Il significato di resilienza ha sfumature diverse. Tuttavia, esprime sempre l’idea di ritorno a uno stato precedente. Infatti viene dal latino resilire, che si può tradurre come “saltare di nuovo” o “saltare indietro”. Inizialmente descriveva le proprietà di certi oggetti, come il rimbalzo o l’elasticità. Il suo primo utilizzo in italiano risale solo al XVIII secolo e oggi va di moda addirittura nel governo. Ma in quali altri contesti viene adoperata?
In ecologia il significato di resilienza è legato all’idea di sopravvivenza
Negli studi ecologici la resilienza esprime una velocità. Quella con cui un sistema ecologico ritorna al suo stato iniziale dopo una perturbazione. Una perturbazione può avere origine naturale o umana. Per esempio: un incendio consuma un bosco, riducendolo in cenere. Flora e fauna sono consumate dalle fiamme. Per resilienza si intende la capacità di autoripararsi propria dell’ecosistema. Consideriamo un caso leggermente diverso: il disboscamento portato avanti dall’uomo. Le specie che dipendono dagli alberi da frutto non possono sopravvivere quando l’uomo li abbatte a ritmo forsennato: sono la loro unica fonte di cibo. Quando le attività umane esasperano la resilienza di un’altra specie, la sua estinzione diventa un rischio completo.
La resilienza può assumere anche un significato tecnico
La resilienza è di casa anche nella tecnologia dei materiali. Qui descrive la loro resistenza alla rottura. Si determina con una prova d’urto, impiegando l’apposito Pendolo di Charpy. In pratica, attraverso questa macchina è possibile misurare la quantità di energia oltre la quale un oggetto si spezza. Anche nello studio dei filati e dei tessuti si intende, per resilienza, la capacità che questi hanno di riprendere il loro aspetto originale a seguito di una deformazione.
La resilienza in campo psicologico e quotidiano
Resilienza è oggi intesa soprattutto a livello psico-emotivo. È la capacità di una persona di reagire alle difficoltà e ai traumi della vita. Il termine assume dunque il significato di mobilitazione delle proprie risorse interiori. Essere resilienti vuol dire riorganizzare pensieri e stati d’animo scatenati da eventi negativi, che altrimenti ci distruggerebbero. In questo senso, la resilienza si potrebbe definire come una qualità di carattere, la determinazione di ritrovare un equilibrio mentale ed emotivo.
Un esempio assai famoso di resilienza psicologica viene dalla cultura popolare a fumetti: Charlie Brown. Se c’è qualcosa che il personaggio dei Peanuts insegna al lettore con le proprie disavventure, è proprio a rialzarsi dopo ogni sconfitta e non arrendersi mai.
L’uso più recente arriva alla sfera politica ed economica
Il termine resilienza vive un momento di grande popolarità. Questo a seguito della pandemia e delle misure prese dai vari governi nazionali per contrastarne gli effetti. Tanto che si è deciso di inserirla nel nome del principale strumento creato dal governo italiano per rilanciare l’economia: il PNRR, ovvero Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Ruota attorno a obiettivi d’intervento quali: digitalizzazione, transizione ecologica, sostenibilità, istruzione e salute. È stato approvato in via definitiva il 13 Luglio 2021. Attraverso di esso, l’Italia si impegna ad utilizzare i fondi concessi dall’UE per rivitalizzare l’economia e affrontare nuove crisi.
Resilienza è una parola dalle mille sfaccettature, che contiene al suo interno sia l’idea di cambiamento che il suo contrario. Una parola molto adatta ai tempi che stiamo vivendo.