Con Pulp Fiction Quentin Tarantino ha modificato definitivamente il punto di vista del cinema. Se il film Le iene ci ha fatto intuire con chi avevamo a che fare, l’arrivo di Pulp Fiction nei cinema, nel 1994, ha travolto tutto come un’onda anomala e ha spazzato via tutte le convenzioni rispettate fino ad allora. Se prima di vederlo avessimo letto la sceneggiatura avremmo pensato al delirio di un pazzo. Personaggi stereotipati inseriti a forza in un racconto dall’impianto narrativo strutturato a flashback. Le situazioni vissute dai personaggi sono tratte dai peggiori cliché del B-movie, ma il punto di vista proposto e i risvolti del racconto sono del tutto inaspettati.
Ed è qui che si svela il genio di Tarantino: Pulp Fiction non si regge sulla trama ma sulla personale visione del mondo del regista. I cliché divengono iper realistici grazie ai dialoghi, la violenza esplicita risulta tollerabile grazie ai personaggi che sembrano usciti da un fumetto, e gli omaggi ad altri film aggiungono ulteriore spessore alla storia. Le citazioni sono ormai considerate un tratto classico di Tarantino, che omaggia i suoi idoli e i mostri sacri del cinema con citazioni più o meno esplicite in ogni pellicola.
La storia di Quentin Tarantino
Quentin Jerome Tarantino nasce a Knoxville il 27 marzo del 1963. Si trasferisce in California con la madre quando ha solo due anni, dove lei sposa il musicista Curt Zastoupio. Quest’uomo diventa per il piccolo Quentin una figura importante, perché il padre naturale non è mai stato parte della sua vita. Fu con lui che al cinema vide Bambi, l’unico film che ha sempre considerato davvero spaventoso. Da ragazzino si appassiona agli spaghetti-western, apprezzando in particolare quelli di Sergio Leone. Abbandona la scuola per lavorare al Pussycat, un cinema porno di Torrance, e poi in una videoteca. Nel 1981 inizia a studiare recitazione ma con il tempo la sua attenzione si sposta su sceneggiatura e regia. Dopo un inizio amatoriale deludente, negli anni Novanta le sue sceneggiature vengono apprezzate e arrivano sul grande schermo: Una vita al massimo, Natural born killer, Dal tramonto all’alba: film nel quale figura anche come attore a fianco di George Clooney.
Nel 1991 ha finalmente la possibilità di dirigere Le iene, un film tutto suo. Da allora il pubblico attende ogni suo nuovo lavoro con impazienza, pronto a studiarla per scovare nuove citazioni e tributi, figli dell’enorme cultura cinematografica di Quentin.