Gabriele D’annunzio: una vita intera in accelerazione, sempre proteso verso una nuova sfida da affrontare
Gabriele D’Annunzio fu giornalista, scrittore, poeta, patriota, aviatore; pescarese per nascita divenne romano, napoletano, fiorentino, parigino, veneziano, poi Deputato, Vate, Principe di Montenevoso, Comandante e Reggente di Fiume.
È questo l’uomo che nel 1922, alla soglia dei cinquant’anni e ferito in battaglia, si trasferisce a Gardone Riviera, una località sulle rive del lago di Garda. Acquista la villa di Henry Thode per farne la sua opera d’arte: il Vittoriale degli italiani. Qui completa Notturno (1923), scrive Faville del maglio (1924 e 1928), Libro segreto (1935) e Teneo te Africa (1936), ma soprattutto si dedica alla trasformazione della villa nella cittadella monumentale che è oggi il Vittoriale.
L’animo eclettico di D’Annunzio rende questo luogo unico, onirico e a tratti surreale. L’ingresso presenta un portale a due arcate e una fontana che riporta le parole del Priore, come amava autodefinirsi il Vate: «Dentro da questa cerchia triplice di mura, ove tradotto è già in pietre vive quel libro religioso ch’io pensai preposto ai riti della patria e dai vincitori latini chiamato il Vittoriale».
Con l’architetto Gian Carlo Maroni amplia la proprietà acquistando terreni adiacenti e aggiungendo l’ala Schifamondo divenuta poi il Museo D’Annunzio Eroe. Progettata per divenire la dimora del poeta, ospita oggi cimeli storici, armi, bandiere e autografi della Collezione dannunziana dell’Ambasciatore Antonio Benedetto Spada. L’Auditorium vanta una platea per duecento persone e viene utilizzato per convegni e spettacoli che si svolgono sotto le ali di un biplano Ansaldo S.V.A. che ora riempie la cupola. Si tratta del velivolo con il quale D’Annunzio sorvolò Vienna nel 1918 per lanciare i volantini con l’annuncio della vittoria italiana. Passeggiando nel parco può capitare di imbattersi in una polena posizionata sulla prua della nave militare Puglia, simbolicamente rivolta verso la Dalmazia, oppure nel grandioso teatro all’aperto che né il poeta né l’architetto Maroni poterono vedere completato. La piazza dell’Esedra, il Tempietto delle Memorie, il Giardino delle Vittorie, Piazzetta Dalmata, la Fontana del Delfino e il Lago del Cigno sono solo alcuni dei luoghi che popolano il parco dannunziano.
Nel 2010 è stata inaugurata l’esposizione D’Annunzio Segreto, che presenta abiti e oggetti personali presenti nella villa alla sua morte.
«Non soltanto ogni mia casa da me arredata – io scrissi – non soltanto ogni stanza da me studiosamente composta, ma ogni oggetto da me scelto e raccolto nelle diverse età della mia vita fu sempre per me un modo di espressione, fu sempre per me un modo di rivelazione spirituale, come uno dei miei poemi, come uno dei miei drammi, come un qualunque mio atto politico o militare, come una qualunque mia testimonianza di diritta e invitta fede. Per ciò m’ardisco offrire al popolo italiano tutto quel che mi rimane». Gabriele D’Annunzio
Il Vittoriale è proprietà dello Stato Italiano dalla morte del poeta, grazie alle sue volontà che ne dispongono la donazione. È divenuto un magnifico museo: casa, arredamento, parco, automobili e ogni particolare parlano della personalità poliedrica di una figura tanto conosciuta quanto controversa.
Gabriele d’Annunzio muore per emorragia cerebrale, come aveva predetto egli stesso pochi anni prima: «La sensazione della corda nel cervello – che è per spezzarsi, che può spezzarsi. Il senso della morte improvvisa».
Era seduto al tavolo da lavoro nella stanza della Zambracca della Prioria nel suo Vittoriale, la sera del primo giorno di marzo del 1938.