The Pale Blue Eye: atmosfere gotiche di metà Ottocento fanno da sfondo al delitto di un giovane cadetto dell’accademia militare di West Point. Qui, un detective, Augustus Landor, uomo oscuro e circondato dal mistero, interpretato da Christian Bale, viene scelto dai vertici dell’accademia per indagare sulla triste vicenda.
Non si tratta solo di un suicidio/omicidio. Dopo la morte, il corpo del giovane militare viene violato: gli viene strappato il cuore. A un primo omicidio, ne seguono altri. Il detective Landor inizia a sondare il terreno, vagliando ogni elemento ritenuto di rilievo.
L’omaggio ad Edgar Allan Poe in The Pale Blue Eye
La storia promette bene. Assorti nelle paludose foreste e nella coltre nebbia dei locali notturni, si vede il protagonista alle prese con delle indagini tutt’altro che semplici.
Ad aiutarlo a sbrogliare la matassa, iniziando a decifrare il biglietto strappato trovato nella mano della prima recluta uccisa, è un militare con un’aria familiare e la fama di poeta: Edgar Allan Poe, interpretato qui da Harry Melling.
I due iniziano una collaborazione che sfocia presto in un’amicizia, dove i loro relativi spettri si incontrano, ma non del tutto. Cosa c’è nel passato del detective Landor? Una moglie morta e una figlia scomparsa, chissà dove. Una storia nascosta dentro la storia narrata. C’è qualcosa di più misterioso del mistero principale? E già ci si comincia a perdere.
Una lunga linea dritta: un thriller che non riesce a intrigare
Interessante vedere Edgar Allan Poe che parla della sua vita così come ce l’hanno sempre raccontata. Bullismo ed emarginazione contraddistinguono la personalità del re dell’horror. Le poesie da lui decantate però, in Pale Blue Eye, non convincono. È tutto troppo fittizio, troppo calcolato, anche se immerso in un’atmosfera di mistero.
Il dietro le quinte è spaventosamente ostentato. I minuti corrono lenti, così come gli omicidi e il proseguo delle ricerche. Alcuni personaggi sono chiare maschere, come Julia (Gillian Anderson), moglie del medico militare. Le interpretazioni appaiono troppo delineate per risultare interessanti. E l’intrigo non intriga. Più il film va avanti più l’attesa della fine appare come un miraggio lontano… e sperato!
The Pale Blue Eye: l’ottima scenografia e l’omaggio allo stile gotico non basta
Come in una matriosca, ogni storia contiene un’altra storia. Dietro gli omicidi si nascondono dei riti satanisti. Gli stregoni sono i componenti di una tipica famiglia – felice e unita – americana.
L’amore del poeta per la giovane Lea Marquis, pianista affetta da una grave malattia, ricorda lo sfortunato amore di Edgar Allan Poe per Virginia. Un sacerdote cacciatore di streghe e autore di un rarissimo libro che si trova, guarda caso, in casa della famiglia Marquis.
Gli elementi ci sono tutti, ma non collimano. Nonostante tutta la carne messa al fuoco, si resta a fissare lo schermo domandandosi dove si vuole arrivare. Qualsiasi cosa succeda, da una certa ora in poi, appare scontata. Anche quando la storia vira in tutt’altra direzione.
È come se fosse troppo tardi, perché non bastano i corvi e i suoni inquietanti di una natura nemica a decretare l’impatto emotivo di un film con tali pretese.
I delitti di West Point di Louis Bayard: tornare dal film al libro
Louis Bayard è l’autore de I delitti di West Point, in corso di traduzione in quattordici lingue. In Italia, il romanzo noir è stato pubblicato da La Nave di Teseo. Bayard è stato finalista al premio Ellis Peters 2006 per il miglior romanzo storico, oltre ad essere stato selezionato al premio Edgar Allan Poe – Best Mystery Novel 2007.
La speranza, dopo aver finito di vedere il film, è quella di provare a leggere il libro da cui Scott Cooper ha tratto l’omonimo film con Christian Bale, Harry Melling e Gillian Anderson. Non sempre la trasposizione cinematografica rende giustizia all’opera alla quale si ispira.
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