Diritto d’aborto, qualcosa che non dovrebbe essere messo in discussione, specialmente quando facciamo tanto i superiori che so, per un bidet. La Francia, a marzo, ha dimostrato che si può avere un sedere sporco ma la coscienza pulita inserendo il diritto d’aborto nella sua costituzione e questo nella stessa Europa dove un Orban a caso impone l’ascolto del cuore del feto.
Come avrai capito, l’argomento si scontra di parecchio con l’intransigente nocciolo di cui sono fatta. Perciò andiamo con ordine.
Parlamento Europeo: l’aborto nella Carta dei Diritti Fondamentali
L’Europarlamento ci riprova. Infatti, questo è il secondo tentativo di inserire l’aborto nella Carta dei Diritti Fondamentali. La prima, come ricorderanno le donne di tutto il mondo, è stata nell’estate 2022, a seguito della decisione americana di lasciare l’argomento alla mercé dei governi federali.
Questa volta si è pensato: ma sì, se lo dice la Francia, magari accadrà. E effettivamente qualcosa è accaduto. Il Parlamento Europeo ha presentato la proposta di inserire il diritto d’aborto nella Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione. I voti favorevoli sono stati 336 contro i 163 contrari.
Possiamo stappare lo champagne, dunque?
Assolutamente no.
Diritto di aborto: anche le pulci hanno la tosse
Torniamo qui al detto di cui sopra. Volendo essere etimologicamente aderenti al messaggio, questa espressione indica quel momento fastidioso in cui anche chi è di poco conto prende parola per trovarsi al centro della scena. Ma siccome – e in questo caso purtroppo – credo che ognuno abbia il diritto di essere ascoltato, vorrei rigirare questo modo di dire in altri termini: la tosse di sole due pulci impedirà che l’aborto entri come diritto fondamentale nella Carta.
Vogliamo giocare a puntare il dito? Okay, non mi tiro indietro: Polonia e Malta. I due stati, infatti, sono stati invitati all’abrogazione di alcune tra le loro leggi che vietano e limitano l’aborto. In questo caso, la politica interna degli stati è rilevante perché per inserire l’aborto nella Carta dei Diritti Fondamentali c’è bisogno dell’unanimità di tutti gli stati membri, 27 in tutto.
È possibile che questo voto si risolva nel nulla cosmico? Del tutto.
Tiratina d’orecchi anche per l’Italia
In materia di diritto d’aborto, l’Eurocamera ha avanzato qualche altro piccolo appunto. In primo luogo, l’interruzione dei finanziamenti europei alle associazioni che non sostengono l’uguaglianza dei diritti di genere e delle donne, per dirla parafrasata.
Non è mancata, inoltre, una tirata d’orecchi all’Italia, un Paese in cui è più facile che Matteo Messina Denaro si nasconda in piena luce dalla polizia che abortire. È elevatissimo, infatti, il numero di obiettori di coscienza e anche nelle istituzioni mediche richiedere l’aborto è un bollo d’infamia sulla fronte della donna, anziché quello che è… un servizio. Un diritto.
Ma d’altronde, nella famosa votazione, tra i 163 voti contrari ci sono anche quelli della maggioranza che ci guida, e che non ha esitato a definirsi preoccupata per il progetto sociale che le sinistre d’Europa hanno in mente.
Io credo che se l’Eurocamera si è sentita di dover indire una votazione circa il diritto d’aborto non sia per chissà quale piano malvagio, quanto più per una sensazione di pericolo dilagante: l’evoluzione del diritto talvolta è una risposta quando la libertà delle proprie scelte viene messa in discussione. In questo caso, la libertà delle donne perché, ad oggi, nessun uomo è ancora andato a manifestare per il diritto di vasectomia.