La Formula 1 è noiosa. La Formula 1 è emozionante. Difficile sentire una via di mezzo, quando si parla con la gente. Perché la Formula 1 divide. Da una parte c’è chi la ama, chi vive ogni curva trattenendo il respiro davanti alla televisione o sulle gradinate di un circuito. E c’è chi non la capisce. Vie di mezzo non ce ne sono.
I folli eroi della Formula 1

E poi c’è la Formula 1 dei piloti, dei personaggi, quegli eroi (o folli) che conoscono tutti, oltre la passione. E oltre la presunta noia. Nuvolari, Fangio, Senna. E ovviamente Gilles Villeneuve, uno dei piloti più amati di sempre, coccolato dal grande vecchio Enzo Ferrari e osannato dalle folle rosse. Il pilota canadese, morto in un tragico incidente durante le prove del gran premio del Belgio nel 1982, a Zolder, l’8 maggio. Morte che è legata alla sua follia, alla passione senza mezzi termini che metteva quando era alla guida di una monoposto, ma che è anche strettamente legata, nell’immaginario di tutti gli appassionati, alla rivalità con l’amico e compagno di scuderia Didier Pironi che proprio in quelle ultime settimane si era improvvisamente infiammata. Le due Ferrari 126 C2 sono passate da “rivali” a “nemiche” in pochi giorni. Tragici.
Villeneuve Pironi, il docufilm di un’amicizia finita

Il 25 dicembre è stato trasmesso per la prima volta il docufilm Villeneuve Pironi, realizzato da Sky Italia e diretto da Torquil Jones, già regista dei documentari Netflix 14 Peaks: Nothing is Impossible e Bobby Robson: More Than a Manager. La morte di Villeneuve è uno degli eventi più raccontati della storia della Formula 1, non solo per la tragicità dell’incidente, ma anche e soprattutto per il clima di tensione che si era venuto a creare all’interno del team dopo uno sgarbo perpetrato dal francese Pironi durante il gran premio di Imola proprio ai danni del pilota canadese. In molti hanno associato l’eccessiva foga di Gilles nelle curve di Zolder alla voglia di rivalsa verso Didier. In molti hanno così piano piano dimenticato gli uomini, la loro amicizia, la loro passione. Dopo 40 anni rimane ancora il brivido del dramma.
Jones riconsegna gli uomini, mettendo da parte gli eroi
Il regista Jones, che ha scritto il documentario insieme al collega Gabriel Clarke ha realizzato un prodotto emozionante e dettagliato. Porta nell’intimo di due personaggi unici, folli come solo i piloti di Formula 1 dell’epoca potevano essere (lo stesso Jackie Stewart ha raccontato spesso di come si potesse morire ogni giorno, in quegli anni), raccontandoli con telecronache e immagini di repertorio nuove anche per chi la Formula 1 la segue con costanza da decenni.

Lo fa anche con le testimonianze di tante persone che hanno potuto raccontare Gilles e Didier con aneddoti privati e intimi. L’affascinante Pironi e il suo rapporto con le donne e con l’unico obiettivo di vincere il mondiale. E il controverso Gilles, pilota passionale e padre inflessibile, come ha avuto modo di ricordare suo figlio Jacques, sempre forse un po’ troppo freddo verso la figura di quel pilota/padre che, anche dopo il titolo mondiale di Jacques con la Williams, continua a fare un’ombra immensa su di lui.
Familiari, amici, colleghi (Alain Prost, Bernie Ecclestone, Jackie Steward, Mauro Forghieri), giornalisti. Una carrellata di storie nelle storie, di emozioni che ci accompagnano fino a quell’ultima curva, l’8 maggio del 1982, Zolder, Belgio.
Tragedia figlia di una grande passione indomabile

Una tragedia che nessuno all’epoca era pronto a vivere. Tragedia che ha raggiunto anche Pironi qualche settimana dopo, con il tragico incidente durante le prove del Gran Premio di Germania che lo ha portato al ritiro. La storia di Villeneuve e Pironi è lo scontro drammatico di due grandi passioni, qualcosa che nessuno dei due ragazzi all’epoca poteva gestire (Gilles aveva 32 anni, Didier 30), un fuoco che non si poteva spegnere. E che li ha comunque consegnati alla Storia. Alle emozioni di una Formula 1 magica.
Lo dice anche il regista Jones quando dichiara che «Il film è un’esplorazione di quanto lontano possa portare la passione di una persona, di come questa influisca sui suoi cari, di come superi la paura e il pericolo, di come la passione possa diventare illimitata e di cosa succeda quando passioni diverse si scontrano».
Dopotutto, sempre attingendo alle dichiarazioni rilasciate da Torquil Jones, si può dire che quella dei due piloti Ferrari «è una storia sulla famiglia, sull’amore». Per lui, ed è un pensiero condiviso, il film è tutto questo. Con la Formula 1 sullo sfondo. È la storia di Gilles e Pironi. E di chi li amava.
Andrea Franco