La data della Festa dei lavoratori, il 1 maggio, è stata ufficialmente stabilita a Parigi il 20 luglio del 1889. Al Congresso che diede il via alla Seconda Internazionale socialista. Questa ricorrenza in Italia è diventata ufficiale dal 1891. Per essere poi sospesa dal 1924 e per tutto il ventennio fascista. Abbiamo ricominciato a festeggiarla dopo la conclusione della Seconda Guerra Mondiale dal 1° maggio 1947.
Ma perché si celebra questo giorno?

Quali sono le origini della Festa dei lavoratori?
Le radici del 1 maggio risalgono a un periodo di importanti e frequenti manifestazioni per i diritti degli operai delle fabbriche. Guidate dall’Associazione dell’Ordine dei Cavalieri del Lavoro americani, i Knights of Labor. Durante la Rivoluzione industriale, negli Stati Uniti d’America.
Nel 1866 a Chicago, in Illinois, fu approvata la prima legge delle otto ore lavorative giornaliere. Che entrò in vigore soltanto l’anno dopo, il 1 maggio 1867. Giorno in cui si tenne una grande manifestazione, con almeno diecimila partecipanti. La conquista delle otto ore lavorative gradualmente si sparse in tutto il territorio statunitense.
1 maggio: la rivolta di Chicago
Il 1 maggio 1886, in occasione del 19º anniversario dell’entrata in vigore della legge dell’Illinois sulle otto ore lavorative, fu indetto uno sciopero generale a oltranza in tutti gli Stati Uniti. Dalla Federation of Organized Trades and Labour Union. Per far estendere tale legge in tutto il territorio americano, pena l’astensione dal lavoro. Ma nella fabbrica di mietitrici McCormick a Chicago il 3 maggio la protesta si trasformò in una tragedia.
Infatti, per disperdere i manifestanti le forze dell’ordine spararono sulla folla provocando vittime e diversi feriti. Per vendicarsi dell’accaduto, il giorno successivo, nei pressi dell’Haymarket Square, gli anarchici lanciarono un ordigno che uccise un poliziotto. Così polizia aprì il fuoco sulla folla e 11 persone tra cui 7 agenti persero la vita e ci furono moltissimi feriti. A ciò seguì la condanna a morte di molti anarchici nell’agosto del 1887.
Il presidente degli Stati Uniti d’America Grover Cleveland decise di istituire il 1 maggio come giorno per commemorare i sanguinosi episodi di Chicago. Le cui notizie si diffusero ben presto in tutto il territorio americano e anche in Europa. Dove, con la proclamazione del Congresso della Seconda Internazionale socialista a Parigi, il 1 maggio divenne ufficalmente Festa Internazionale dei Lavoratori.

Dove e perché si festeggia il 1 maggio
Il 1 maggio è una festa celebrata praticamente in tutto il mondo. Sono sette i Paesi in Africa, 17 quelli in America, 25 quelli in Asia, 32 quelli in Europa più due in Oceania che hanno ufficializzato questo giorno. Invece negli Stati Uniti e in Canada la la giornata del lavoro ufficiale non è quella dell’m1 maggio. Ma si festeggia il primo lunedì di settembre ed è chiamato Labor Day.
Si tratta di una giornata di commemorazione dei lutti, dei sacrifici, delle proteste e delle lotte combattute dai lavoratori di tutto il mondo per la conquista dei loro diritti fondamentali. E soprattutto per non dimenticare che la giornata lavorativa di 8 ore, che oggi appare come normale, l’abbiamo ottenuta col sangue.
A partire dalla seconda rivoluzione industriale del 1800 sono stati tantissimi i goal messi a segno nelle battaglie per la rivendicazione dei diritti e della sicurezza sul luogo di lavoro. Basti pensare alle condizioni disumane di sfruttamento in cui versavano i lavoratori anche meno di due secoli fa. Con giornate lavorative che arrivavano 16 ore.
Leggi a tutela dei lavoratori
L’ Art. 1 della nostra Costituzione afferma che “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.” Inoltre, Il lavoro viene regolamentato su alcuni principi fondamentali (es. diritto di sciopero, diritto di organizzazionesindacale, previdenza e assistenza sociale, pari opportunità, tutela del lavoro e durata massima della giornata lavorativa) negli articoli 35-40 della Costituzione.
Una delle conquiste più importanti in Italia è stato lo Statuto dei Lavoratori. La Legge 20 maggio 1970 n. 300, che reca “Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento.
Oggi i lavoratori hanno diritto a essere tutelati in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria. E nel tempo sono cresciute anche le tutele verso le lavoratrici madri. Tuttavia, anche in ambito lavorativo, si è ancora lontani dall’aver completamente superato le discriminazioni basate sul sesso. Nonché dal poter garantire a tutti i cittadini il diritto alla sicurezza sui luoghi di lavoro. O addirittura il diritto al lavoro.
1 maggio, Festa dei lavoratori: per continuare a lottare
Si festeggia questo giorno per non dimenticare né le sofferenze e le ingiustizie subite dai lavoratori, né tantomeno i diritti che lentamente e duramente questi hanno ottenuto. Ma anche per ricordaei che il primo diritto fondamentale è proprio quello di poter lavorare.
Diritto di cui ancora oggi non tutti possono fregiarsi, e che specialmente la pandemia ha fatto più che mai vacillare. Perciò questa ricorrenza è anche un’ occasione per rivendicare il diritto al lavoro. Oltre che per chiedere a gran voce: migliori condizioni, maggiori opportunità e tutele a tutti i lavoratori. Sia in termini economici, che di sicurezza, che di benessere bio psico sociale.