“L’uomo senza qualità” è uno di quei titoli che si sentono nominare spesso, un grande classico del Novecento. Il libro che ha reso famoso il suo autore, l’austriaco Robert Musil.
Il romanzo più noto e ambizioso di Robert Musil
L’uomo senza qualità non è l’unico romanzo di Musil, la cui produzione letteraria è anzi abbastanza corposa. Ricca, oltretutto, di opere che anticipano e contestualizzano diversi fra i temi del romanzo più impegnativo: relazioni problematiche, adulteri, crisi sociale. Ma L’uomo senza qualità fu per Robert Musil IL romanzo, il lavoro di una vita, e non in senso metaforico ma letterale. Basti considerare che Musil, nato nel 1880, iniziò a concepirlo e a lavorarci già nel 1905. Dopodiché ne pubblicò la prima parte nel 1930, la seconda nel 1933 e non riuscì a completarlo prima di morire, nel 1942. L’opera è infatti incompiuta.
La trama del romanzo, a dispetto della mole, è abbastanza esile. Ulrich, un brillante studioso di matematica e fisica, nel 1913 a Vienna è nominato segretario di un comitato preposto a organizzare i festeggiamenti per i settant’anni di regno dell’imperatore Francesco Giuseppe, previsti per il 1918. Ulrich, che già è dotato di un carattere nichilista e privo di veri interessi e passioni, si trova immerso in un mare di inerzia, di inutilità, di falsa frenesia. Oltre che circondato da personaggi-macchietta che simboleggiano la società austroungarica del tempo: industriali, militari, latifondisti, aristocratici. Il suo io più profondo verrà risvegliato solo dal rapporto incestuoso con una sorella di qualche anno più giovane, mai conosciuta fino al momento in cui la incontra al capezzale del padre morente.
Cosa ci dice “L’uomo senza qualità”
Quella che Robert Musil descrive nel suo romanzo è una civiltà al tramonto, un’epoca in cui nulla ha davvero senso né ispirazione. L’uomo senza qualità è stato apparentato ad altre opere della letteratura europea come La coscienza di Zeno di Svevo, l’Ulisse di Joyce, la Recherche di Proust, La montagna incantata di Mann. Opere in cui hanno ampio spazio le considerazioni filosofiche degli autori e il rammarico per l’esperienza di una vita che non sembra mai davvero piena di significato.
Poiché possedere delle qualità presuppone una certa soddisfazione di constatarle reali, è lecito prevedere come a uno cui manchi il senso della realtà anche nei confronti di se stesso, possa un bel giorno capitare di scoprire in sé l’uomo senza qualità.
Robert Musil, “L’uomo senza qualità”
Forse, nella produzione narrativa ancor più vicina a noi, questo filone letterario trova un degno epigono in Stoner di John Williams. L’ennesima dimostrazione che anche la vita in apparenza più banale e spenta può dare origine a un’appagante esperienza di lettura.