Con un cast capitanato da Nicole Kidman e Hugh Grant, la storia in 6 episodi ispirata al family drama di Jean Hanff Korelitz sceglie la via del thriller
Il titolo originale, in realtà, non era The Undoing. Il romanzo di Jean Hanff Korelitz da cui è tratta la miniserie Sky si intitolava You Should Have Known ovvero “Avresti dovuto saperlo”. E questo perché la protagonista, Grace, scriveva un libro con quel titolo, per suggerire alle donne di ascoltare bene il loro istinto e possibilmente anche la voce della ragione, prima di scegliersi un compagno per la vita, in modo da prevenire i problemi invece di doverli curare a posteriori.
I protagonisti di The Undoing
Grace è una psicanalista e una consulente matrimoniale, certe cose le ha viste e sentite fin troppe volte dai suoi pazienti; ma a dispetto della sua professione, forse anche lei si è lasciata conquistare da un uomo che in realtà è diverso da come si presentava. Forse si è lasciata accecare da un fascino troppo perfetto, forse non l’ha usata, la voce della ragione.
O forse sì; forse le circostanze che indicano suo marito Jonathan come probabile assassino di una bellissima e giovane donna, mandando in pezzi l’armonia dell’intera famiglia, sono solo un beffardo scherzo del destino ai danni di un innocente. Eppure il dubbio, una volta insinuato, è difficile da estirpare; specie se ogni giorno viene nutrito da nuovi indizi, nuovi interrogatori, una snervante pressione mediatica e sociale. Ogni passaggio complica la situazione e la rende più intricata, gettando ombre di sospetto su tutti i personaggi (c’entrerà qualcosa il padre di lei? E l’amica del cuore? E il marito della donna uccisa?) e agganciando lo spettatore fino all’ultimo.
The Undoing, un viaggio nella fragilità umana
Sul piccolo schermo, le interpretazioni di Nicole Kidman e Hugh Grant (accompagnati da un intenso Donald Sutherland e da una glaciale Noma Dumezweni) arrivano al cuore del pubblico insinuando proprio il dubbio, e di conseguenza il desiderio di sapere cosa davvero sia successo la notte dell’omicidio: come avviene per i veri casi di cronaca nera che diventano materia da talk show e dividono il pubblico tra innocentisti e colpevolisti.
The Undoing fa ricorso a tutti i meccanismi tipici del thriller e del poliziesco (false piste, mezze confessioni, prove circostanziali, avvocati senza scrupoli, processi), insieme a qualche momento voyeuristico. In questo modo, imbastisce una trama che rivela le contraddizioni dei protagonisti e spia la loro incapacità di essere coerenti dall’inizio alla fine, l’inclinazione a cambiare idea, a ripensarci, a sentirsi fragili; il tutto accompagnato da una colonna sonora che passa da accordi dissonanti, sovrapposti al traffico di New York, a delicati brani di Schubert suonati al pianoforte, un contrasto che aiuta anch’esso a percepire il cambiamento continuo degli stati d’animo.
Peraltro, è proprio a questo aspetto più umano che punta il libro originale; esso infatti, pur prendendo spunto da un evento delittuoso e dai misteri che vi ruotano intorno, si concentra sull’evoluzione dei personaggi, uno in particolare, e su come reagire alle circostanze avverse lo conduca a rimettersi in gioco e a trovare nuove ragioni di fiducia in sé. Quasi un romanzo di formazione, ma per adulti; e, purtroppo, con una progressiva caduta di ritmo che invece la miniserie tv riesce a evitare, proprio grazie alla scelta di dare maggior consistenza alla trama poliziesca. Sicuramente sacrificando qualche dettaglio psicologico, ma guadagnando in azione e in suspense fino alla svolta conclusiva.