Il 18 luglio si celebra Nelson Mandela, premio Nobel per la pace e simbolo inequivocabile della lotta per i diritti umani.
Rendere onore alla figura di Nelson Mandela è importante, rende l’uomo testimone attivo della sua storia e dà senso a un presente che, talvolta, rischia di sfuggire di mano. Per tanto, è giusto ripercorrere i passi di chi, in prima persona, ha lottato per un’umanità migliore.
Apartheid
La storia di Nelson Mandela si intreccia in modo profondo con quella dell’apartheid, la brutale politica di segregazione razziale messa in atto in Sudafrica per quasi 50 anni, dal 1948 al 1991.
Il principio alla base dell’apartheid è quello secondo cui l’etnia sia fonte di diritto. Chi è bianco, nel Sudafrica del Novecento, ha diritto a viaggiare, a istruirsi, a essere servito per primo nei negozi. Chi è bianco, nel Sudafrica del Novecento, ha diritti politici che mancano a chi non lo è.
Quella che oggi sembra solo una pagina di storia, è stata la storia di una nazione fino a poco più di 30 anni fa. 30 anni, nel corso del tempo, valgono quanto un soffio.
Nelson Mandela: può un uomo cambiare la storia?
Nelson Mandela non ha sfidato soltanto un regime politico, ma ha partecipato in modo attivo alla decostruzione di una mentalità improntata sulla superiorità della razza. Nelson Mandela ha pagato 27 anni di carcere, per le sue idee, salvo poi diventare il primo presidente sudafricano di colore. Affermandosi alla leadership di un Paese che ha rotto un paradigma socioculturale insieme a lui.
La storia di Nelson Mandela è portatrice di un altro grande memento: è possibile ricostruire ciò che si è spezzato. Renderlo nuovo, renderlo diverso.
Fin da quando è uscito dal carcere, Nelson Mandela ha lavorato per la pace e la riconciliazione, mettendo da parte il peso della propria sofferenza per la creazione di un futuro uguale per tutti.
Le sue azioni hanno cambiato il corso della storia di una nazione. La sua tenacia, il suo spirito politico e la sua umanità hanno plasmato il presente di tutti, fino a ottenere le celebrazioni del 18 luglio.
Perché un uomo sì, può fare la differenza.