Un’intera giornata senza internet: è la sfida del Sconnessi Day, che si celebra il 22 febbraio e quest’anno è giunto al suo quarto anno. L’intento è sensibilizzare sui rischi della dipendenza dalla rete.
Sconnessi Day, una giornata per riconnettersi con la vita
Internet, complice gli smartphone, è sempre più presente nelle nostre vite. Per capirlo è sufficiente guardarsi attorno: al parco, per strada, al ristorante e, persino, alle sfilate di Carnevale. C’è qualcosa che sembra sfuggire al controllo, insinuandosi con prepotenza sotto le dita, un vero e proprio prolungamento dell’arto superiore. Quando la troppa connessione impedisce di vivere appieno i rapporti fisici con chi passeggia accanto a noi, forse è il momento di chiedersi se sia il caso di liberarsi dalla trappola della rete.
Lo smartphone come strumento universale
Osservare le percentuali relative all’utilizzo dello smartphone genera inquietudine, poiché tutti ne sono coinvolti. Una significativa ricerca, al riguardo, parte di un progetto del Global TMT Research Center di Deloitte ed è stata condotta in 31 Paesi appartenenti ai 6 continenti per un totale di 49.500 interviste online.
I questionari erano composti da oltre 60 domande specifiche del mondo “Mobile”. Gli intervistati, in Italia, sono stati 2.000, di età compresa tra i 18 e i 75 anni. La survey, condotta nella seconda metà del 2016, fa presagire ad oggi scenari ancora più cupi. Questi alcuni risultati della ricerca: il 57% degli intervistati controlla il telefono entro 22 minuti dal risveglio. Se si considera che il telefono ha sostituito – di punto in bianco – anche la classica sveglia presente sui comodini, è possibile dedurre con facilità che lo smartphone non viene nemmeno più spento, restando in silenziosa attesa.
I dati che emergono possono essere consultati sul sito Sconnessi Day. Interessanti i dati relativi alla notte: l’80% dichiara di addormentarsi con il telefono in mano, mentre il 37% ammette di controllare le notifiche sul cellulare nel bel mezzo della nottata. Il momento del relax per antonomasia è perciò diventato un’autostrada trafficata di dati, nozioni, reel di ricette e notizie dell’ultim’ora.
Sconnessi Day, un modo per arginare i rischi
La dipendenza da internet e la deriva narcisistica sono due facce della stessa medaglia. È ovvio che non basta una giornata “senza internet” per ristabilizzare un equilibrio tra ciò che serve davvero cercare in rete e ciò che, invece, ha il solo scopo di isolarti da chi ti sta vicino. Perché la vignetta successiva a quella di una coppia che, al ristorante, è impegnata nel controllo serrato del proprio telefono è quella dello stesso uomo o della stessa donna nel medesimo ristorante, da solo/a.
I rischi legati all’abuso della rete, e soprattutto dei social network, non sono vincolati soltanto alla rovinosa deriva dei rapporti interpersonali. Pensa a quanti battibecchi e/o equivoci nascono sui social. A volte bastano un cuoricino di troppo o un “mi piace” di meno, per creare dissapori. Ma il rischio maggiore, l’eterno connesso, lo corre con se stesso: un circuito che si autoalimenta, fino a diventare ossessivo ed esclusivo. Io con il mio io virtuale; io con me stesso che stabilisco un rapporto “diretto” tra me e i miei follower (e già farebbe ridere così, se non fosse un dramma); io che “mi basto” e che tendo a dare un’immagine vincente, solare e più social possibile di me. Il rischio di incappare in una dipendenza da internet è elevato. Occorre fermarsi un attimo a riflettere, per capire cos’è che scappa via mentre si crede di avere il mondo a portata di mano.
La prima giornata mondiale della S-connessione
Lo Sconnessi Day nasce nel 2018, su proposta del Ministero della Salute. Già questo è emblematico dell’importanza dell’iniziativa. L’evento è dedicato non solo alle persone dipendenti da internet ma anche a chi può aiutarle.
Ma come aiutare chi non si rende conto di avere un problema? Il cinema, in questo, ha dato un importante contributo. Proprio il 22 febbraio 2018 usciva nelle sale il film Sconnessi, diretto da Christian Marazziti. È la storia di una famiglia allargata, composta da personaggi eccentrici, che si ritrova in uno chalet di montagna, senza connessione. Un dramma che li spronerà a rinstaurare un dialogo.
Altra pellicola interessante per farsi un’idea del delirio creato da un utilizzo malsano e fitto della rete è Perfetti sconosciuti, datato 2016 e diretto da Paolo Genovese. La trama è giocata su una serie di equivoci provocati dallo scambio di telefoni e dal dover rendere pubblica simultaneamente la propria vita online durante una cena tra amici.
La nomofobia: il terrore di restare senza internet
Non essere continuamente connessi non genera solo inquietudine, ma può sfociare in preoccupanti patologie. Con il termine ‘Nomofobia’ o ‘NO Mobile Phone PhoBIA’ si indica una condizione psicologica che può svilupparsi in tutti soggetti che manifestano un esagerato e irrazionale timore di rimanere sconnessi.
La paura di non essere presente nel mondo virtuale o di non poter partecipare, seppur passivamente, alla vita in rete di chi ci interessa. Una fobia da non sottovalutare poiché provoca ansia, stress, tachicardia, agitazione. È come se il telefono fosse un essere vivente da accudire di continuo, e la sua momentanea disconnessione fosse equiparata a un lutto. Il termine nomofobia è stato coniato nel 2008, ben dieci anni prima del primo Sconnessi Day.