Il 18 marzo si celebra la Giornata Mondiale del Riciclo. Istituita nel 2018 dalla Global Recycling Foundation, ha lo scopo di promuovere e di sensibilizzare le imprese e i governi a proposito dell’importanza della raccolta differenziata e del riciclo. Un argomento che tutti hanno bisogno di conoscere maggiormente, per contribuire a non sprecare risorse e a salvaguardare il pianeta.
Giornata Mondiale del riciclo: tutto iniziò con le campane di vetro
Ricordi le grosse campane di vetro che campeggiavano a ridosso di slarghi semicentrali? Erano gli anni Novanta, e si cominciava a parlare di riciclo. Nel paese di chi scrive, la campana si trovava a fianco alla cabina telefonica, nella piazza principale. Non si trattava proprio del massimo della praticità, visto che chiunque poteva lanciare al suo interno bottiglie durante le conversazioni, facendo tremare il distratto utente SIP.
Le campane verdi sono state una rivoluzione: prima di esse si sentiva parlare vagamente di riciclo e di pratiche per tutelare l’ambiente, ma il cittadino medio non poteva fare quasi niente di concreto. Erano i tempi in cui trasmissioni come Geo&Geo portavano all’attenzione del grande pubblico temi legati al clima e alle nuove tecnologie. Qui solo vetro, grazie. No ceramica. No plastica. No metallo, recitava l’etichetta affissa sopra la campana. E i primi aspiranti riciclatori si recavano a far “brillare” in mille frammenti il proprio bagaglio di bottiglie.
Italia leader nel riciclo
Da allora l’Italia ha percorso diversi step per quanto riguarda la gestione dei rifiuti. La consapevolezza di poter agire con un piccolo gesto di responsabilità – e con un po’ di pazienza – su tematiche ambientali globali, incidendo su questioni fondamentali, come le emissioni di CO2, ha offerto certamente una buona spinta motivazionale.
Riciclare è una pratica preziosa, a cui noi tutti possiamo apportare il nostro contributo. Così come per quanto riguarda il risparmio energetico, sono i piccoli gesti quotidiani che possono fare la differenza. E non si tratta di lottare contro i mulini al vento.
In venticinque anni, infatti, con la riforma avviata col D.lgs 22 del 1997, si è passati dall’emergenza rifiuti all’eccellenza nel riciclo. È un risultato importante: oggi l’Italia è leader europeo del riciclo dei rifiuti e in cui l’industria del riciclo ha conosciuto una crescita costante quantitativa e qualitativa.
I dati del rapporto Il Riciclo in Italia 2022, realizzato dalla Fondazione Sviluppo Sostenibile e presentato in occasione della Conferenza Nazionale dell’Industria del Riciclo “L’eccellenza del riciclo e le sfide future”, promossa dalla Fondazione Sviluppo Sostenibile in collaborazione con Conai, con Pianeta 2030 del Corriere della Sera, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e di ISPRA fanno ben sperare.
Specie se si pensa che nel 1997 la raccolta differenziata dei rifiuti urbani registrava un misero 9,4 % e l’80% dei rifiuti finiva in discarica; che solo il 21% dei rifiuti industriali veniva riciclato mentre il 33% finiva in discarica: è evidente che si siano fatti passi da gigante. L’Italia nel 2020 ha riciclato il 72% di tutti i rifiuti, urbani e speciali-industriali: un primato europeo (il 53% la media Ue e il 55% quella della Germania).
La raccolta differenziata e alcuni dubbi
All’inizio sembrava un vero enigma. Come ogni volta che un’abitudine viene sconquassata, il panico imperava, nelle famiglie italiane.
Servirà? Non servirà? Stiamo perdendo tempo? Stiamo facendo il gioco voluto dai poteri forti e dalle grandi industrie del riciclo?
Molti i dubbi, sostenuti da chi si ostinava a remare indietro, additando tutti i comuni mortali (secondo loro una massa informe di ingenuotti!) come automi capaci soltanto di seguire pari pari le indicazioni del governo, senza informarsi a sufficienza e senza avere la capacità di “vedere oltre”.
Vi erano le tesi oscurantiste che vedevano negli interessi delle aziende atte allo smaltimento l’unico motivo di esistere della raccolta differenziata. E l’economia circolare e il riutilizzo dei materiali differenziati? E la trasformazione di rifiuti organici (bucce di frutta, scarti vegetali, avanzi di cibo, gusci di uova e fondi di caffè) in compost (fertilizzanti naturali)… E tutto il resto?
Per arrivare preparati alla Giornata Mondiale del Riciclo 2024: piccoli consigli da seguire tutti i giorni
- Alcuni rifiuti da riciclare creano qualche confusione. Si cercherà di fare chiarezza su alcuni possibili equivoci.
- Carta e cartone vanno gettati negli appositi contenitori, ma tovaglioli di carta e carta non sono la stessa cosa! I tovaglioli imbrattati di sugo, e anche quelli rimasti illesi dall’ultima pizzata davanti alla serie di punta su Netflix, devono essere riposti nell’umido.
- Tornando al vetro: bottiglie e barattoli di vetro vanno smaltiti insieme, mentre bicchieri, specchi e piatti di ceramica vanno a finire nell’indifferenziato.
- Oggetti multimateriale, come spazzolini da denti e pennarelli, vanno nell’indifferenziato, anche se di logica si potrebbe pensare che possano essere riciclati nella plastica, essendo il materiale dominante.
- Altro dubbio riguardano alcuni componenti come il Tetra Pak: la loro ultima destinazione dipende dal Comune in cui avviene la raccolta.
- Occorre prestare attenzione al calendario della raccolta differenziata: alcuni rifiuti vengono ritirati ogni 15 giorni, e in alcuni giorni particolari, come Natale, per esempio, il servizio è sospeso.
- Altro modo di riciclare è quello di utilizzare la propria creatività. Esistono dei corsi appositi, indirizzati non solo ai bambini, che insegnano come dare una seconda vita alle cose.