Ci sono autori sono abituati a spaziare in molti generi letterari, ma alla fine, anche se il giro è lungo, tornano sempre al primo amore. Luca Di Gialleonardo non fa eccezione. Negli ultimi anni ha scritto thriller, fantascienza, storici, fantasy, gialli, per Mondadori, ma non solo.

E alla fine il suo amore per la narrativa per ragazzi è stato più forte e con Gallucci Editore e il romanzo La mummia scomparsa torna a rivolgersi proprio ai ragazzi. Forse perché, come molti scrittori, si è appassionato alla lettura fin da ragazzino.
Ho iniziato ad amare i libri non appena ho imparato a leggere. Fin da piccolo adoravo prendere dei libri in biblioteca. Ho iniziato con Pinocchio, per poi approdare alle grandi avventure di Verne e scoprire il mitico Michael Ende. Più avanti sono arrivati Agatha Christie e Ken Follett. Ovviamente ho amato tanti altri autori, ma ritengo che questi siano stati quelli più determinanti per diventare anche uno scrittore.
Luca Di Gialleonardo
Cosa significa scrivere narrativa per ragazzi?

Una passione nata quindi con Pinocchio e il romanzo di Ende. In qualche modo il suo destino di scrittore era già definito, come Di Gialleonardo stesso ammette quando ci racconta che «ho iniziato leggendo libri per ragazzi e questa passione mi è rimasta ancora oggi. Ogni volta che mi capita di leggere un libro o di guardare un film dedicato ai più giovani non faccio che pensare: quanto vorrei raccontare una storia così!». E continua tirando in ballo una parola che per tutti i lettori (e gli scrittori) è fondamentale: emozione: «Ho iniziato a scrivere perché desideravo regalare ad altri le emozioni che i libri hanno donato a me e le emozioni più forti le ho vissute quando ero un ragazzo, non posso negarlo. Forse è per questo che amo scrivere narrativa per ragazzi».
La Mummia scomparsa: Cattolica e il Mystfest (e le vongole) per trovare l’idea giusta
Come tutti i romanzi, anche La mummia scomparsa ha una genesi tutta sua, magari anche divertente da raccontare, visto che il primo spunto è nato a tavola con gli amici, davanti a un bel piatto di spaghetti con le vongole, in quel di Cattolica. «Mi trovavo lì per seguire il MystFest, come faccio ogni anno, ed ero a pranzo con altri amici scrittori. Si parlava di idee e in quel periodo ero tornato a desiderare di scrivere ancora per i ragazzi, dopo l’uscita di due miei romanzi dedicati invece a un pubblico più maturo».

Forse ripensando alla bontà del piatto fa una piccola pausa prima di continuare a raccontarci altri dettagli, rimestando tra i ricordi: «E quel giorno pensai a Beba, una ragazzina prodigio che aveva difficoltà a trovare interesse nella didattica scolastica, per via del suo quoziente intellettivo superiore. Insomma, il suo problema maggiore era quello di trovarsi fuori posto, non solo a scuola, ma anche in famiglia, dove non trovava il supporto necessario. E da quella prima idea sono arrivate tutte le altre, insieme a Laura e Paolo, altri due protagonisti della serie che faranno scoprire a Beba l’importanza dell’amicizia e del fare squadra».
Il lavoro di qualità con l’editore Gallucci, specializzato in narrativa per ragazzi
Il rapporto con un editore non è sempre semplice, ma Luca Di Gialleonardo ha più volte raccontato la sua esperienza con Gallucci, sottolineando come ogni aspetto sia stato curato in modo maniacale fin nei minimi dettagli. «Gallucci è un editore specializzato nella narrativa per ragazzi e si vede. La loro esperienza mi è stata utilissima e ho apprezzato davvero l’impegno che hanno messo per avere un lavoro ben fatto e adatto al pubblico a cui era destinato. Mi hanno guidato con molta attenzione senza mai però impormi qualcosa e devo dire di essere molto soddisfatto». Poi, ovviamente non si può non parlare delle bellissime illustrazioni che completano il volume: «Le illustrazioni di Betti Greco, poi, sono stupende. Guardo questo libro e torno quel ragazzo di dieci anni che sfogliava i libri illustrati immerso nell’avventura».
Una carriera a passeggio tra vari generi letterari

Luca Di Gialleonardo si è cimentato in molti generi letterari. Sicuramente questo è conseguenza delle sue letture, ma chiaramente è qualcosa che lui stesso ha dentro. «Ho spaziato in diversi generi e in tutti ho trovato quell’emozione che mi serve per poter scrivere con piacere. Ritengo però che la narrativa per ragazzi sia quella in cui mi trovo di più a mio agio, perché di fatto non è un genere definito, ma a sua volta spazia tra tutti i generi, solo lo fa con un’atmosfera che mi regala più gioia, anche quando si raccontano momenti di alta tensione o con un impatto emotivo importante».
E rimanendo a parlare delle altre produzioni dell’autore, so è cercato qualche consiglio più specifico. Ogni autore ha il suo libro preferito, tra quelli che ha scritto, e Di Gialleonardo non fa eccezione: «Se dovessi indicare il lavoro che mi ha reso più fiero di me, quello che credo apprezzerei di più come lettore, consiglierei Direttiva Shäfer, un romanzo di fantascienza hard boiled edito da Delos Digital, pieno di azione e con due protagonisti assurdi che adoro.

Ma si tratta di un giudizio soggettivo, il romanzo che appunto io apprezzerei di più. Se dovessi essere più oggettivo, credo che il mio romanzo più valido sia Anco Marzio, l’ultimo sabino, scritto con Liudmila Gospodinoff e Franco Forte e quarto volume della serie I sette re di Roma edito da Mondadori. Una serie impegnativa, a cui abbiamo lavorato in quattordici autori, coordinandoci come si fa quando si realizzano le serie tv. Un’epopea in sette romanzi che racconta Roma dalle sue origini fino alla fine della monarchia e l’inizio della repubblica».
Progetti futuri: libri e giochi da tavolo
Non è sempre facile strappare informazioni agli autori sui progetti futuri, ma oggi la fortuna gira bene perché Di Gialleonardo non è troppo cucito e si lascia andare a qualche anticipazione: «Al momento continuerò a lavorare alla serie de I Fuoriposto. Sto lavorando al secondo volume che uscirà nel corso del 2023, ma ci sono già altre avventure in programma. Poi chissà, non si sa mai. Negli ultimi anni ho poi affiancato alla scrittura dei libri il game design di giochi da tavolo. Sono ancora agli inizi, non ho pubblicato nessuno dei tanti giochi nel mio cassetto, ma spero di poter avere un futuro anche in questo campo».

Curiosando nel suo passato da lettore, abbiamo parlato anche di quei libri magici, quelli che si amano così tanto da farti dire “cavolo, avrei voluto scriverlo io“. Luca di Gialleonardo non ne ha uno solo, di libro guida, ma addirittura due: La storia infinita di Michael Ende e I pilastri della terra di Ken Follett. «Non sono i libri che avrei voluto scrivere io» aggiunge con un sorriso di sfida. «Sono quelli che scriverò. O, almeno, questo è il mio sogno».
Un sogno che si spera veda presto realizzato. Ma tornando a parlare della sua ultima pubblicazione, si è provato a strappargli un po’ di vanità, chiedendogli i punti di forza del suo romanzo. «Penso che il punto di forza siano i personaggi. Tre ragazzi, ognuno con le proprie caratteristiche, ma in cui tutti possiamo riconoscerci. E poi non mancano il mistero, la tensione, l’avventura. Insomma, c’è tutto quello che serve per restare incollati al libro fino alla fine. Lo so, non sono imparziale, ma perché dovrei esserlo?».
Dal romanzo al film?
E chi scrive per ragazzi non può non avere dimestichezza con l’umorismo, perché in modo un po’ marzulliano Luca Di Gialleonardo decide di farsi una domanda da solo. E di darsi/e la risposta: «È in programma una trasposizione animata o per la televisione de I Fuoriposto? La risposta è no, quindi se un produttore legge questa intervista ed è interessato si faccia avanti! A parte le battute, grazie per l’intervista e buona lettura a tutti!».