Ci sono pagine di storia che nessuno deve dimenticare. Si ricorda per non ripetere gli errori commessi. Si ricorda per commemorare le persone che hanno sofferto e combattuto per la nostra libertà. E c’è una giornata importante che si celebra in Italia come nel resto del mondo in cui è giusto riverberare il genocidio degli ebrei voluto dalla Germania di Hitler. Il 27 gennaio, come da consuetudine, si “festeggia” la giornata della memoria. In questo stesso giorno di 77 anni fa, il secondo grande conflitto mondiale mostrava il suo volto più crudele e più meschino.
È in questo giorno che tutti hanno scoperto l’orrore dei campi di concentramento. L’orrore da tempo sussurrato è diventato di dominio pubblico, ma da quel giorno in poi niente è stato più lo stesso. La giornata della memoria è una ricorrenza piuttosto recente, è stata istituita negli anni 2000, voluta non solo per ricordare le vittime di un uomo pazzo e scellerato ma soprattutto per sensibilizzare la popolazione a non odiare i propri simili. La strada, però, è ancora lunga.
La giornata della memoria, perché è nata la ricorrenza
Essenzialmente, il ricordo dell’Olocausto è stato designato dalla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del primo novembre del 2005, durante la 42esima riunione plenaria. Fu preceduta da un sessione speciale del gennaio del 2005, in cui è stato celebrato il sessantesimo anniversario della liberazione dei campi di concentramento dai nazisti. Una data simbolica che ha reso tale la giornata della memoria in cui si vogliono ricordare tutte le vittime che sono state uccise nei lager.
La liberazione degli ebrei ha una data simbolica. È stato scelto di celebrare la fine dell’Olocausto il 27 gennaio perché in quella stessa data del 1945 le truppe sovietiche del Primo Fronte ucraino, arrivarono nella città polacca di Auschwitz scoprendo il campo di concentramento e liberando i superstiti. Insieme alle testimonianze dei sopravvissuti, il mondo ha così scoperto l’orrore nazista. In realtà, anche se la scoperta del campo di Auschwitz è avvenuta sei mesi dopo che i russi hanno conquistato i campi di Belzec e Treblika, è stato stabilità che il giorno ricadesse il 27 gennaio.
In Italia, quando ricordare è una legge dello Stato
Ancora prima che è stata istituita ufficialmente la giornata della memoria, il nostro paese – cosa strana – si è mosso in anticipo. Prima del 2005, infatti, a suo modo, ha sempre ricordato il rastrellamento degli ebrei. Il deputato Furio Colombo, ad esempio, l’aveva promossa per il 16 ottobre per celebrare l’attacco al ghetto di Roma. Poi il 5 maggio, in vista della liberazione di Mauthausen e per sottolineare la centralità delle politiche antifasciste. Poi, alla fine, anche l’Italia si è adeguata. Il ricordo però è ufficializzato dalla legge 20 del luglio del 2011, in cui negli articoli uno e due, lo Stato ha definito le finalità del giorno della memoria.
77 anni dopo, cosa resta della giornata della memoria?
Oggi come ieri è giusto ricordare una pagina drammatica della nostra storia contemporanea. Non per puro masochismo, sia chiaro. Ma solo per evidenziare quanto può essere labile il confine tra umanità e pura follia, e quanto può essere pericoloso lasciare un popolo nelle mani di un uomo con dei principi razzisti e poco inclusivi. Ricordare significa mantenere altro l’interesse su temi di interesse comune che non devono essere dimenticati, e impedire che scelleratezze di questo tipo non si ripetano mai più.
Oggi, in un mondo ancora molto razzista e poco inclusivo, c’è ancora reticenza nei riguardi della giornata della memoria. Alcuni mentono sul fatto che siamo morte –ingiustamente- un mucchio di persone altre ancora non ritengono opportuno ricordare quanto sia accaduto. Il dolore, però, non può generare odio e altro dolore. Dalla morte può nascere la vita, la consapevolezza di correggere gli errori fatti in passato, con la possibilità di poter lasciare ai posteri un vissuto più liberale, più giusto. Più umano.
Il cinema e la tv, come ricordano le vittime dei lager
Politica e Stato, come meglio possono, cercano di tenere alto il ricordo sensibilizzando con incontri, dibattiti nelle scuole e molto altro ancora. Come sempre, è il mondo dello spettacolo e della letteratura che sensibilizza la giornata della memoria. Documentari, libri e film: l’olocausto è parte integrante della narrazione di oggi. Da vedere è “Il Pianista”, in cui si racconta il rastrellamento del ghetto di Varsavia. Da leggere è “Nascosti dal mondo”, edito da Triskell Edizioni.