Una silloge ironica e graffiante, che sottolinea il passare del tempo e sottopone a logorio ogni sentimento, anche il più puro
Questa poesia viene pubblicata per la prima volta nella raccolta “Ballate” nel 1991, per Feltrinelli Editore. Benni narra in versi la parabola del rapporto di coppia, attraverso “le piccole cose” che ci fanno innamorare e che con il tempo diventano croce e delizia di ognuno di noi.
La prima strofa va letta con voce dolce e occhi sognanti, con un velo di zucchero filato sulla lingua.
Le piccole cose
che amo di te
quel tuo sorriso
un po’ lontano
il gesto lento della mano
con cui mi accarezzi i capelli
e dici: vorrei
averli anch’io così belli
e io dico: caro
sei un po’ matto
e a letto svegliarsi
col tuo respiro vicino
e sul comodino
il giornale della sera
la tua caffettiera
che canta, in cucina
l’odore di pipa
che fumi la mattina
il tuo profumo
un po’ balsé
il tuo buffo gilet
le piccole cose
che amo di te
Suggeriamo di leggere la seconda strofa con un leggero risentimento nella voce, le braccia conserte e le pantofole.
Quel tuo sorriso
strano
il gesto continuo della mano
con cui mi tocchi i capelli
e ripeti: vorrei
averli anch’io così belli
e io dico: caro
me l’hai già detto
e a letto sveglia
sentendo il tuo respiro
un po’ affannato
e sul comodino
il bicarbonato
la tua caffettiera
che sibila in cucina
l’odore di pipa
anche la mattina
il tuo profumo
un po’ demodé
le piccole cose
che amo di te

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Per la terza e ultima strofa è necessario alzare la voce di un tono, agitare le braccia in aria e possibilmente scagliare qualche piccolo oggetto qua e là.
Quel tuo sorriso beota
la mania idiota
di tirarmi i capelli
e dici: vorrei
averli anch’io così belli
e ti dico: cretino,
comprati un parrucchino!
E a letto stare sveglia
e sentirti russare
e sul comodino
un tuo calzino
e la tua caffettiera
che é esplosa
finalmente, in cucina!
La pipa che impesta
fin dalla mattina
il tuo profumo
di scimpanzé
quell’orrendo gilet
le piccole cose
che amo di te.
di Stefano Benni
Buon San Valentino!