Quando si parla di The Last of Us (e si è un po’ nerd), è inevitabile non entrare in clima di hype esorbitante, e da quando è stata annunciata la serie tv ispirata al capolavoro videoludico, quello dell’uscita di The Last of Us è diventato immediatamente uno degli appuntamenti più attesi del 2023.
The Last of Us
Nato dalla mente del pluripremiato sceneggiatore Neil Druckmann, The Last of Us vede le sue origini non nel mondo televisivo, bensì in quello dei videogiochi. L’horror-adventure game, ambientato in un universo post-apocalittico, ha collezionato 256 premi ed è stato sviluppato dalla Naugthy Dog (celebre già grazie alle saghe di Crash Bandicoot e Uncharted) e pubblicato nel 2013 da Sony Interactive Entertainment per PlayStation 3, PlayStation 4, PlayStation 5.
Il videogioco è diventato immediatamente campione di consensi – non sempre il portale IGN (Imagine Games Network) assegna un 10/10 ai videogiochi che recensisce – e dopo appena un mese dall’uscita sono state vendute più di tre milioni di copie in tutto il mondo. The Last of Us gode anche della fama di essere rimasto in cima alle classifiche per una durata di tempo pari a cinque mesi.
La storia dentro The Last of Us
The Last of Us ha inizio nel 2013, un annus horribilis in quanto scoppia una pandemia proveniente da una mutazione del fungo Cordyceps che innesca dei processi aggressivi negli esseri umani. Nel 2033 la popolazione è stata rovinosamente colpita dalla suddetta pestilenza cominciata venti anni prima.
I protagonisti – sia del videogioco che della fresca serie tv – sono Joel Miller, un cinico e piuttosto burbero contrabbandiere, ed Ellie, una ragazzina di appena 14 anni che non ha mai visto il mondo al di fuori della zona delimitata dalla quarantena. I due si incontrano poiché (e qui bisogna fermarsi per non incappare in spoiler videoludici o televisivi) uno dei due personaggi è la “preda” dell’altro.
Le aspettative sulla serie sono altissime, ai pari di quelle riversate sugli omonimi capitoli giocabili dalle varie console, e riguardano non solo gli ambiti più prettamente visivi, ma c’è molta attesa anche per ciò che concerne la colonna sonora, nominata per vari awards, e suonata dal vivo dagli stessi doppiatori dei personaggi; memorabile è la performance di Wayfaring Stranger suonata e cantata al Playstation Experience del 2017 (ATTENZIONE, da qui pericolo SPOILER).
Il trionfo del post-apocalittico
C’è da domandarsi perché il genere post-apocalittico sta riscuotendo questo largo successo di pubblico? Ormai non si fa più perno sulla spettacolarizzazione delle creature, perlomeno in ambito cinematografico: i “draghi-zombie” dell’ultimo capitolo della saga di Resident Evil non avevano ottenuto chissà quali consensi e il “New York Times” lo definì “Il capitolo più debole del franchise”. Ma il genere post-apocalittico non è morto lì.
L’apripista di una nuova ondata di consensi, e campione indiscusso, è stato The Walking Dead, tratto dall’omonima serie a fumetti ideata da Robert Kirkman, ma le pandemie sono centrali e motori di storie come quelle raccontate in The 100 (anch’esso di provenienza dalla carta stampata – ndr. The 100 di Kass Morgan), o nel più recente Station Eleven (tratto dall’omonimo romanzo di Emily St. John Mandel) o ancora (e qui sempre nel mondo dei videogiochi) in Horizon Zero Down – e poi nel sequel Horizon Forbidden West.
Il post-apocalittico è un genere che potrebbe attrarre per vari motivi, ma sicuramente il più valido è proprio quello legato alla sopravvivenza. In un mondo logorato da pestilenze, guerre, esplosioni nucleari, la vita impara pian piano a scorrere, a rinascere anche in mezzo a un panorama scheletrico di morte. Non solo, ma i valori che emergono sono di unità, amicizia ed è interessante scoprire che nella maggior parte dei casi citati, questi stessi principi veicolino tramite giovani e giovanissimi, proprio come nel caso della piccola Ellie di The Last of Us. Comprendere il significato di questa vita che in mezzo alla morte si nutre di speranza è di fondamentale necessità – specialmente in questi ultimi anni – è un barlume di luce in un mondo compromesso, ma non per questo spacciato. Un mondo che, come diceva Bob Dylan in Song to Woody «It looks like it’s a-dyin’ /an’ it’s hardly been born» (“Sembra che stia morendo/ma in realtà non è ancora nato”).
Lo show che vedrà come protagonisti Pedro Pascal (nel ruolo di Joel) e Bella Ramsey (in quello di Ellie), è composto da nove puntate che usciranno settimanalmente e andrà in onda su Sky Atlantic e Now, dal 16 gennaio.
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