Splendore è la storia che non ti aspetti, come spesso succede con i libri di Margaret Mazzantini. È un racconto complesso, come lo sono i rapporti tra le persone; è fatto di corsi e ricorsi, di prendersi e lasciarsi, di dubbi e decisioni sofferte. Ma è anche incredibilmente preciso e tagliente, quasi chirurgico nella sua schiettezza.
Una storia d’amore come pretesto per raccontare la meravigliosa unicità di ognuno di noi, che andrebbe coltivata e non repressa.
Guido e Costantino non potrebbero essere più diversi fra loro; le loro storie si incrociano grazie al fatto che risiedono, stranamente, nello stesso palazzo storico di Trastevere. Il primo è un figlio prediletto della Roma bene, con genitori di successo, impegnati e distanti. Il secondo vive nel seminterrato, nell’appartamento del portiere, suo padre. Anche nell’aspetto e nel modo di proporsi al mondo i due adolescenti sembrano non avere nulla in comune. Uno esile, inquieto, studioso e ateo; l’altro massiccio, sportivo e cattolico praticante.
La vita era esattamente così, una lampadina sporca appesa a una fune elettrica il cui unico generatore di corrente è l’amore.
Margaret Mazzantini
Come in Splendore, la vita fa sempre il suo corso
Contro ogni previsione e ogni volontà dettata dalla società bacchettona in cui sono cresciuti, i due ragazzi divengono sempre più vicini, fino a raggiungere l’inevitabile. Fra loro nasce un rapporto che va ben oltre quello fisico. Una storia d’amore che si snoda attraverso i decenni della loro vita, che si insinua nei chilometri che separano Roma da Londra, resistendo a matrimoni e nascite di figli.
Il vero splendore è la nostra singola, sofferta, diversità.
Margaret Mazzantini
La paura di essere scoperti ed etichettati li spinge a nascondersi, spesso anche da loro stessi. Ma la vita è più forte della nostra volontà, e li riporta sempre vicini. Un episodio terribile sconvolgerà per sempre le loro vite, portandoli a rivalutare ogni cosa, durante una separazione forzata.
Così fa l’amore, alza la gamba e piscia come i cani, sempre nello stesso punto, circoscrive i luoghi, li segna della sua sostanza.
Margaret Mazzantini
Un finale struggente, un prendere coscienza di sé che lascia il dubbio di essere una presa di posizione. Una rivelazione e una risoluzione che ribaltano il piano d’appoggio di tutta la storia, rendendola, se possibile, ancora più reale e vicina.
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