Un libro che ho letto tutto d’un fiato, il libro che stavo aspettando per fare chiarezza in quella matassa complessa di relazioni che compongono la vita. “Scrivi di noi” di Cristiano Longoni; è l’ultima frase che le “compagne di viaggio” di Al, il protagonista, gli dicono al momento della separazione, perché tutto quello che è stato tra di loro rimanga parte della sua storia personale, quella che lo ha portato a diventare la persona che è.
Cristiano Longoni e il valore della relazione
L’amore come esperienza per conoscere se stessi, perché l’incontro con l’altro è l’unico modo che abbiamo per poter accedere alla possibilità di cambiamento. Un vero e proprio viaggio dell’eroe, costellato di intense figure femminili, diverse per natura e temperamento, ma uguali nel loro merito: quello di aver insegnato ad Al dellecose che altrimenti mai avrebbe imparato. Cose che, passo dopo passo, lo hanno portato verso l’evoluzione di cui aveva bisogno. Viola, Isabella, Tecla, Rebecca, Ilenia, Ophelia e… Francesca: donne che, in diverse fasi della vita del protagonista, gli hanno permesso di mettersi in discussione e gli hanno insegnato ad agire, a desiderare, a pensare, ad amare. A vivere. Ogni persona che incontriamo è preziosa, se ci permettiamo di sospendere il giudizio e di lasciarci stupire da ciò che è. Ogni relazione è importante, anche se finisce. Anzi, spesso è proprio alla Fine che capiamo il Senso di quello che è stato e di quello che ci hanno dato. Leggendo Scrivi di noi, di Cristiano Longoni, ho sottolineato un’infinità di frasi che mi hanno colpito, ed è stato molto difficile sceglierne solo una, una citazione da regalarvi. Alla fine, ho scelto questa:
Devi permettere il cambiamento e accorgerti che, a volte, ciò che consideri inadatto di te è proprio ciò che potrebbe salvarti e farti evolvere in quel momento. […] Opporsi con tutte le proprie forze al cambiamento nel tentativo sterile e vano di mantenere ciò che si è raggiunto, questo è l’errore, questa la fonte del vero disagio.
Il significato dell’amore e gli ostacoli del cuore
Cos’è l’amore? Per Cristiano Longoni, non è il mero riempimento della solitudine, bensì il mezzo per scoprire l’inedito dentro di sé. E le persone amate sono dei “doni sulla strada dell’autodeterminazione”, perché noi siamo in relazione ai legami che ci hanno cambiato e non siamo nulla senza la relazione. E non siamo nemmeno la semplice la somma delle relazioni avute, siamo molto di più. È capitato a tutti di “perdersi di vista”, nutrendosi delle proprie ovvietà e vagando con sguardo disincantato, sbattendo di qua e di là, senza una direzione. Le persone che incontriamo, come succede in Scrivi di noi, possono essere una finestra su quanto, da dentro, ci comanda e ci limita e possono diventare, se glielo permettiamo, il più grande strumento di libertà che abbiamo a disposizione. Libertà dal pensiero di ciò che, per anni, abbiamo creduto di essere. L’Incontro con l’altro, le relazioni che, qualitativamente, possiamo definire “legami” ci consentono di passare dal sopravvivere al vivere.
Scrivi di noi, tra romanzo e psicanalisi
Cristiano Longoni, prima che scrittore, è uno psicoterapeuta e psicologo dello sport, e risulta evidente da come tratta alcune tematiche. Potete leggere queste pagine come si leggerebbe un romanzo, oppure cercare tra le parole un altro senso. La relazione con l’altro, sostiene Longoni, ci consente di liberarci dalla maschera che, spesso inconsciamente, indossiamo e ci limita, impedendoci di essere quello che siamo e di vivere secondo la nostra natura, il nostro daimon. E ci permette di fare pace con noi stessi. Al protagonista di questo libro piacciono le persone “rotte”, perché, in diverse situazioni della vita, hanno dovuto rinunciare alla maschera o la maschera è andata in crisi. Quando cade la maschera, è come se ci cadesse il mondo addosso, ma è anche il momento in cui siamo più vicini alla libertà di scegliere. E può capitare anche a noi, come succede a un ormai maturo Al, di trovarci in un piccolo autogrill tra Ovada e Masone, svegliarci e non avere più voglia di tornare indietro. Perché il gusto della consapevolezza è diverso. E ritrovare finalmente Casa, che non è un luogo fisico, ma siamo noi stessi.
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