Donald Trump, magnate americano ed ex presidente degli Stati Uniti, alle soglie della campagna elettorale sta facendo molto parlare di sé battendo tutti i record. Infatti, è il primo presidente (o ex) ad avere una foto segnaletica della polizia con la sua faccia.
Tra l’autunno 2023 e la primavera 2024, Donald Trump sarà impegnato a ottemperare tutta una serie di fitti impegni dovuti alle sue beghe giudiziarie. I capi d’accusa variano talmente tanto per temi e conseguenze da rendere Trump un unicum nel suo genere.
Donald Trump a processo… anzi, a processi
Gli impegni giudiziari di Donald Trump collimano con eventi chiave relativi alla campagna elettorale nell’ambito delle elezioni presidenziali USA. Nell’impossibilità di stabilire se queste coincidenze siano, appunto, coincidenze o se ci sia una volontà effettiva di minare la sua immagine a un passo dalle elezioni, ciò che si può fare è solo analizzare questa situazione storica (si spera) irripetibile alla luce di un Paese come l’America, che si trova disorientato nei vicoli ciechi della sua stessa democrazia.
Il Tycoon dovrà rispondere di accuse, tutte diverse. La recente condanna nei confronti di Jean Carroll è un assaggio di quello che potrebbe attendere l’ex presidente degli Stati Uniti. Vengono poi il passaggio segreto di soldi alla pornostar Stormy Daniel, il tentato ribaltamento delle elezioni 2020 in Georgia, l’aver tenuto per sé alcuni documenti relativi alla Casa Bianca, contravvenendo a ogni legge relativa. E non è finita: il magnate americano, in tutto, dovrà affrontare circa 10 processi.
Come si colloca la vicenda di Donald Trump nella storia democratica americana?
Prima di tutto, bisogna partire dalla presunzione d’innocenza. Finché non esistono le condanne, Trump ha diritto a difendersi e a presentarsi come uomo innocente alle elezioni. D’altro canto, la recente condanna e i futuri processi potrebbero rafforzare sempre di più la figura dell’ex presidente degli Stati Uniti ai sondaggi, figura che comunque già domina in termini di punti percentuale.
Scegliendo di basare la sua immagine come quella di una vittima del sistema, Donald Trump probabilmente ha davanti a sé la strada dell’eroe martire del sistema giudiziario americano.
https://t.co/MlIKklPSJT pic.twitter.com/Mcbf2xozsY
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) August 25, 2023
Qual è il punto forte di Trump, in questo senso?
La vicinanza con le persone. Gli americani davvero parlano di Donald Trump come uno di loro. Chiunque si senta vittima del sistema si rivede nella sua lotta. In un momento in cui non c’è quasi neanche mezzo programma elettorale, la lotta è già accesa perché si basa sul sostegno all’individuo e non alla sua politica.
Si tratta di un moto populista che forse non è del tutto estraneo, un ritorno ai culti della persona che fa il verso a qualcosa di molto simile successa circa cent’anni fa. Bisogna soltanto riflettere su un elemento: quanto ci impiegherà, Trump, a fomentare le folle in suo favore? Bisognerà aspettarsi un altro Capitol Hill?