Ormai è normale sentir parlare di smart working, le procedure sono rodate e sembra tutto normale, semplice.
Evitare di recarsi ogni giorno in sede ma portare comunque avanti le proprie mansioni in maniera efficace grazie a un pc connesso a internet, lavorare con orari flessibili e in luoghi non canonici sono ormai una prassi consolidata. Le video call hanno sostituito le riunioni in presenza, le app di messaggistica permettono di convidere gli schermi, i programmi per il coordinamento dei progetti condivisi hanno mandato in pensione le bacheche piene di foglietti che popolavano gli uffici.
La tecnologia ha fatto irruzione in maniera massiccia nella routine lavorativa di moltissime persone, migliorando tempistiche e routine impiegatizie.
Alcuni vantaggi dello smart working
È soprattutto la gestione del tempo a migliorare: lo smart working permette di eliminare le mezz’ore passate in auto o sui mezzi pubblici. Si inizia a lavorare più sereni, senza aver accumulato lo stress quotidiano dato dal traffico dell’ora di punta, dalle coincidenze dei mezzi e da tutti gli imprevisti annessi.
Poter impiegare quel tempo che fino a pochi anni fa era un’esigenza implicita e necessaria del proprio impiego per fare qualsiasi altra cosa è una grande possibilità. Di media si parla di novanta minuti al giorno da poter passare con la famiglia, da impiegare in attività sportive, per coltivare interessi e hobby, riposare o anche per lavorare di più, quando serve.
Il risparmio e l’ottimizzazione non si limitano al tempo, però: lo smart working comporta meno spreco di carburante, minor usura delle auto, riduzione dell’inquinamento e del traffico, con tutti i benefici annessi.
La produttività cala in smart working?
L’argomento è stato oggetto di molte polemiche. Gli impiegati, senza una routine e un controllo, renderanno meno? La produttività individuale calerà? La puntualità nelle consegne ne sarà compromessa? Questa erano le domande che moltissime aziende si ponevano, soprattutto quelle senza una procedura già predisposta per essere resa smart.
Pur conservando oppositori accaniti, oggi la maggioranza delle imprese sembra concorde e i dati lo confermano: la redditività individuale è persino migliorata. La libertà organizzativa, la responsabilizzazione e l’autonomia personale che lo smart working implica, hanno fatto sì che le prestazioni dei lavoratori si ottimizzassero.
Alcuni limiti dello smart working
Avere un accesso immediato al lavoro, essere sempre connessi, verificare le informazioni con un click o comunicare con un collega tramite un qualunque dispositivo mobile è comodissimo, immediato. Talmente veloce che i confini mentali che prima portavano a limitare gli scambi e le questioni lavorative all’orario canonico, adesso sfumano inevitabilmente verso una disponibilità quasi permanente, sia richiesta che concessa. Il rischio è che non si smetta mai davvero di lavorare e che l’equilibrio tra vita professionale e privata diventi sempre più difficile da mantenere.
Inoltre, lo smart working porta con sé la problematica non da poco dell’isolamento sociale. Lavorare da casa presuppone meno contatti anche con i colleghi con cui prima si collaborava gomito a gomito, quotidianamente. La mancanza di un confronto immediato, di uno scambio umano, di interazioni umane può portare a un profondo senso di solitudine, che può portare a disagi e problemi psicologici da non sottovalutare.
Dall’ufficio al mondo: lo smart working è la libertà di lavorare ovunque
Smart working, infatti, significa lavoro flessibile, non lavoro da casa. Quindi qualunque luogo raggiunto da una connessione stabile può diventare una sede lavorativa efficace: i caffè, le biblioteche, i parchi, gli spazi di coworking e così via. In altre parole, il mondo intero si apre per chi ha la possibilità di lavorare smart.
Gli spazi dedicati al coworking, ad esempio, permettono di avere un ambiente attrezzato e raccolto dove lavorare e, nel frattempo, incontrare professionisti di altri settori e aziende, creando così uno scambio di idee, di informazioni e di suggerimenti impensabile fino a pochi anni fa.
Per combattere il senso di isolamento e per aumentare la propria ispirazione, un’altra valida possibilità è lo smart working in luoghi insoliti: l’ombra degli alberi nei parchi, il rumore delle onde in spiaggia, l’atmosfera concentrata delle biblioteche, quella finestra sull’umanità che sono i caffè sono tutti scenari a portata di mano. Basta scegliere!