Teresa Ciabatti già nell’incipit di Sembrava bellezza disattende uno dei punti fondamentali del patto con il lettore, sfondando quella che in teatro viene chiamata la quarta parete. Con un linguaggio diretto, familiare, trascina immediatamente con sé a bordo di un ottovolante impazzito chiunque si trovi nei paraggi. E senza lasciargli la possibilità di rimanere spettatore passivo della storia.
Un viaggio nella verità spaventosa dell’adolescenza, nel ricordo consapevolmente distorto dalla mente adulta
Il racconto in prima persona dell’autrice fa sottintendere che stia veramente raccontando la sua storia. I particolari riferiti, i nomi cambiati perché, da sua ammissione, si tratta di persone reali, contribuiscono a seminare il dubbio che si tratti di una gigantesca operazione per confessare se stessa, espiando le colpe del passato. Come in un Amleto al contrario, come se volesse vedere “l’effetto che fa”.
“Sembrava bellezza” di Teresa Ciabatti: la trama
In un’altalena fra il 2019 e la fine degli anni Ottanta, scopriamo il volto umano di una madre, scrittrice famosa (davvero?), donna in carriera (o in fuga dalla famiglia?), divorziata suo malgrado (oppure malgrado tutto?).
In un momento in cui non ha più niente da perdere, la protagonista (l’autrice) può permettersi uno sguardo più sincero sul suo passato e sul suo presente. Confessando a se stessa cose che aveva deliberatamente sepolto fra i ricordi distorti, intravede ciò che davvero è stata la sua vita. Le sfortune che le sono capitate e verso le quali nutre uno spirito di rivalsa, vengono riconsiderate; le situazioni dove si è sentita vittima divengono atti unici di cui è stata lei stessa a muovere i fili.
Sembrava bellezza di Teresa Ciabatti è lo sguardo disilluso di una donna vicina ai cinquant’anni a confronto con l’eterna adolescenza di una sua coetanea dalla mente cristallizzata all’età di diciassette anni. Chiusa in un eterno limbo, dove tutto è ancora possibile, metterà in crisi le certezze dell’amica, portandola oltre il limite di una nuova consapevolezza.
Lo specchio
Con modalità diverse per ognuno, l’adolescenza è un periodo terrificante da superare, in cui lo stravolgimento della persona è pressoché totale. Sembrava bellezza appare come un quesito. Se ognuno di noi potesse porsi davanti a uno specchio per rivivere i fatti della propria esistenza senza la distorsione dei ricordi, potrebbe divenire una persona differente?
In futuro i nostri figli avranno i social media a sostenere in parte il ruolo di quello specchio, con la speranza che ne facciano buon uso.
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