Le ambientazioni affascinano, i personaggi fanno discutere. Le ingerenze storiche nelle trame di fantasia e gli eccessi di immaginazione nei contesti storici suscitano dibattiti. Sia ambientato nell’antichità o nel tardo Novecento, il romanzo storico gode della simpatia dei lettori occasionali e di quelli più appassionati.
Il romanzo storico delle origini
Ce lo hanno insegnato a scuola in tutti i modi: anche se esempi di finzione ambientati in contesti storici si erano visti a sprazzi nel Settecento, il romanzo storico propriamente detto nasce nell’Ottocento ad opera dell’inglese Walter Scott. Questo scrittore non solo ne scrive più d’uno (fra cui il celebre Ivanhoe) ma addirittura ne teorizza il valore educativo. Ritiene infatti che serva a mostrare la crescita dell’essere umano attraverso le vicende del luogo in cui vive.
Le opere di Scott, tradotte in varie lingue, conquistano l’interesse degli scrittori di altri paesi. Tra questi il più importante è Alexandre Dumas, padre del romanzo storico francese con I Tre Moschettieri, il Ciclo di Maria Antonietta e ovviamente Il Conte di Montecristo. Sempre in Francia, un altro grande autore come Stendhal avrebbe poi raffinato il genere, epurandolo dagli eccessi melodrammatici. In Italia, a fare la sua parte fu ovviamente Manzoni con I Promessi Sposi. Insomma il romanzo storico si afferma come quel genere di narrativa in cui le peripezie dei personaggi immaginari sono collocati in una cornice storica, della quale mostrare la società e alcuni eventi importanti.
Saghe, cicli, serie
Tra migliorie ed evoluzioni (che condussero a correnti letterarie come il verismo o il neorealismo), ma anche ritorni al passato e alle appassionanti vicende in stile fuilletton, arriviamo alla fine del Novecento e ai giorni nostri. Molti bestseller degli ultimi anni sono romanzi storici a tutti gli effetti. Ad esempio Il sentiero dei nidi di ragno di Calvino o Il nome della rosa di Eco per rimanere in Italia. Matteo Strukul ci ha portati nel Rinascimento con la sua Tetralogia dei Medici. Stefania Auci sta per uscire con il secondo volume della Saga dei Florio ambientata in Sicilia.
Un altro scrittore, stavolta britannico, che si è dedicato al romanzo storico appassionando milioni di lettori è Ken Follett, soprattutto con la Serie di Kingsbridge e la Trilogia del Secolo. Il successo crescente di questo genere conduce infatti gli autori a sviluppare le vicende in più libri. Non è solo una questione di vendite: la Storia offre spunti continui, la tentazione di coprire periodi sempre più ampi è irresistibile. Pensiamo per esempio alla Saga dei Cazalet di Elizabeth Jane Howard, cinque volumi fra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta.
Il confine tra storia e fantasia
La caratteristica strutturale del romanzo storico, cioè la commistione di storia e fantasia, è anche la sua difficoltà. Qualunque autore, nel momento in cui inizia a documentarsi su un determinato periodo, rimane affascinato dalla quantità di informazioni e di sorprese in cui si imbatte. Ma un romanzo è un’opera di narrativa, non di saggistica: serve equilibrio fra i due aspetti, specie oggigiorno. La cornice storica deve essere abbastanza presente da collocarvi gli eventi in modo credibile, ma non tanto da infastidire. Individuare la dose giusta è il primo passo per realizzare un romanzo storico di qualità.