Al giorno d’oggi è facile cadere nell’abitudine di comprare qualcosa di nuovo non appena un oggetto si rompe, si danneggia, o semplicemente non appena vediamo qualcosa che ci piace.
Non c’è nulla di male, ed è umano: una bella tazza attira sempre l’attenzione e non se ne hanno mai abbastanza. Con l’arrivo di Instagram, poi, l’occhio cade sempre su quella candela particolare, su quel diario dalla copertina che s’intonerebbe proprio bene alla camera da letto…
Per gli amanti della lettura e della carta è difficile resistere al richiamo di qualunque oggetto abbia a che fare con i libri.
Perché, allora, non sfruttare quanto si ha già in casa e, invece che buttarlo, dargli un valore aggiuntivo?
Questa pratica si chiama upcycling: vediamo di che cosa si tratta.
No al riciclo, sì all’upcycling: un po’ di storia
Questo termine, non molto conosciuto, si iniziò a usare nel 1994, quando Reiner Pilz, un ingegnere meccanico tedesco, parlò del riciclo come di un “down-cycling” e sostenne che ciò di cui si aveva bisogno era invece l’up-cycling, che poteva dare a vecchi prodotti un valore maggiore rispetto a quanto ne avessero in origine.
In che cosa differiscono le due pratiche?
In parole povere, il riciclo consiste spesso nel ridare a un oggetto la medesima funzione per cui è stato creato; l’upcycling, invece, prende quel medesimo oggetto e lo trasforma in modo da dargli nuova vita, un nuovo scopo, e un maggior valore.
È quanto avviene, per esempio, con molti mobili: di recente, complice anche la pandemia degli ultimi anni, c’è chi invece di comprare un nuovo arredamento, ha preferito ristrutturare da capo un vecchio comodino, ridipingendolo e facendolo apparire come nuovo.
Upcycling con i libri per una nuova creatività sostenibile
L’upcycling può essere sfruttato anche per i libri. Certo, l’idea di usare parti di un libro – e quindi distruggerlo – potrebbe ferire molti, ma a volte si tratta di esemplari rovinati, danneggiati, che potrebbero solo finire al macero.
Tra alcuni esempi che si possono fare dell’upcycling vi è quello di sfruttare le pagine di un vecchio libro per stamparvi sopra una seconda immagine, incorniciarla, e renderla un pezzo unico d’arredamento.
C’è chi, invece, ha pensato di usare un’intera collezione di enciclopedie per creare l’appoggio per un tavolino; va da sé che in questo caso i libri devono essere ben incollati tra di loro! Un’ottima idea per una libreria, una biblioteca, o anche per casa propria.
Attraverso l’uso di sostegni appositi, poi, è possibile usare vecchi libri come piccole mensole per altri oggetti, purché questi non abbiano un peso elevato: pensate a come potrebbe essere avere un’intera parete ricoperta di libri!
Un libro può anche essere un ottimo contenitore e anche un modo per creare un regalo indimenticabile: scavando – non senza soffrire, ma ne varrà la pena – e portando via una porzione delle pagine per formare figure geometriche come cerchi, quadrati, o cuori, è possibile inserire all’interno un piccolo oggetto o gioiello. Non sarebbe bellissimo, aprire un libro e trovarci dentro un anello, per esempio, o avere degli orecchini custoditi tra le pagine di una vecchia edizione di Cime Tempestose?
Insomma, con l’upcycling, tutto è possibile: basta un po’ di fantasia!
Francesca Pantieri