La prima stagione di A casa tutti bene, la serie di Gabriele Muccino, aveva ricevuto come premio il Nastro d’Argento. Con grandi aspettative, allora, Sky ha distribuito anche la seconda stagione.
Anche stavolta il San Pietro è avvolto dal rumore: sedie che si spostano, posate che grattano i piatti, ma soprattutto urla. Grida di rabbia, di dolore, di chi non ce la fa più. I personaggi annegano, si trascinano giù l’uno con l’altro in un rapporto che non appare simbiotico, ma alla fine ne conserva tutte le caratteristiche. Il gesto di uno influenza la vita di tutti.

A casa tutti bene, la trama
Ginevra si riprende dal coma e sembra non ricordare del cadavere trovato l’anno precedente alla villa al mare. Per ogni cosa che va bene ce ne sono altre cento che vanno male: Carlo, Riccardo e Sara cercano di occuparsi del ristorante al meglio, nonostante si sia trasformato in un serpente costrittore. L’unico modo per sopravvivere è, per quanto difficile, recidere ogni legame con un luogo che a tutti gli effetti è più un felice ricordo di infanzia che una vera occasione di guadagno.
A rompere i già precari equilibri di A casa tutti bene ci pensa il ritorno di uno degli strozzini che minacciavano Riccardo e che viene ammazzato da Carlo.
L’omicidio è l’evento centrale della serie, quello che dà struttura circolare alla storia. Il crimine costringe i due cugini Carlo e Riccardo a vivere sulla loro pelle ciò che hanno vissuto le rispettive madri anni prima. Intorno a questo e senza essere oscurate, si ramificano le vicende personali e specifiche degli altri protagonisti.
Incredibile ma vero: l’evoluzione dei personaggi
In questa nuova stagione della serie Sky, quasi tutti subiscono un cambiamento e maturano. Sara riesce a liberarsi del marito e a buttarsi in una nuova relazione con uno chef stellato. Neanche a dirlo, George per pura casualità ha più l’aspetto di un fotomodello che dei soliti chef da tv. Paolo invece decide di abbandonare la sua vita da hippie e lotta voracemente per ottenere la custodia del figlio. Addirittura Diego matura, da uomo non solo infedele ma anche mantenuto a persona più o meno normale, diciamo nei limiti della decenza.
Sempre peggio: l’involuzione dei personaggi
Quelli che in realtà sono soggetti a un’involuzione, neanche a dirlo, sono i due assassini, Carlo in particolare. Il maggiore dei Ristuccia, in A casa tutti bene, vive ancora un complesso di inferiorità nei confronti del padre. Potrebbe essere assimilato un po’ a un buco nero: la sua forza gravitazionale attira chiunque sia a lui vicino in uno squarcio di sfiga e risentimento. Ad esempio è lui a far saltare le trattative di vendita del ristorante. Quando tutti si affacciano alla possibilità di ricominciare, lui la prende e la strappa via.
Il rancore lo annebbia e non gli permette di ragionare lucidamente, questo si tramuta poi in decisioni azzardate e un pessimo senso degli affari.
Per quanto il delitto sia stato compiuto in buona fede e per difendere la figlia, per quanto si potrebbe credere che lui sia solo una vittima delle circostanze è chiaro fin da subito che non sia così. Sceglie consapevolmente di non andare alla polizia, rovinando anche la vita di Luna. Ennesima decisione sbagliata, ce lo aspettavamo? Ma sì.
Sandro e Beatrice
Tra le “storie di gente” una delle più commoventi presenti in questa serie Sky è quella di Beatrice e Sandro, divisi da un fagocita che divora proprio lui: l’Alzheimer.
Ogni scena girata nella clinica è sempre più straziante della precedente, con una Beatrice dilaniata sia dal senso di colpa che da quello di impotenza. Non l’aiuta di certo Riccardo che, accecato dall’amore fraterno, non riesce a rendersi conto di quanto Sandro ormai sia regredito. La accusa di averlo scaricato in una struttura con l’unico intento di volersi rifare una vita. Ed è a questo punto che il regista pone il pubblico davanti a un enorme interrogativo: anche se fosse, sarebbe davvero così sbagliato?
Perché guardare la seconda stagione di A casa tutti bene?
Si può dire che Gabriele Muccino abbia proposto una serie dalle sfumature crime che ben si accostano a quelle dei drammi familiari che lo hanno sempre caratterizzato e analizza un enorme ventaglio di emozioni umane, romanzate certo, ma non per questo meno reali.