Avete mai pensato che i videogiochi potessero essere utilizzati per una terapia? Ebbene, così è, grazie alla Video Game Therapy, di recente approdata anche in Italia.
Sappiamo che, nel corso degli anni, i videogiochi sono stati fin troppo demonizzati.
Ancora oggi, si pensa che possano avere effetti negativi sulla psiche dei giovani e dei meno giovani. Questo ha portato a un ampio pregiudizio nei confronti dei videogiochi che, solo nell’ultimo periodo, si è mitigato.
Vediamo in che cosa consiste la Video Game Therapy, una nuova frontiera nella cura dei disturbi mentali.
Videogiochi, quali vantaggi
Partiamo dal dire quali possono essere i vantaggi, considerati tali dagli esperti, derivanti dai videogiochi.
Intanto, essi sono un ottimo modo per alleviare lo stress: in un periodo complicato come quello che stiamo vivendo, concentrarsi su un mondo fittizio, lontano dalle responsabilità quotidiane, può alleggerire il peso che grava su ognuno di noi.
Immaginate, dopo 8 ore di lavoro, di potervi liberare di qualunque pensiero e preoccupazione, per almeno cinque minuti.
Ancora, si pensa che i videogiochi possano migliorare le capacità di multi-tasking e di problem solving, proprio perché si devono compiere più gesti in contemporanea, e capire come districarsi in diverse situazioni.
Si è notato, inoltre, che il loro utilizzo rafforza il concetto di team building e le abilità di comunicazione assertiva, poiché molti giochi sono da fare in gruppo.
Video Game Therapy, quando applicarla
In quali contesti si può utilizzare la Video Game Therapy?
Si può impiegare, prima di tutto, in un ambito educativo.
La narrazione offerta dai videogiochi, infatti, negli ultimi anni è divenuta sempre più profonda e precisa, creando vere e proprie storie interattive.
Sempre per questo motivo, la Video Game Therapy è ritenuta valida per quanto riguarda i disturbi da stress post traumatico, per quelli dell’ansia, e anche per aiutare nel caso di dipendenza da sostanze.
Esiste una vera e propria tipologia di giochi, i “serious games”, adatta a queste situazioni, utilizzata durante le terapie.
Il mondo presente in un videogioco è, per sua natura, contenuto, e questo permette a chi vi gioca di sentirsi libero dalle pressioni quotidiane per almeno qualche ora.
Un esempio? Il caso di Pokemon Go! Il gioco dei Pokemon, infatti, che tanto ha spopolato, sembra abbia (se usato nel giusto modo e nella giusta quantità) effetti benefici, alleviando tensione e ansia.
E, come se non bastasse, i videogiochi aiutano a sviluppare il proprio io creativo, lasciando la mente libera di viaggiare.
Questo favorisce il lavoro dei professionisti, che trovano quindi nei videogiochi un valido alleato.
La Video Game Therapy nella pratica
Ma come funziona la Video Game Therapy?
Intanto, va detto che va sempre seguita da un professionista, in presenza di qualcuno adeguatamente preparato a utilizzarla.
Si inizia cercando di capire le emozioni primarie del soggetto, in modo da stabilire con lui un percorso che preveda la scelta di specifici videogiochi finalizzati al miglioramento del suo stato mentale.
Le sessioni di Video Game Therapy durano fino a 30 minuti, dopo il quale si elaborano assieme al paziente le esperienze e i dati emersi durante la sessione.
Il videogioco non è quindi il fulcro della seduta, ma un grande supporto per il professionista, che si avvale anche di specifiche schede di lavoro appositamente studiate per questo tipo di terapia.
Non tutte le terapie possono utilizzare la Video Game Therapy, ma è un nuovo approccio scientifico ritenuto valido dai professionisti, che può aiutare in alcuni settori specifici come quelli elencati.
Inoltre, favorisce lo sviluppo dell’empatia e della giusta gestione delle emozioni, così come la capacità di creare legami sociali e un ambiente sano e produttivo.
Le conclusioni
Lo abbiamo già detto, ma repetita iuvant: questo tipo di terapia, come ogni altra, va eseguita solo in presenza di professionisti del settore, appositamente formati per utilizzarla con lo scopo di aiutare i propri pazienti.
Quindi: è finito il tempo in cui i videogiochi erano ritenuti la causa di ogni male. Perché non iniziare a vederne i benefici?
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Francesca Pantieri