Il mondo della letteratura piange una delle sue penne più celebri. Oggi, infatti, è morto Milan Kundera, autore de L’insostenibile leggerezza dell’essere, più volte candidato al premio Nobel per la letteratura. In Italia, Kundera è pubblicato da Adelphi.

Milan Kundera, una vita di scelte
Milan Kundera nasce a Brno, in Cecoslovacchia, nel 1929. Professore di letterature comparate, entra a far parte del Partito Comunista nel 1048, da cui però viene espulso a causa delle sue idee poco affini allo stalinismo, sebbene lo stesso partito lo riaccoglierà poi, alla fine degli anni Cinquanta.
Negli anni Sessanta, nel pieno degli anni delle proteste giovanili, Milan Kundera esordisce pubblicando dapprima Lo scherzo, nel 1967, e l’anno dopo Amori ridicoli, una raccolta di racconti a tema politico in cui il professore non fa mistero di sostenere le idee della Primavera di Praga.
Le idee politiche di Milan Kundera hanno un peso: le istruzioni lo ostracizzano, togliendo i suoi libri dal commercio e facendogli perdere il lavoro. Con l’uscita di La vita è altrove si raggiunge un punto di rottura e gli viene revocata la cittadinanza cecoslovacca.
Così, Kundera trova una seconda casa a Parigi, dove resterà fino alla fine.
Lo stile di Milan Kundera
Lo stile di Kundera è profondamente influenzato dalla letteratura francese dei suoi tempi; è inoltre evidente il sincretismo interessante fra la corrente filosofica che permea il suo stile di stampo esistenzialistico e la cornice storica sovietica a cui fanno capo molti dei risvolti delle sue trame.
D’altra parte, questa schizofrenia letteraria trova punti d’incontro evidenti nell’analisi diligente e quasi pedagogica dei suoi personaggi: Kundera predilige la similitudine alla metafora, è iperbolico nelle descrizioni della psiche e del comportamento del singolo prima che del contesto sociale, nei confronti del quale emerge un atteggiamento pseudo-scientifico atto alla spiegazione a tratti didascalica di marionette che si muovono in un mondo senza senso, aggiungendo espedienti sperimentali tratti dalla sua storia personale e dalla più ampia storia del mondo.
Il filo conduttore negli scritti di Milan Kundera
Figlio di pianista, Milan Kundera studia musica anche lui e di questo lascia traccia in ogni romanzo, a partire dalla scelta delle parole che riescono a risultare semplici e insieme intrise di un’eleganza invisibile agli occhi, che però c’è ed è tangibile.
Come il più efficace degli spartiti, le trame dei libri di Milan Kundera sono prive di intrecci troppo complessi e i personaggi sono uomini e donne comuni che vivono il quotidiano e indugiano nelle proprie debolezze che alla fine sono anche le nostre. È questa una delle particolarità di Kundera, saper rendere importante ciò che potrebbe restare nel banale.
Lui, che è in grado di assumere molteplici ruoli come quello di saggista, autore o psicoanalista, è capace di far entrare il lettore nel suo mondo, ricolmo di complessa semplicità e disarmanti contraddizioni.