Un nuovo fenomeno prende piede nell’attuale panorama lavorativo. Un nuovo trend, se così si può definire, sta attirando l’attenzione: si tratta del Quiet Quitting o dimissioni silenziose.
Il termine si riferisce all’atteggiamento secondo cui i lavoratori, anziché lasciare il proprio lavoro in modo drastico o improvviso, optano per una via più lenta e silenziosa, appunto, riducendo gradualmente il proprio impegno fino a lasciare l’azienda.
La tendenza del Quiet Quitting è nata da una combinazione di diversi fattori e ora sta prendendo piede anche in Italia.

Le origini del Quiet Quitting
Le dimissioni silenziose, o Quiet Quitting, non sono in realtà un concetto così recente ma hanno preso sempre più piede negli ultimi anni, complice la pandemia mondiale e il lockdown, come risposta all’insoddisfazione legata alle tradizionali modalità di separazione dal lavoro.
Mentre in passato le dimissioni erano spesso immediate e accompagnate da tensioni, discussioni e complicazioni dovute alla tossicità di alcuni ambienti di lavoro, il Quiet Quitting rappresenta un approccio più pacifico, ben ponderato da parte del dipendente. Questo comportamento può derivare da varie cause, tra cui la paura di confronti spiacevoli, l’assenza di alternative lavorative allettanti e quindi la conseguente attesa e, anche, una sorta di reputazione che una persona può avere dopo delle dimissioni improvvise anche a livello di curriculum.

Il Quiet Quitting e l’impatto in Italia
Sebbene il Quiet Quitting abbia avuto origine da dinamiche globali, anche in Italia sta rapidamente prendendo piede e negli ultimi anni sempre più lavoratori, soprattutto giovani, stanno adottando questa strategia.
La difficile situazione economica e l’incertezza sul fronte lavorativo che è presente nel territorio, soprattutto nel sud, amplificate dalla pandemia, hanno spinto molti dipendenti a optare per questo approccio meno drammatico per abbandonare il proprio posto di lavoro ponendosi come obiettivo il cambiamento professionale ma dandosi il tempo per scegliere qualcosa che li soddisfi senza accettare la prima alternativa che incontrano, selezionando anche migliori condizioni come lo smartworking e altri benefit.

I segnali della diffusione del Quiet Quitting in Italia
Il Quiet Quitting sta guadagnando terreno in Italia e questo è percepibile attraverso segnali sottili ma rilevanti. Un esempio sono i lavoratori che iniziano a ridurre gradualmente la loro partecipazione alle attività di gruppo, evitano iniziative di squadra e mostrano un generale disinteresse verso le responsabilità lavorative.
Questi segnali anche se facilmente potrebbero passare per inosservati all’inizio, nel tempo diventano evidenti a testimonianza che il dipendente sta progressivamente allontanandosi dal proprio ruolo.
Le implicazioni per le aziende a fronte del Quiet Quitting
L’aumento delle dimissioni silenziose rappresenta un importante punto su cui riflettere per le imprese italiane. La perdita di dipendenti può avere un impatto significativo sulla produttività e sull’ambiente lavorativo complessivo.
Inoltre, il Quiet Quitting può danneggiare l’immagine aziendale, poiché i lavoratori che se ne vanno (in silenzio) rischiano di lasciare dietro di sé un senso diffuso di insoddisfazione anche tra gli altri dipendenti, che potrebbero iniziare a mettere in discussione anche il proprio ruolo e a analizzare la scelta del collega.
Le aziende in questo caso però devono mettersi in primis in discussione, capire che quello che stanno offrendo non è più accettabile dopo gli avvenimenti storici che ci hanno colpito o nel panorama globale del lavoro.
Metodologie sbagliate di approccio con i dipendenti, una volta tollerate “per forza” ora, non sono più da dare per scontate. Per questo le aziende italiane devono adottare un approccio strategico per affrontare il Quiet Quitting.
Essenziale è per esempio quello di creare un ambiente di lavoro stimolante, in cui i dipendenti si sentano valorizzati e ascoltati, aumentare la possibilità di comunicazione e opportunità di formazione per lo sviluppo professionale, non trascurando un’attenzione costante alle esigenze dei lavoratori.

Il Quiet Quitting non è un fenomeno passeggero, per ora
Nonostante le sue sfumature e le modalità del Quiet Quitting, le aziende devono riconoscere questa tendenza emergente e adottare misure atte a mitigarne l’effetto. Investire nell’empowerment dei dipendenti e nella creazione di un ambiente di lavoro positivo non solo può prevenire il Quiet Quitting, ma può anche contribuire a costruire organizzazioni più solide e resilienti nel lungo termine.
Care aziende, se cercate la causa delle dimissioni silenziose dei dipendenti, forse occorre citare la frase un celebre film:
Ma ancora una volta, a dire la verità, se cercate il colpevole.. non c’è che da guardarsi allo specchio.
V per Vendetta