Novi Sad, la cittadina serba eletta Capitale europea della cultura per l’anno 2021 è emblema di resistenza culturale e di rinascita
La cittadina serba dalla storia antica e travagliata è la prima città di un Paese candidato a entrare nell’Ue – quindi non ancora membro – a ospitare il titolo, condiviso insieme a Timișoara (Romania) ed Elefsina (Grecia), di Capitale europea della cultura.
Posta sulle rive del Danubio, Novi Sad è un importante crocevia fra la cultura slava, quella magiara, quella germanica e quella latina e vanta la presenza di prestigiosi enti di ricerca, oltre a essere sede della Matica srpska, l’istituzione culturale e scientifica più antica del Paese, fondata nel 1926.

Breve storia della cittadina serba
Anticamente abitata dai Celti, a cui si sono susseguiti i Romani, i Bizantini, gli Ostrogoti, i Franchi e i Bulgari, Novi Sad è stata inglobata dall’Impero Ottomano, diventata in seguito possedimento degli Asburgo, i quali s’insediarono lungo la sponda sinistra del Danubio, creando un centro abitato da serbi con incursioni minoritarie di tedeschi e ungheresi. Una “città nuova”, quindi; in lingua serba: Novi Sad. Una città che è stata protagonista della Storia fin dai tempi remoti, scenario di rivolte, bombardamenti, guerre e occupazioni. A testimoniare ciò, oggi sono le lingue ufficiali che vi si parlano: serbo, ungherese, slovacco, croato, russino e rumeno. La storia recente vede il bombardamento da parte della NATO, durante la guerra in Kossovo. Distrutta dai militari, Novi Sad è riuscita a rinascere dalle sue ceneri.
La sintesi culturale nel crocevia di popoli
Oggi a Novi Sad si respira un’aria nuova, volta a unire culture e religioni diverse in un contesto di convivenza pacifica e integrazione. La cittadina, tra i più importanti centri educativi della Serbia, è infatti presidio di istituzioni culturali fondamentali come il Teatro Nazionale serbo, il Museo della Vojvodina, la Galleria delle Belle Arti, il Museo della città e il Tesoro della Chiesa ortodossa serba. Oltre alle bellezze architettoniche e storiche, è un punto di riferimento artistico per tutta l’area balcanica. E di arte e cultura, di spettacoli ed eventi, vanno in cerca i tantissimi giovani che l’hanno consacrata polo d’attrazione turistico.

L’anno dell’auspicata rinascita culturale
In un anno che segue un prolungato periodo di stallo culturale forzato, in cui la crisi pandemica causata dal Covid ha avuto (e ha tutt’ora) pesanti ripercussioni sul settore, la nomina a capitale culturale europea di Novi Sad può essere vista come un’armonica assonanza. Una città che si erge a rappresentare un mondo di cui ancora, almeno ufficialmente, non fa parte, è già di per sé un elemento di ambizione e speranza. Se a questo aggiungiamo la sua capacità di sopravvivenza e di rinnovamento, possiamo senza dubbio affermare che Novi Sad è l’emblema di tutte le qualità che potrebbero portarci quanto prima a rinascere, culturalmente, e a creare nuove possibilità dalle macerie.
L’esempio offerto dalla Fortezza di Petrovaradin, roccaforte già usata dai Romani, oggi sede del Museo cittadino, dell’Accademia delle scienze e delle arti, dell’Archivio e di molti atelier artistici, nonché dell’EXIT Music Festival, è significativo di come si possano riconvertire strutture e destinazioni. Lo scopo di indire una Capitale europea per la cultura – iniziativa dell’Unione europea avviata nel 1985 su proposta dell’allora ministra per la cultura greca Melina Mercouri – consisteva nel salvaguardare e nel promuovere le diversità locali europee e nell’evidenziarne i tratti comuni: sicuramente Novi Sad rispecchia tali requisiti.