Pseudonimo o nome d’arte? Dopo aver terminato il tuo libro e avergli dato un titolo adatto, autore, arriva il momento di stabilire come vuoi firmarlo. Ci sono alcuni casi, infatti, in cui il tuo nome e cognome in copertina rischiano di non essere la scelta più efficace ai fini commerciali. O magari, fin dall’inizio hai desiderato creare un’identità letteraria dietro cui nasconderti e devi capire come rendere vantaggiosa la tua decisione.
L’identità con cui ti presenti al pubblico è importante. Se non hai intenzione di contrassegnare un’opera con la tua firma personale, devi conoscere la differenza tra pseudonimo e nome d’arte. Entrambe le opzioni hanno vantaggi e svantaggi da esaminare con la dovuta attenzione, magari richiedendo la consulenza di un esperto nel campo del Book Marketing.
Pseudonimo o nome d’arte differenza
Si sente spesso usare i due termini come sinonimi… niente di più sbagliato! Queste parole sono diverse e, soprattutto, connotano esigenze artistiche differenti.
Firmarsi con uno pseudonimo è la risorsa di chi, non desiderando esporsi in prima persona, crea un’identità fittizia dietro cui nascondere la propria penna, un alias. Questo espediente ha salvato molti scrittori del passato risparmiando loro carcere o la persecuzione; ha permesso ad autrici donne di pubblicare i loro primi romanzi senza che il pubblico le discriminasse. Firmarsi con uno pseudonimo oggi garantisce la privacy dell’autore che non vuole dare la sua identità o quella della sua famiglia in pasto ai lettori, ma è anche quanto permette ad autori famosi di presentare al pubblico opere nuove per testarne una reazione più genuina. Esempi di pseudonimi sono: Elena Ferrante, Richard Bachman, Romain Gary.
Il nome d’arte, invece, non è concepito con l’idea di nascondersi, anzi. Chi usa un nome d’arte si espone in prima persona attraverso un tratto che può rimanere ben impresso nella mente dei lettori a fronte di un nome che, magari, è molto comune – un Mario Rossi come tanti. Il nome d’arte è più utilizzato nel mondo della musica e dello spettacolo, ma anche in ambito letterario abbiamo qualche caso: il fumettista Zerocalcare, Fabio Volo, J.K. Rowling.
Una differenza normativa
Qual è la differenza tra pseudonimo e nome d’arte, allora? La protezione dell’identità, su tutte. Certo, gli pseudonimi non sempre hanno lunga vita: Sophie Kinsella, per esempio, è uscita allo scoperto con la sua identità a cinque anni da I love shopping e lo stesso Bachman si è poi rivelato essere lo pseudonimo di Stephen King. La vera differenza rientra a livello normativo e in Italia è tutelata dalla SIAE. Mentre bisogna chiedere che il proprio pseudonimo venga riconosciuto e accettare l’impossibilità di cambiarlo almeno per i primi quattro anni, il nome d’arte va soltanto comunicato previa dimostrazione che, all’effettivo, quel nome viene utilizzato dall’artista che lo dichiara.
Vantaggi e svantaggi
Indubbiamente chi sceglie di pubblicare tramite pseudonimo cerca l’enorme vantaggio della segretezza, l’ideale per chi decide di mantenere un tenore di vita più tranquillo o di separare di netto la propria identità lavorativa da quella artistica. Nel caso di pseudonimi famosissimi, uno per tutti quello della Ferrante, scrivere tramite pseudonimo assicura la privacy della persona e della famiglia.
Per quanto riguarda la comunicazione, ci si trova davanti a un bivio: il mistero dell’identità fittizia può essere un elemento su cui giocare dal punto di vista della popolarità o, al contrario, la scelta di pubblicare senza mostrarsi potrebbe rivelarsi il più grande ostacolo alla promozione dell’opera in termini di contatto con i lettori. Nel caso del nome d’arte, la difficoltà più grande risiede proprio nella scelta: pondera bene come chiamarti, il tuo nome deve essere unico, memorabile e, al contempo, deve dire qualcosa in più su di te. Il rischio è quello di risultare inefficace, invisibile.
Dunque, pseudonimo o nome d’arte? Quale credi che sia la soluzione più adatta alle tue necessità? Se questa è una scelta che stai considerando e sei in difficoltà, il consiglio è sempre quello di partire dalla domanda: qual è la via migliore per arrivare ai miei lettori?