La mole di manoscritti che sistematicamente si accatasta negli indirizzari delle case editrici è spesso sottovalutato e al di fuori del pensabile. Perché un Editore possa quindi selezionare i più validi – e scegliere cosa e chi pubblicare – è necessario partire dalle basi, da una catalogazione che faciliti il giudizio e la classificazione degli inediti.
Si tratta della valutazione del manoscritto, che si fonda su un’attenta lettura e si conclude con la stesura della scheda di valutazione.
La scheda di valutazione
Normalmente il lettore che si fa carico della valutazione degli inediti è un collaboratore esterno alla redazione della casa editrice. Un lettore che facilmente può esternare il proprio giudizio – super partes! -, ma mantenendo bene a mente il progetto editoriale, manifesto della casa editrice, a cui fare fede per le proprie considerazioni.
La scheda di valutazione racchiude tutte quelle informazioni necessarie per inquadrare il manoscritto: autore, titolo, genere e trama. Una volta redatta, a prenderla in carico sarà l’Editore che potrà considerare se effettivamente l’inedito incontra o meno i suoi gusti e la propria linea editoriale.
Sta al lettore dunque mettere in risalto tutti i punti di forza e le criticità del testo, sin dal principio.
Il giudizio punto per punto
I primi dati da inserire all’interno della scheda sono: il titolo e l’autore. Riguardo al primo, è sempre buona abitudine suggerire delle migliorie, soprattutto se troppo lungo o poco accattivante. L’autore deve essere sempre riassunto in poche righe: formazione, professione e produzione letteraria (quindi se esordiente o se con a carico già altri scritti).
Subito dopo, è norma inquadrare il genere letterario e le eventuali sottocategorie di appartenenza. Un plus ben accetto sarebbe indicare conseguenzialmente il target che meglio si adatta alla lettura presa in esame: dunque che tipologia di pubblico, per età e gusto, potrebbe rispondere al meglio alla pubblicazione dell’inedito.
Arrivati a questo punto, si giunge al punto cruciale. Il momento in cui si decidono le sorti del manoscritto e si delinea per l’editore la fattibilità e la sostenibilità della pubblicazione: è la stesura del giudizio personale. Il tono da adoperare può essere più o meno informale, a dettare regola è la natura della collaborazione con la casa editrice e il livello di confidenza con l’editore a cui consegnare poi la propria scheda.
È possibile azzardare una prima persona singolare soggetto, l’importante è che sia lapalissiana l’obiettività del commento – che segue inevitabilmente i propri gusti da lettore (non a caso, l’Editore spesso chiede più pareri su uno stesso inedito), ma deve tenere conto anche di normative inderogabili.
La prima panoramica infatti è sulla scrittura e l’uso corretto della lingua: fluidità o errori in ottica morfo-orto-sintattica.
La grammatica ha regole ben chiare e, in tal senso, la legge è uguale per tutti!
Subito dopo, bisogna entrare nel merito del testo.
Indicare se il linguaggio adoperato risulta accattivante tanto da rendere la lettura scorrevole. Se effettivamente intreccio, trama, tratteggiamento dei personaggi, impostazione dei dialoghi sono coerenti, o se invece presentano gap, incongruenze ed è quindi necessario, in fase di editing, rimaneggiarli per creare maggior interesse e coinvolgimento.
Immancabile nella valutazione è il tentativo di inquadrare il manoscritto in un qualche filone letterario: quindi trovare dei parallelismi con titoli noti e altri autori che possano suggerire all’Editore un’immaginaria collocazione per stile, trama e fenomeno mediatico (dare il proprio parere in merito alla predisposizione – o meno – dell’inedito a un adattamento televisivo è sempre un buon punto su cui argomentare).
A chiudere la scheda, non può mancare l’indicazione regina tra tutte: la collocazione del manoscritto all’interno del catalogo della casa editrice.
Questo presuppone, da parte del lettore, lo studio attento della produzione editoriale della realtà per cui si lavora: dalle collane agli interessi e target, fino agli obiettivi promossi e specificati nel programma editoriale. In caso l’inedito non incontrasse tali presupposti è assolutamente da sottolineare; viceversa, bisogna invece suggerire dove se ne vedrebbe esattamente la sistemazione.
La valutazione non è solo questione di lettura
Come qualunque attività che riguardi la pubblicazione di un libro, la valutazione non è solo questione di lettura!
Indubbiamente avere piacere di leggere è il primo requisito necessario, ma a seguire tassativamente sono da considerare: un’ottima preparazione in ambito letterario, il costante aggiornamento su andamento e trend del mercato editoriale, attenzione ai dettagli e guizzo creativo che sappia individuare e anticipare gli interventi propri della successiva fase di editing.
Pamela Valerio