Chi sono gli innamorati più longevi del fumetto italiano? Fra le tante possibilità, abbiamo scelto tre coppie il cui legame sembra davvero inossidabile
Se esistesse una ricetta per la longevità dell’amore, vorremmo tutti conoscerla. Uno degli ingredienti giusti, però, potremmo ricavarlo osservando tre coppie ben rodate, dalle pagine di celebri fumetti italiani.
Diana Lombard, la compagna di Martin Mystère, ha spesso rischiato la trita e anacronistica definizione di “eterna fidanzata dell’eroe”. Per fortuna il creatore di entrambi i personaggi, lo sceneggiatore Alfredo Castelli, si è reso conto della caratterizzazione piatta che le aveva dato all’inizio (già con il primo numero della serie, nell’aprile 1982) e, nel giro di un paio d’anni, l’ha convertita da fidanzata irritabile e gelosa a donna emancipata e sicura di sé, con una sua professione e una sua vita collegata a quella di Martin, ma non dipendente da essa.
In alcuni casi, Diana è stata protagonista di situazioni legate alle vicende del Detective dell’Impossibile, ma non sono quelle a definirla. Interessante, semmai, è che dopo anni di fidanzamento i due siano convolati a nozze ma senza avvisare i lettori per molto tempo: il matrimonio si è svolto dietro le quinte, nel 1995, ed è stato reso noto solo nel 2002. Martin e Diana non sono “personaggi da copertina” sebbene la loro relazione sia anche stata, soprattutto all’inizio, non canonica: lui ha 17 anni più di lei e svolge un lavoro prestigioso, ma di certo non tipico. La loro determinazione a non lasciarsi intimidire da convenzioni né pericoli è la chiave per vivere uniti ogni situazione, dalla serata casalinga sul divano all’avventura in una dimensione parallela.

Presto sulla cresta dell’onda grazie al film che, a pandemia conclusa, sarà possibile vedere nelle sale cinematografiche, è il classico dei classici, Diabolik. Il quale, dei suoi quasi sessant’anni di vita editoriale (è nato nel novembre 1962), ha passato solo quattro mesi senza quella che sarebbe divenuta la compagna di una vita, Eva Kant, che ha debuttato nel marzo 1963. La caratterizzazione iniziale di Eva è quella di una “spalla” o poco più; ma erano gli anni Sessanta, un personaggio femminile di questo tipo era quello che i lettori si aspettavano, e d’altra parte Diabolik era un criminale spietato che mal si adattava al ruolo di gentile compagno.
Tuttavia le sorelle Giussani, creatrici dei personaggi, imposero un cambio di rotta alla relazione e la trasformarono in un rapporto equilibrato. Non mancano i momenti di scontro, se ne sono visti diversi nel corso degli anni (tra cui spicca la crisi raccontata in “Punto di rottura”, episodio speciale del 2017), ma il punto fondamentale è che ciascuno dei due sa andare oltre gli spigoli caratteriali dell’altro/a in nome della loro complicità, di una visione comune della loro esistenza, dell’avere qualcuno con cui condividere la ribellione alla società costituita, la scelta di essere degli outsider.

L’amore non è bello se non è…
…no, meglio non ricorrere a modi di dire fuorvianti e obsoleti. Però, di sicuro, non c’è passione duratura senza la capacità di riconoscere i motivi di contrasto in un rapporto e gli aspetti dell’altra persona che non ci vanno sempre a fagiolo. Lo sanno bene le due coppie che abbiamo già citato e anche quella a cui ci avviciniamo ora, gli amanti divisi da un cane pastore, i Romeo e Giulietta del pollaio: Lupo Alberto e Marta. Fin dalla prima striscia che li vede protagonisti, disegnata da Silver nel 1973, la situazione è chiara al lettore: questo lupo non vuole rapire la gallina per mangiarsela, vuole rapirla perché i due sono innamorati e vogliono semplicemente trascorrere del tempo insieme, nonostante a volte vedano questo loro rapporto in termini diversi.
Lui è contento così, una vita spensierata fra i boschi e ogni tanto il rendez-vous con la fidanzata o con gli amici; lei ha uno spirito più tradizionale, dopotutto è cresciuta in una tipica fattoria, non disdegnerebbe la casetta con la staccionata bianca e il velo da sposa. È un po’ un fidanzamento da sit-com, con battibecchi e qualche volta anche scenate, ma la solidità di fondo non viene mai meno e ha una delle sue radici proprio nel fatto che l’amore tra Alberto e Marta scardina l’abitudine, osa quello che non si dovrebbe osare: i due sono uniti contro le convenzioni (impersonate dal cane pastore Mosè).
E a quanto pare, almeno nel mondo dei fumetti, non c’è collante migliore del sapere che con l’anima gemella si condivide uno spirito libero, a dispetto di un mondo non sempre aperto di vedute.
