Ristrutturare la vecchia casa di Tolkien e trasformarla in un centro studi, così dice il crowdfunding tuttora attivo online; ma la Tolkien Society prende le distanze
Manca poco meno di un mese al termine della campagna di crowdfunding, avviata su Kickstarter dall’organizzazione no-profit Project Northmoor, con l’obiettivo di raccogliere una quota della cifra necessaria per acquistare la casa in cui J.R.R. Tolkien soggiornò con la sua famiglia tra il 1930 e il 1947, e dove scrisse Lo Hobbit e iniziò la stesura de Il Signore degli Anelli. Il progetto prevede poi di ristrutturarla e di trasformarla in un centro studi letterari dedicato al geniale creatore della Terra di Mezzo.
L’iniziativa è partita dalla scrittrice inglese Julia Golding e ha ricevuto il sostegno di moltissime persone, tra cui alcuni nomi illustri come Ian McKellen, Annie Lennox, Martin Freeman, John Rhys-Davies e Derek Jacobi, che hanno anche partecipato alla realizzazione di un video promozionale come sostegno alla raccolta fondi, già partita per altre vie oltre che mediante Kickstarter. La cifra da raggiungere è notevole: 4,5 milioni di sterline (il che vuol dire che il valore della casa è quasi triplicato dal 2004, quando fu acquistata dal proprietario precedente per 1,6 milioni di sterline).
Le obiezioni di una parte del mondo tolkieniano
Non tutti, però, sono entusiasti del progetto. Su forum online e articoli dedicati a Tolkien, si dibatte ad esempio sul fatto che, nel caso la raccolta fondi non dovesse raggiungere la cifra necessaria all’acquisto, non è chiaro se le offerte sarebbero restituite ai supporter. Alcuni fanno notare che la casa è già molto ben conservata e non ha alcun bisogno di ristrutturazione, altri che i programmi futuri della Project Northmoor sembrano finalizzati più all’organizzazione di soggiorni, corsi e seminari a pagamento, che non alla diffusione della cultura tolkieniana. C’è anche chi fa notare come alcuni enti che stanno offrendo sostegno all’iniziativa siano legati a gruppi cristiani, potenzialmente interessati a vantare affinità con il grande scrittore. Infine, anche la Tolkien Society ha espresso le sue riserve.
Con un comunicato pubblicato sul suo sito all’inizio di dicembre, infatti, l’ente che si occupa di promuovere e tutelare il patrimonio culturale del professore di Oxford prende le distanze dall’operazione in modo inequivocabile: “I dirigenti della Tolkien Society desiderano chiarire ai membri della Società, ai sostenitori e al pubblico che la Società non è in alcun modo coinvolta con, o affiliata a, Project Northmoor”.
Non resta che aspettare il 15 marzo, data entro la quale Project Northmoor ambisce a raccogliere la cifra prevista, per scoprire se l’operazione avrà avuto successo.