Sanremo 2024 mi ha travolta. Perdoniamo il gioco di parole, ghiotta occasione per menzionare l’episodio internazionale più disarmante della storia del Festival. Concentriamoci invece sul ritmo degli eventi, che ha saputo trasformare una parata di mummie in un Carnevale total black, bonus Perlana.
Pazza per Sanremo 2024?
Evocato quanto Mattarella al Quirinale, Amadeus concede questo quinto anno e ci scommetto il naso che non sarà l’ultimo. Allo storico conduttore Rai va il merito assoluto di aver portato al Festival quella leggerezza che negli anni la musica sanremese aveva perso. È innegabile: ha formato un cast caleidoscopico, e non solo per i capelli combinati di Bertè e La Sad.
Poteva mai essere esente dal sollevare vari ed eventuali polveroni? No, e questo a prescindere dal Ballo del Qua Qua.
Sanremo 2024: 50 sfumature di trash
Una parentesi sulle olive: alcune non hanno un sapore delicato, per quanto sia vero in modo indiscutibile. E se di verità bisogna parlare, in questa rubrica, tanto vale dare un morso al trash tanto accusato.
Infatti, da qualche anno a questa parte – più o meno da quando Morgan ha conquistato, ancora imbattibile, la corona dell’imbarazzo in sala – non manca chi lamenta, in Sanremo 2024, una buona dose di trash. Quel trash che, dall’incidente con Bugo al bacio di Fedez, è un po’ croce e delizia dello spettatore.
Ultimamente, però, si tende a confondere ciò che è trash da ciò che performance. Così il sound di Dargen D’Amico, il fiocco gigante dei Ricchi e Poveri o il punk dei La Sad finiscono nel sacchetto dell’immondizia invece di essere giudicati all’interno di un quadro d’artista.
Un po’ come la Fontana di Duchamp, che è un’opera d’arte con una propria identità meglio conosciuta con il suo nome di battesimo trash, ossia l’Orinatoio.
Capirete che allora, qui, il discorso si sposta dalla tv spazzatura al concetto di spettacolo laddove trash è l’irreparabile che accade sul palco, inaspettato, e artistico ciò che fa parte di una determinata scelta da parte del performer. Il confine è netto, sottile come un petalo di rosa soltanto se parliamo di Blanco l’anno scorso.
La Top 5 Televoto e Giuria Radio della 3ª serata.
— Festival di Sanremo (@SanremoRai) February 9, 2024
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Lessico esistenziale
La Grammatica dell’Oliva, il testo sacro sulla rielaborazione del pensiero e della parola scritto dai Saggi con la Mente Aperta, analizza l’origine di questa confusione lessicale, comunque. Dice che affonda le origini in una nuova incapacità di saper ridere di se stessi, grande malattia di un secolo che ci vuole tutti splendidi.
È per colpa di questo morbo che si prova imbarazzo quando, a Sanremo 2024, Big Mama twerka davanti a tutta Italia, per dirne una. Lei non vuole essere perfetta, non lo è, lo accetta e si presta al gioco.
Neanche noi lo siamo, perfetti. Ma preferiamo aspirare a esserlo, e per guadagnare consensi perdiamo leggerezza, restando a terra invece di spiccare Il Volo.