni volta che qualcosa accade, qualcuno parla. E male.
E mentre le mie, caro lettore, sono solo ipotesi di una voce dal popolo, ce ne sono altre che non appartengono al popolo e che vogliono dipingere il conduttore come un esacerbante nepotista dalle pretese impossibili. Voci circolate su qualche giornale, che lo stesso Amadeus e che la Rai hanno smentito più volte.
È sempre interessante vedere come la moltitudine reagisce al cambiamento. Diciamo di essere nell’era del progresso, eppure abbiamo una bassa capacità di accettare le scelte altrui, pensando prima di tutto a come condizioneranno le nostre.
Fatto sta che, incurante delle malelingue, Amadeus si dimostra ancora una volta una risorsa televisiva, di quelle vecchio stampo, che non si scompone di fronte a nulla – e la tv ce lo ha insegnato, che oramai è cosa rara!
La Warner Bros. Discovery ha già predisposto tutto, comunque. L’autunno sarà pieno di soprese, e forse di nuovi asset informativi.