Pubblicata nel 1576, la Vita Nova è un componimento prosimetrico in cui si alternano prosa e versi. La Vita Nova Dante la scrisse ispirandosi alla figura di Beatrice.
Ne la Vita Nova Dante affronta il tema dell’amore e dell’elevazione morale a cui permette di giungere
Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.
Da Tanto gentile e tanto onesta pare (sonetto in Vita nova, XXVI capitolo)
Un’antologia lirica che tratta d’amore. Un’opera scritta tra il 1292 e il 1293 che ha come ispirazione una giovane donna, Beatrice, morta prematuramente nel 1290.
La Vita Nova si divide in due parti. La prima è incentrata sui sentimenti di gioia e felicità che Beatrice ispira al poeta. Nella seconda, invece, emerge il lato buio, dovuto al dolore per la sua scomparsa.
Le tre tappe del rapporto de la Vita Nova
Beatrice concede il saluto a Dante. Il saluto assume le forme di una salvezza, di uno stato di beatitudine di cui Dante si nutre e su cui comincia a fantasticare. Un incontro che avviene quando i due hanno meno di dieci anni, ma che segna tutto il percorso sentimentale del sommo poeta.
Beatrice non concede più il saluto a Dante. Il dispiacere causato da questa indifferenza affligge il poeta, il quale arriva ad amare Beatrice senza voler avere più niente in cambio, nemmeno il cenno di saluto. La ama per amarla. È il sentimento che si autoalimenta.
Beatrice muore. Il rapporto tra i due non è più possibile. Ciò che persiste, nel racconto di Dante, è l’amore che si instaura tra lui e il ricordo di lei, o meglio: tra lui e l’anima della donna amata.

L’idealizzazione dell’amore
Beatrice è vista da Dante non come una donna comune ma come un essere celeste, una creatura discesa dal cielo. La sua presenza sulla terra è considerata un segno della presenza di Dio tra gli uomini, un’apparizione angelica capace di generare un senso di gioia e beatitudine. Dante sente di elevarsi moralmente solo per il fatto di essere capace di provare sentimenti talmente virtuosi da non aver bisogno di ottenere nient’altro in cambio. La persona amata è tale in quanto esistente. Nient’altro.
Perché il poeta è ancora attuale?
Idealizzare l’oggetto del proprio amore e del proprio desiderio: a chi non è mai capitato? I fattori della costruzione dell’amata (o dell’amato) a senso unico sono sempre gli stessi. Dante, di cui quest’anno si celebra il settecentenario dalla morte, in diversi eventi, descrive il passaggio di Beatrice come un’apparizione spirituale, un’emanazione di purezza e di dolcezza per il cuore. Beatrice non fa nulla per sedurre o per farsi piacere. Si fa ammirare per ciò che è, non per ciò che fa. E Dante la fa diventare l’oggetto della sua poesia, dipingendola come una donna colma di virtù. Un amore mai nato, dapprima per l’indifferenza espressa dalla donna, in seguito per la sua scomparsa. E il poeta si dispera, non sentendosi degno di amare nessun’altra.
La Vita Nova Dante: la gelosia di Beatrice
Perché Beatrice smette di rivolgere il saluto a Dante? Perché scopre che il poeta dedica le sue liriche ad altre due donne, senza sapere che Dante lo fa per non mettere in pericolo la sua vita, poiché è certo di aver avuto una premonizione. Durante la visione onirica avuta all’età di diciotto anni, il sommo poeta vede infatti una personificazione del dio Amore che tiene in braccio Beatrice addormentata. In una mano, Amore stringe il cuore del poeta. Dopo aver svegliato la donna, glielo fa mangiare. È il motivo ricorrente della poesia provenzale. Vi ricorda qualcosa? Provate a riascoltare La ballata dell’amore cieco (o della vanità) di Fabrizio De André.