Sebbene la paternità della radio sia ancora oggetto di contenzioso fra Edison, Tesla e Marconi, è però indubbio che il primo brevetto di una comunicazione senza fili risale al 1891, quando Edison impiegò un sistema di segnalazione lungo una linea ferroviaria negli USA.
Thomas Alva Edison, inventore fra i più prolifici della storia recente tanto che la rivista “Life” lo pose in prima posizione nella classifica delle 100 persone più importanti negli ultimi 1000 anni.
Edison ha depositato più di un migliaio di brevetti, a partire dalla lampadina a incandescenza fino all’ormai obsoleto kinetoscopio, passando per diverse centinaia di invenzione che ancora oggi fanno da fondamenta alla moderna tecnologia digitale.
La radio: l’evoluzione del telegrafo
La radio nasce come evoluzione del telegrafo a fili. Le comunicazioni su lunghe distanze, prima del 1891, erano affidate infatti all’uso del telegrafo elettrico di Samuel Morse, inventore dello stesso codice che porta ancora oggi il suo nome.
La prima radio, chiamata appunto telegrafia senza fili, non era in grado di trasmettere la voce umana, o comunque nessun tipo di suono registrato e ritrasmesso, ma era capace di trasmette il segnale acceso/spento, consentendo appunto di impiegare il codice Morse per le comunicazioni.
Radio digitale e nuove frontiere
Dal lontano 1891, la radio, ma tutte le tecnologie di comunicazione, ha subito innovazioni ed evoluzioni che l’hanno trasformata in qualcosa di completamente nuovo e originale.
Perché, se da un lato la radio ancora oggi riveste un ruolo importantissimo nelle comunicazioni tradizionali, dall’altro si parla ormai di “podcast”.
Il podcast è erede e continuatore della radio, moltissime sono le redazioni radiogiornalistiche o radiotelevisive che ne fanno uso. La facilità d’uso del podcast, unita alla modalità di ascolto “classica” di una radio è ciò che lo rende versatile e utile.
Nondimeno, negli ultimi anni, esso trova impiego anche nel campo dell’eduzione e dell’apprendimento.
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