Un racconto lucido e preciso di una maternità mancata e della brutalità di una guerra consapevolmente ignorata
Venuto al mondo è il romanzo che Margaret Mazzantini ha pubblicato nel 2008 con Mondadori dopo il successo di Non ti muovere, vincitore del Premio Strega 2002. Con questo nuovo libro l’autrice non ha deluso le aspettative vincendo nuovamente il Premio Campiello 2009, già ottenuto anni prima con Il catino di Zinco, confermandosi così fra le maggiori firme italiane.
La trama
Gemma e Pietro, il figlio sedicenne, atterrano a Sarajevo: città segnata dalle ferite di una guerra ancora troppo viva nella memoria degli abitanti. Un vecchio amico, Gojko, li attende. Attraverso i loro ricordi ancora aperti, viene narrata la storia d’amore di Gemma e Diego, il fotografo delle pozzanghere. La ricerca di un figlio che non possono avere si snoda in un Paese che sta per collassare nella follia di un conflitto armato. In questo nuovo viaggio fatto con l’amico poeta, Gemma ritroverà i pezzi di se stessa che non aveva mai voluto raccogliere, necessari per chiudere il cerchio della sua consapevolezza.
Contrasti e paradossi
L’autrice realizza un racconto lucido e preciso, a tratti brutale, di una maternità mancata, con tutte le sfaccettature più nascoste; pensieri talvolta deprecabili nella loro ingenua tenerezza. Un contrasto di sentimenti assolutamente reali che chi non ha vissuto fatica a comprendere. Ed è qui che l’autrice ci stupisce, accompagnandoci a vivere ogni sensazione, a provare la delusione e la gioia sulla nostra stessa pelle. Ma non si limita a questo. Il racconto è inserito in un contesto storico e sociale di cui nessuno ha voglia di parlare. Una guerra ignorata e poi dimenticata per vergogna, viltà o semplice menefreghismo, che lei riporta prepotentemente nelle nostre vite, nella dimensione reale di una vicinanza spaventosa, dal punto di vista geografico e umano.
Alla vita della protagonista si intrecciano quelle di altre donne, diametralmente opposte a lei, eppure così vicine da risultarle insopportabili. Per contrasto, la prospettiva di un figlio e il rapporto con lui rimangono una costante che trascende ogni evento, per quanto enorme e destabilizzante. In tutto questo l’apporto di un uomo – marito o compagno – risulta marginale, per quanto intenso possa essere il sentimento che lega la coppia.
Venuto al mondo è un racconto fatto di contrasti e paradossi che si svelano poco a poco, stravolgendo il nostro punto di vista così fermamente radicato all’inizio della lettura.