Ecco un aggettivo che non s’incontra tutti i giorni: olistico. Il termine proviene dal greco holos (ὅλος) che vuol dire “totale” o “globale.” L’olismo è l’idea che qualsiasi sistema fisico, biologico o sociale debba essere considerato come più della somma delle sue parti. Il significato di “olistico” non è ben noto. Tuttavia, ha trovato svariate applicazioni in molti campi del sapere, a livello terapeutico e anche nell’industria dell’intrattenimento.
Il concetto viene prima della parola
Di certo non si tratta di un concetto recente. Le prime elaborazioni formali risalgono al XVII secolo. Per esempio, il monismo di Spinoza e il panteismo da esso derivato. Ma il significato di “olistico” ha un’origine molto più antica. Per esempio, il pensiero di Aristotele e di Plotino già presentava concetti simili all’olismo, anche se espressi in modo diverso. Questo, per quanto riguarda l’Occidente. In Oriente, l’idea di olismo è molto più diffusa, sin dall’antichità. Essa ricorre sia nelle filosofie indiane che in quella cinese.
Ciononostante, i termini “olismo” e “olistico” vengono coniati solo negli anni ’20 del XX secolo. Il responsabile è Jan Smuts, politico e filosofo sudafricano. La sua definizione di olismo è connessa con la teoria dell’evoluzione. Ma lo stesso termine è stato applicato anche altrove. In psichiatria, per esempio, lo si usa per esplorare la relazione della mente col corpo, intesi per l’appunto come una sola unità psico-fisica. In psicologia lo si interpreta come un particolare stato transpersonale dello sviluppo umano. Nella semantica è utile per definire le condizioni necessarie per cui qualcosa abbia un significato. Insomma, questa idea per spiegare il tutto sembra andare bene su tutto. Molto appropriato.
In generale, possiamo parlare di scienza olistica. Non nel senso di dottrina, bensì come approccio interdisciplinare per interpretare la realtà.
Olistico: un significato non scontato
Perché questo termine è poco usato nella vita di tutti i giorni? Innanzitutto, perché nella vita di tutti i giorni non si parla poi tanto spesso di filosofia. Ma forse anche perché è un termine po’ controverso. Infatti, l’olismo è accusato da parte della comunità scientifica di essere approssimativo o irrilevante. Addirittura, una pseudoscienza. Dopotutto, non segue un metodo rigoroso di indagine scientifica. Senza contare che la sua stessa interdisciplinarietà rende difficile valutarne le applicazioni in modo omogeneo. Tuttavia, la filosofia contemporanea ne accetta alcune forme, come l’olismo epistemologico (tesi di Duhem-Quine).
Di solito, all’olismo si contrappone l’atomismo. L’atomismo parte da una logica della frammentazione, che risulta più immediata da comprendere. Secondo questa dottrina, la materia è composta da microunità indivisibili (gli atomi) che si muovono nel vuoto. Evidenza scientifica a parte, ciò che conta è che anche questo concetto si può applicare un po’ a tutti i campi del sapere. Ne deriva che qualsiasi insieme complesso, almeno in teoria, può essere spiegato studiando le proprietà dei singoli elementi. Compresa l’unità che questi compongono. Da notare come, in realtà, i due modelli non si escludono affatto a vicenda. Infatti l’atomismo può comunque essere “inglobato” dall’olismo. Fateci caso.
Il termine olistico ricorre, dopotutto, anche nel mondo di oggi
Noi non ce ne accorgiamo, ma nel quotidiano possiamo trovare esempi di significato olistico. Non sempre in modo diretto, è ovvio. Prendiamo in considerazione l’industria dell’intrattenimento. L’Universo Cinematografico Marvel (MCU, al momento nella sua quarta fase) adotta proprio un “metodo olistico” per raccontare le proprie storie. Ogni film è parte di un tutto più grande, perché è fatto di mille relazioni con i film precedenti. Tanto che, per capirci qualcosa, bisogna per forza vederli tutti, o si perde il quadro d’insieme. Appunto.
Un concetto del genere è un ottimo espediente narrativo. Lo sa bene lo scrittore britannico Douglas Adams. Ha creato il personaggio di Dirk Gently, un investigatore sui generis che risolve i propri casi partendo dalla consapevolezza che tutto è connesso. Il che è il pretesto perfetto per dare sfogo alla sua comicità nonsense e raccontare situazioni al limite dell’inverosimile. Di solito questo comporta il concentrarsi su dettagli apparentemente scollegati. O andare in luoghi che nulla c’entrano con l’indagine in corso. Ne hanno tratto anche una serie tv di successo, purtroppo cancellata alla seconda stagione. Nonostante i buoni dati di ascolto. O forse perché una farfalla ha sbattuto le ali a New York. Secondo l’olismo, tutto è collegato.