“Storytelling scrittura, chi era costui?“
Non so quanti di voi abbiano letto i Promessi Sposi del maestro italiano Alessandro Manzoni, nel punto in cui il simpatico e irriverente Don Abbondio entrava in scena nel mitico romanzo, ponendosi questo interrogativo.

Certo che a noi, più che il filosofo Carneade, interessa sostanzialmente la filosofia della storytelling scrittura.
Ebbene sì, oggi come oggi, la storytelling può essere considerata un’autentica figura retorica, così come miriadi di americanismi e inglesismi forgiati negli ultimi anni, di cui conosciamo origini e sviluppo, ma di fronte ai quali restiamo usualmente inebetiti.
La voce narrante
Storytelling è, per dirla in breve, la voce narrante che spiega, (semplificando in modo scolastico), la storia di un film, di un romanzo, di una serie TV, di un programma radiofonico o televisivo e che al giorno d’oggi viene utilizzato anche in ambito aziendale per scopi di formazione manageriale. Prendi ad esempio la grande intuizione di Steve Jobs, quale magico precursore, per il quale le tre tappe essenziali nelle sue spiegazioni erano in sintesi: setup, confrontation e resolution.
Ciò premesso, andiamo ad esaminare il fattore costruttivo dell’eroe di un romanzo, nell’ambito della storytelling scrittura. In primis, si presume che un romanzo con i requisiti in oggetto, debba essere assolutamente narrato in prima persona. Perchè? Semplice. Come potrebbe mai, un lettore, immedesimarsi e compenetrarsi nella storia, se non attraverso una narrazione in prima persona? Proviamo a immaginare un film classico e intramontabile come Amadeus di Milos Forman. Proviamo a immaginarcelo senza la narrazione in prima persona da parte del vero protagonista, l’invidioso Antonio Salieri. Avrebbe avuto lo stesso risultato? Crediamo proprio di no, in quanto sarebbe risultato piuttosto freddo e distaccato come molteplici documentari biografici.
Storytelling scrittura, esaminiamo un romanzo
Ma passiamo a esaminare un romanzo autentico. Vero è che i Promessi Sposi del Manzoni non è narrato in prima persona, però è altrettanto vero che l’autore interviene, in modo profondo, nelle descrizioni varie, introducendo l’opera come un manoscritto perduto e ritrovato. E’ una storytelling simulata, in cui i protagonisti sono molteplici e in cui l’autore narra, costruendo appieno la figura dell’eroe, anzi, a dire il vero, costruisce il senso degli eroi.
Come si costruisce la figura dell’eroe?
Probabilmente si tratta di stereotipi, presi dalla cinematografia.
I clichè previsti sono questi:
- il nostro eroe inizialmente vive in modo solitario e insoddisfatto oppure, al contrario, vive in una famiglia serena, seppur con qualche difetto insormontabile;
- subentra il male, sotto qualsiasi forma di vita o non vita, che interrompe il suo modo di essere;
- inizia il viaggio dell’eroe all’esterno o anche all’interno di sè stesso, che lo porta ad affrontare molteplici difficoltà fuori dall’ordinario;
- infine giunge l’epilogo, in cui il nostro eroe, al termine del viaggio ha acquisito così tante conoscenze impreviste da risultare profondamente cambiato.
Il nostro eroe subisce quindi un cambiamento irreversibile, tale per cui non potrà mai più ripetere gli stessi errori del passato. Proviamo a pensare allo stesso Renzo Tramaglino, personaggio principale dei Promessi Sposi. Vero è che non ha mai smesso di amare Lucia Mondello, con tutte le sue forze, fino a convincerla di sposarsi di nascosto di fronte al parroco Don Abbondio.
Però, alla fine del romanzo, dopo tutte le peripezie patite, sicuramente è cambiato dentro di sè, venendo a perdere la sua irruenza e irascibilità tipicamente giovanile, venendo a rapportarsi con gli altri in modo più garbato, sereno e soprattutto con una sensibilità tale che all’inizio del viaggio non conosceva.
Tirando le somme

Per concludere, credo sia opportuno, (per comprendere definitivamente il viaggio dell’eroe), citare un’ultima opera classica, ma immortale: l’Odissea di Omero, con il famoso viaggio dell’eroe/uomo Ulisse, pieno di peripezie e di atroci sofferenze.
Anche in quel caso, il viaggio è costituito da un inizio e da una fine, tale per cui, l’eroe compie un percorso circolare, al termine del quale ritorna esattamente al punto di partenza. Il viaggio dell’eroe, in sostanza, come… un cerchio. A questo punto, la domanda che mi sorge spontanea è questa:
Siamo proprio sicuri che la nostra stessa vita… non consista in un’autentica storytelling?