Jj4 è il nome dell’orsa che il 5 aprile ha ucciso il runner trentino Andrea Papi mentre correva per i boschi limitrofi alla Val di Sole, come d’abitudine.
Nata da Joze e Jurka, gli orsi importato dalla Slovenia nell’ambito del progetto Life Ursus, e quarta nella sua cucciolata, l’orsa ha attaccato l’uomo anche in altre occasioni, più volte ne è stato richiesto l’abbattimento e più volte è stato respinto, spesso adducendo come pretesto quello di una cucciolata ancora molto piccola.
Adesso per Jj4 non ci sono scuse. Ma non ce ne sono neanche per l’uomo.
L’identificazione di Jj4 e l’ordinanza di abbattimento
Una volta identificata l’orsa Jj4, il governatore della regione Maurizio Fugatti aveva decretato l’ordinanza di abbattimento, ora sospesa dal tribunale dopo l’intervento della Lega Anti Vivisezione, la Lav Italia.
L’orsa che ha ucciso Andrea Papi aveva già fatto parlare di sé nel 2020, dopo un incontro finito male con due cacciatori che erano usciti dal sentiero. All’epoca Fugatti aveva già chiesto la sentenza di abbattimento, respinta anche in quell’occasione.
Il caso di Jj4 apre un discorso ben più importante
Con questo non si vuole passare sopra la morte di Andrea Papi. La tragedia avvenuta non può chiamarsi altrimenti, ma ha aperto le porte a un discorso più ampio che ha al centro la convivenza tra l’uomo e gli orsi.
Jj4 non è la prima orsa ad aver aggredito l’uomo, in precedenza altri due esemplari (per cui, retroattivamente, si è aperta la ricerca) hanno avuto lo stesso tipo di contatto. Il problema, qui, è un altro: perché questi contatti avvengono?
Credere che la natura sia priva di confini è la prima causa di questo tipo di incidenti. Credere che la natura di una animale selvatico, per quanto pacifica, possa autorizzare a vivere senza confini netti, nel 2023 è un errore.
Le domande nascono, molteplici e spontanee: la morte di Andrea Papi poteva essere evitata? I sentieri potevano essere meglio sorvegliati? L’orsa meglio monitorata?
La deresponsabilizzazione umana
Concentrare la responsabilità dell’accaduto sull’orsa Jj4 elimina del tutto l’uomo e quelle che sono le sue responsabilità per la salvaguardia di entrambe le specie. Gridare all’abbattimento a fatto compiuto è facile, ben diverso invece è concentrarsi su cosa l’uomo avrebbe potuto fare per evitare che i fatti si svolgessero in questo modo.
C’era un sentiero non rispettato? L’orsa ha sconfinato? Ha sconfinato Papi? Bisogna creare un piano più specifico per evitare che le due specie si incontrino?
Credere che un animale selvatico debba essere di natura pacifica solo perché sono avvenuti contatti positivi con l’uomo non autorizza a mescolare le aree di azione dell’uno o dell’altro. Visitare dei boschi abitati da orsi senza incontrarne nessuno non vuol dire che non possa esserci un’eccezione e, come visto, basta un incontro fatale per cambiare il corso di numerose vite.
Nessuno andrebbe a correre nella Savana, motivo per cui qualcuno avrebbe dovuto controllare meglio e regolamentare le condizioni di convivenza tra specie. L’uomo deve passare una mano sulla propria coscienza, l’abbattimento di Jj4 può essere considerata una ‘magra consolazione’ che non mette però solide condizioni per il futuro ma, soprattutto, non impedisce che scene del genere possano ripetersi.