Il 16 marzo Netflix ha rilasciato la seconda stagione di Shadow and Bone, in italiano Tenebre e Ossa, che ha visto il suo esordio nel 2021 e i cui aggiornamenti sono stati seguiti con attenzione e passione dai fan.
Shadow and Bone è l’adattamento televisivo della serie fantasy della scrittrice Leigh Bardugo, e che racchiude al suo interno buona parte dei romanzi della saga. Per quanto gli effetti speciali degli ultimi anni abbiano reso possibile portare su schermo numerose opere fantasy – basti pensare a The Witcher o alla Ruota del Tempo – una buona resa risulta sempre difficile dal punto di vista del casting e della narrativa.
Libro e televisione sono, infatti, due mezzi di comunicazione differenti e non sempre è facile dare vita a personaggi che i lettori conoscono solo grazie all’immaginazione. Allo stesso tempo, è ancora più difficile trovare la giusta via di mezzo tra rendere lo show godibile per i fan – il primo pubblico esigente – e fruibile per chi non ha mai letto l’opera.
Shadow and Bone sarà riuscito nell’impresa? Attenzione, perché la recensione contiene SPOILER!
Shadow and Bone sulla carta
Prima di valutare l’operato di Netflix è necessario un breve passo indietro per capire fino in fondo quanto può essere complesso tradurre in serie televisiva una saga letteraria.
Shadow and Bone nasce infatti dalla penna di Leigh Bardugo e da un totale di sette libri, divisi in tre parti: la trilogia Grisha, la dilogia di Sei di Corvi, e la dilogia di Nikolai.
Va detto che, in realtà, la trilogia Grisha non è affatto recente, neanche nel panorama italiano; Piemme aveva già pubblicato nel 2012 il primo libro, sotto titolo di Tenebre e ghiaccio, ma il successo non era stato quello sperato. I Grisha e il loro mondo sono tornati alla ribalta grazie a Sei di Corvi, che vede come protagonisti una banda di giovani ladri, ognuno con una sua speciale caratteristica.
In breve tempo, il Grishaverse ha spopolato tra gli appassionati di letteratura fantasy e sui social. Questo è merito anche di tutti i piccoli dettagli che Leigh Bardugo è riuscita a inserire al suo interno, a partire da tutte le caratteristiche ogni singola nazione, lingua compresa, fino alla kefta, l’abito caratteristico dei Grisha, diviso per colori.
Leigh Bardugo ha talento nel caratterizzare i propri personaggi, e se da un certo punto di vista questo è un vantaggio per gli sceneggiatori, dall’altro rappresenta una sfida. Trovare un attore o un’attrice adatti a interpretare personaggi fino a ora visti su carta non è sempre facile.
Un passo indietro: Tenebre e ossa, la prima stagione
La prima stagione di Shadow and Bone si era presa il suo tempo per presentare gli scenari principali e i protagonisti: la serie è divisa tra Ravka, che rimanda alla Russia dell’epoca degli zar, e Ketterdam, luogo di mercanti, banditi e truffatori. A minare l’equilibrio e la pace del mondo esiste la Faglia, una coltre di pura ombra presente da secoli e dove fanno da padroni i Volkra, creature mostruose che aggrediscono i passanti.
La fama della Faglia è dovuta anche alla sua creazione a opera dell’Eretico Nero, un Grisha estremamente potente dotato di un raro potere, quello dell’ombra. Per sconfiggerla, è necessario un potere altrettanto forte, vale a dire quello dell’Evocaluce.
Per quanto i Grisha siano visti come creature benedette da un dono in diverse città, così non è a Ravka, dove si cercano e si prelevano dalle famiglie allo scopo di addestrarli a proteggere la nobiltà di Ravka. Sono disprezzati e temuti, soprattutto a causa di quanto fatto dall’Eretico Nero.
Al comando del Secondo Esercito – composto da Grisha – si trova il generale Kirigan, che sfrutta il potere dell’ombra in quanto discendente dell’Eretico Nero. Per questo spicca tra i vari ordini dei Grisha, che si dividono tra coloro che manipolano gli elementi – come fuoco, acqua e aria -, chi ha potere sul corpo – come gli Spaccacuore e i Guaritori – e chi invece ha dominio su materiali quale metallo, tessuti e vetro.
La protagonista, Alina Starkov, altro non è che una cartografa che ha seguito l’amico e amore d’infanzia, Mal, e si trova coinvolta in un’impresa che prevede l’attraversamento della Faglia. Nel vedere Mal aggredito dai Volkra, il suo potere si manifesta attraverso una violenta esplosione di luce, come viene definita, rivelandola come Evocaluce.
Da lì, tutta l’attenzione si concentra su Alina, compresa quella del generale Kirigan che la porta a Ravka, dove può essere addestrata per portare a termine il suo compito più grande, quello di eliminare la Faglia. Qui apprende come controllare il suo potere, dando inizio anche a un rapporto sentimentale e ambiguo con il generale Kirigan, il cui nome si rivela essere Aleksander.
Le altre storyline
Le vicende di Alina sono parallele a quelle dei Corvi, un gruppo di criminali capeggiati da Kaz Brekker, detto Manisporche, e di cui fanno parte Inej, lo Spettro – per la sua capacità di scomparire in un istante – e Jesper, un pistolero fenomenale. Un mercante di Ketterdam ingaggia i Corvi per catturare Alina, dando così inizio all’intreccio delle due trame. Oltre a loro, la storia si concentra anche su Nina e Matthias, una Grisha Spaccacuore e un Druskelle, che crede che i Grisha siano il nemico per eccellenza.
Mal diventa il tracciatore di Kirigan e va alla ricerca di una creatura mitologica, un Cervo che può amplificare il potere di un Grisha. Alina, tuttavia, scopre che Kirigan è, in realtà, l’Eretico Nero, e fugge assieme a Mal. Quando trovano il Cervo è però troppo tardi e nonostante esso si leghi ad Alina, amplificandone i poteri, Kirigan collega i poteri di Alina ai suoi.
Lo scopo dell’Oscuro – così chiamato ora che la sua identità è chiara – è quello di allargare la Faglia grazie al potere di Alina che, durante una colluttazione, lascia l’Oscuro in pasto ai Volkra.
Al termine della prima stagione, il pubblico sa qualcosa che Alina, invece, non sa: l’Oscuro è vivo.
Shadow and Bone 2, la trama
Shadow and Bone 2 riprende in modo fluido dalla prima stagione. Alina e Mal, fuggiti dall’Oscuro, cercano rifugio altrove. Il mondo considera però Alina un’alleata dell’Oscuro e vuole catturarla: non ci vuole molto prima che qualcuno la noti.
A occorrere in suo soccorso ci sono Tamar e Tolya, due gemelli Spaccacuori che la conducono da Sturmhond, un corsaro che non è esattamente chi dice di essere. Sturmhond e la sua ciurma accompagnano Alina a cercare un’altra creatura leggendaria, la Frusta Marina, perché per abbattere la Faglia è necessario avere i tre gli amplificatori mitici, il Cervo, la Frusta e l’Uccello di Fuoco.
In contemporanea, i Corvi cercano di riprendere il controllo del Barile, il quartiere malfamato di Ketterdam, e Kaz Brekker è alla ricerca di una personale vendetta contro il criminale più potente della zona, Pekka Rollins. A Inej, Kaz e Jesper si aggiungono Wylan, l’esperto di esplosivi, e Nina, conosciuta nella prima stagione e ancora alla ricerca di Matthias, chiuso invece nella Prigione di Ghiaccio. Le loro avventure si intrecciano ancora una volta a quelle di Alina, ma non prima di aver concluso la loro missione.
Tenebre e ossa, seconda stagione: la recensione (attenzione, spoiler)
Shadow and Bone 2 racchiude gli ultimi due libri della trilogia Grisha e una parte di Sei di Corvi. Il compito degli sceneggiatori non era affatto facile e, di certo, la presenza di Leigh Bardugo è valsa come prezioso aiuto.
Questa seconda stagione non parte con il botto. I primi episodi appaiono anzi confusionari, soprattutto perché ci sono due storyline – quella di Alina e Mal, e quella dei Corvi – nettamente separate. Se quella di Alina scorre in modo lineare, quella dei Corvi rischia a volte di confondere lo spettatore, se non si ha famigliarità con l’opera letteraria. Sono molti i dettagli che lo show propone al pubblico per quanto riguarda i Corvi e non tutte le scene sembrano seguire un filo logico.
Inoltre, la prima parte, forse a causa della necessità di comprimere ben due libri in otto episodi, manca d’impatto e pathos. La ricerca delle creature leggendarie, quali la Frusta Marina, e il punto in cui essa diviene parte di Alina, doveva essere un momento di alta difficoltà e intensità. Si parla infatti di un animale mitologico e del fatto che avere due amplificatori sia un abominio. L’incontro con la Frusta Marina è invece veloce, piatto, e quasi passa in sordina.
A rendere più alto l’interesse in questi episodi sono senza dubbio i nuovi ingressi, da Sturmhond ai due gemelli Grisha, entrambi in grado di portare una ventata d’aria fresca, in particolare quando si svela la vera identità di Sturmhond. Il corsaro altro non è che Nikolai Lantsov, secondogenito del re di Ravka, il cui obiettivo era portare Alina in salvo per sconfiggere l’Oscuro. Aleksander, nel frattempo, ha utilizzato il merzost, un potere illecito, per creare delle creature d’ombra, ma questo lo ha lasciato ferito e indebolito.
Una menzione d’onore va agli effetti speciali, resi in modo spettacolare, tanto che la luce di Alina e i mostri d’ombra dell’Oscuro sembrano concreti e reali. Lo stesso si può dire dei costumi, curati fino all’ultimo dettaglio. Meno d’impatto, invece, le scene di combattimento, dove l’utilizzo del movimento a rallentatore rischia di rendere la scena artificiale.
I Corvi e Alina, di nuovo insieme
La parte centrale della serie raggiunge un’intensità maggiore quando le vicende dei Corvi e di Alina si intrecciano di nuovo. Qui, la serie televisiva di Shadow and Bone si è presa maggiore libertà rispetto al libro, aggiungendo nuovi elementi come la presenza di una Santa e di una spada leggendaria in grado di distruggere i mostri d’ombra. Queste aggiunte, necessarie a riunire le due trame, funzionano bene. Ora che c’è un obiettivo comune, infatti, non sembra più di guardare due serie differenti, ma solo due contemporanee situazioni.
La storia di Matthias, ancora rinchiuso nella Prigione di Ghiaccio e costretto a lottare al suo interno, resta separata, ma questo non risulta essere un punto a sfavore. La presenza di Nina, infatti, che cerca di ricongiungersi all’uomo che ama, è un collegamento prezioso per includere Matthias nella storia.
Gli sceneggiatori riescono a rappresentare bene anche il legame che è ancora presente tra Alina e l’Oscuro: nei sogni, o attraverso i pensieri, i due si trovano in una sorta di dimensione parallela, anche se Alina non può controllarlo. Su questo è stata fatta senza dubbio un’ottima scelta di rappresentazione per dimostrare che l’Oscuro e Alina sono ancora connessi tra di loro, proseguendo nella loro dinamica di conflitto.
Di amori, di coppie che funzionano e altre meno
A dominare lo schermo è l’amore tra Mal e Alina. Reso chiaro fin dalla prima stagione, in questa seconda parte di Shadow and Bone gli sceneggiatori non hanno perso occasione di mostrare baci ed effusioni tra i due. Al punto che, forse, il troppo stroppia. Anche qui vi sono differenze rispetto al libro, in quanto tutti gli aspetti più umani e meno positivi di Mal scompaiono.
A parte qualche piccolo momento, Mal è un fidanzato che supporta Alina in tutto e per tutto e che non esita a sacrificarsi per lei, anche quando si svela che è lui il terzo amplificatore e che Alina dovrebbe quindi ucciderlo. Se la seconda parte rispecchia il personaggio del libro, la prima non così tanto. Nell’opera letteraria il conflitto tra i due è maggiore, soprattutto a causa della differenza chiara tra di loro, in quanto Alina è una Grisha potenzialmente immortale, e Mal un essere umano.
Venendo a mancare questo conflitto, viene a mancare anche il pathos del rapporto tra Alina e l’Oscuro. Celebre una frase di quest’ultimo, presente nei libri come nello show, che sottolinea come lui, al contrario di altri, l’abbia sempre vista per quello che è davvero e non si sia mai voltato dall’altra parte. Ma se tra Mal e Alina non c’è alcun problema, questa frase perde la propria forza.
A fare da contraltare a Mal e Alina c’è la coppia composta da Genya e David, e da Kaz e Inej. Nel primo caso si parla della Grisha Plasmaforme che, famosa per la sua bellezza, l’Oscuro sfigura come vendetta nel momento in cui lei prova a tradirlo, e di David, un Grisha Fabrikator che non ha mai guardato altro oltre ai suoi metalli, e a Genya.
Le loro diversità, la costruzione del rapporto, e l’interazione tra i due personaggi, rende la loro storia una delle più tragiche e intense dello show, e sembra prendere vita direttamente dal romanzo.
Kaz e Inej, che non si possono definire proprio una coppia, rubano letteralmente l’attenzione. Il rapporto tra di loro è lento, un passo dopo passo senza mai toccarsi davvero, qualcosa che i fan hanno senza dubbio apprezzato perché rispecchia alla perfezione la loro versione cartacea. Per non parlare di alcune iconiche scene trasportate nello show. Su questo, il lavoro degli sceneggiatori è stato magistrale.
Una protagonista poco d’iimpatto…
Quando si hanno tanti personaggi è possibile che la protagonista non sia sempre la preferita, né quella che spicca di più. È questo il caso. Seppur l’interpretazione di Jessie Mei Li sia assolutamente brillante, il personaggio di Alina in Shadow and Bone 2 risulta piatto. Questo perché non ha una vera e propria crescita. Fin dal principio si concentra sulla sua missione, al punto da provare a prendere le redini del Secondo Esercito, senza quasi mai tentennare.
Al contrario dei libri, dove Alina ha alti e bassi, dubbi e desideri, in modo del tutto umano, qui appare fin troppo perfetta, con il voto di salvare Ravka a tutti i costi. Il suo unico difetto, forse, è che la sua caratteristica principale sembra essere proprio l’amore per Mal e non pare vedere altro. Lo stesso si può dire di Mal che, a sua volta, non ha una vera e propria evoluzione, seppur sia senza dubbio un fantastico personaggio di supporto.
A rubare la scena ad Alina si trovano alcuni dei nuovi ingressi, a partire da Nikolai Lantsov, interpretato da Patrick Gibson, un futuro regnante che mira a risollevare il suo paese. Gibson fa un ottimo lavoro nel mostrare un nobile che è anche un inventore, carismatico, ottimista e pungente al punto giusto. I discorsi che rivolge ai suoi compagni sono sempre d’impatto e ispirazione.
A fargli compagnia i due gemelli, Tamar e Tolya, entrambi ben caratterizzati, così come Wylan, il nuovo ingresso dei Corvi, e Jesper, di cui si approfondisce la natura Grisha. Un’aggiunta di certo apprezzabile.
…e un villain che poteva dare di più
Non c’è una degna storia senza un degno cattivo. L’Oscuro di Shadow and Bone, interpretato alla perfezione da Ben Barnes, è un villain carismatico, affascinante e offre motivazioni che possono portare a chiedersi se non abbia un pizzico di ragione. Ben Barnes ha senza dubbio la fisicità, le espressioni e il tono di voce giusto per interpretare l’Oscuro, e su questo la scelta è stata perfetta.
L’Oscuro appare in questa stagione anche più umano. Si scoprono dettagli del suo passato, della sua storia, e l’aggiunta di renderlo fisicamente più debole a causa del merzost lo rende meno alieno e immortale. Su questo, è senza dubbio un personaggio tridimensionale e ben costruito.
Tuttavia, proprio perché Alina è troppo perfetta, troppo sicura, l’Oscuro perde parte del suo impatto. Nella prima stagione l’Oscuro affascina Alina perché è il primo a vedere il suo potenziale, ma questo rapporto, salvo un breve accenno, viene del tutto a mancare.
Non che ci si augurasse di vederla restare legata sentimentalmente a un tiranno ma qui sembra mancare ogni empatia tra Alina e l’Oscuro, al punto che ci si chiede se non sia lei quella al comando. Potrebbe essere un punto di vista degno di nota, ma si parla anche di una ragazzina che ha appena scoperto il suo potere a confronto con un essere centenario. Il potere dell’Oscuro risiede senza dubbio nella sua magia, lì dove il suo carisma e la sua influenza sembrano non avere più impatto.
Il rapporto più interessante ed emotivo è senza dubbio quello con la madre, Baghra. Lo show punta i riflettori sul legame, per quanto contorto, tra madre e figlio, e su questo non sbaglia, mostrando un aspetto più umano dell’Oscuro, e come una connessione simile possa influenzare per tutta la vita.
In sostanza, Ben Barnes rende alla perfezione l’Oscuro al meglio che può e di certo è un villain piacevole da guardare, che mette dubbi e crea scompiglio, ma si poteva fare di più.
Un finale non per tutti
Il finale divide. Rispetto al libro, infatti, vi sono molte divergenze. Con ogni probabilità il motivo è la speranza di ottenere una terza stagione e quindi qualcosa andava lasciato aperto, cosa del tutto legittima e che anzi, viene resa molto bene. Gli ultimi minuti, che si chiudono con un cliffhanger non da poco che vede la presenza di una nuova minaccia, non sono però ciò che può lasciare con l’amaro in bocca.
Quello che può deludere è il modo in cui si arriva alla sconfitta dell’Oscuro. Le scene di battaglia si concentrano nel combattimento tra Nikolai, i Corvi, e i seguaci dell’Oscuro, una delle scene più belle di tutta la serie.
Lo scontro tra Alina e l’Oscuro, invece, si può dire che non ci sia, se non per un tempo fin troppo breve. L’attenzione è tutta su Alina, Mal e il suo sacrificio, rappresentato forse in modo un po’ troppo fiabesco – nonostante non manchi il sangue – e poco epico. E seppur sia Alina, materialmente, a porre fine all’Oscuro, non si assiste mai a un ultimo grande conflitto tra di loro.
In particolare, viene del tutto a mancare il pathos che invece la fa da padrone nel libro. Seppur lo stratagemma attraverso cui Mal si salva risulti un’ottima aggiunta, che dà avvio a una terza potenziale stagione, l’intensità tra Alina e l’Oscuro si perde del tutto. Il rapporto tra i due era nato come conflittuale e ambiguo, non sempre lineare, dove uno faceva da contraltare all’altra proprio perché unici nel loro genere. Se di Aleksander si intravede un ultimo barlume di umanità, che lo rende più vicino e concreto, Alina manca di una forte emotività e, di conseguenza, ne risente questo loro addio che non arriva del tutto a commuovere e a coinvolgere lo spettatore.
Shadow and Bone, in conclusione
In conclusione, Shadow and Bone 2 non è una serie perfetta, ma è adatta a chi apprezza il fantasy. Resta un ottimo prodotto, soprattutto dal punto di vista dei costumi e degli effetti speciali, e soprattutto se non si ha il pregiudizio del libro. Lo show scorre bene, con dovuti momenti di maggiore intensità e di conflitto, e con quel tanto di epicità che basta a coinvolgere lo spettatore. Tra le serie che prendono ispirazione da saghe letterarie, è una delle migliori realizzate. Uno dei punti di forza di Leigh Bardugo, infatti, sono i dialoghi, e molte delle iconiche scene dell’opera sono presenti all’interno della serie televisiva, realizzate in modo davvero accurato.
Inoltre, il cast è a sua volta pressoché perfetto. Molti dei personaggi, come i Corvi – fatta eccezione, in parte, per Kaz – e l’Oscuro, sembrano davvero la versione in carne e ossa dei loro corrispettivi cartacei.
La fretta ha forse penalizzato la costruzione e lo sviluppo dei personaggi: unire due libri in otto episodi vuole dire tagliare molte parti e comprimerne altre, senza dare modo ai personaggi di respirare, crescere ed evolversi, seppur risultino comunque facili da apprezzare e a cui affezionarsi.
Non resta che sperare in una terza stagione, e vedere come questa affronterà le nuove minacce a Ravka.
Francesca Pantieri