7 brani per San Valentino: una selezione che racconta le varie sfumature dell’amore, sentimento decantato in maniera inversamente proporzionale alla sua comprensione
La playlist racchiude pezzi diversi: tracce rock, jazz, post punk, musica d’autore, dark e doom.
Audioslave “Like a stones”, Audioslave 2002: un brano del compianto Chris Cornell che racconta la storia di un’attesa, una confessione d’amore di chi è pronto ad aspettare l’amata fino all’ultimo giorno della propria vita. il testo, come tutti quelli di Cornell, appare un po’ criptico, si parla anche degli errori commessi nel rapporto di coppia e di rimpianti. Una piccola perla resa ancora più dolce dal fatto che il suo autore non c’è più.
Scorpions “Still loving you”, Love at First Sting 1984: un pezzo che racconta la sofferenza di un amore che perdura, e che si rimpiange. «Combatterò, piccola, combatterò per meritare ancora il tuo amore». Gli uomini che si prendono le proprie responsabilità nella fine di una storia non smetteranno mai di essere apprezzati. Una pietra miliare nella carriera del gruppo rock tedesco. L’interpretazione di Klaus Meine la rende immortale.
John Coltrane “Naima”, Giant steps 1959: una bella ballad che il noto sassofonista compose per la sua prima moglie, Juanita Naima Grub.
Dexter Gordon “Don’t explain”, Don’t explain 1962: una dolce interpretazione di Dexter Gordon del brano di Billie Holiday e Arthur Herzog jr. Gordon crea un’atmosfera particolare, le note sembra vogliano cullarci nei buoni sentimenti.
Francis Cabrel “Je t’aimais, je t’aime, je t’aimerai”, Samedi soir sur la Terre 1994: Francis Cabrel, uno dei più amati chanteur francesi che, con le sue struggenti canzoni, non passa mai di moda, proprio come l’amore.
The Cure “Lovesong”, Disintegration 1989: direttamente dal mondo dark, un brano di Robert Smith che ci riporta indietro agli anni Ottanta. «Ogni volta che sono solo con te/Mi fai sentire come se fossi nuovamente a casa». Un brano dalle atmosfere un po’ cupe e molto intime.
Tiamat “Do you dream of me?”, Wildhoney 1994: un brano dolcissimo di una metal band norvegese. A conferma del fatto che i metallari quando virano di genere eccellono.