Remo Rapino si è trovato tra i cinque finalisti insieme a Patrizia Cavalli, Sandro Frizziero, Francesco Guccini e Ade Zeno. Il suo romanzo, edito da Minimum fax, racconta la storia di un bizzarro personaggio, emblema della fragilità umana. Una storia che ha convinto la giuria del Premio Campiello 2020.
Il Premio Campiello 2020 ha decretato come vincitore della 58 esima edizione lo scrittore Remo Rapino
La cinquina dei finalisti del Premio Campiello 2020
Remo Rapino ha vinto il Premio Campiello 2020 – uno dei più prestigiosi in Italia – con un romanzo dal titolo Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio. Gli altri quattro finalisti, che insieme a Rapino hanno costituito la cinquina dei selezionati, sono stati: Patrizia Cavalli con il romanzo Con passi giapponesi (Einaudi), Sandro Frizziero con Sommersione (Fazi editore), Francesco Guccini con Tralummescuro. Ballata per un paese al tramonto (Giunti) e Ade Zeno, autrice di L’incanto del pesce luna (Bollati Boringhieri).
Il romanzo vincitore di Remo Rapino
Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio, romanzo pubblicato nell’ottobre 2019 da Minimum fax, è la storia di colui che viene definito una cocciamatte. Bonfiglio Liborio è una sorta di scemo del villaggio, un matto che viene schernito da tutti, e che si aggira in maniera instabile tra le vie di un paese immaginario. Attraverso i suoi racconti e la sua voce sgarbugliata, dipinge un secolo, il Novecento, in maniera travolgente.
Il cocciamatte ci fa immergere nella sua personale galleria della memoria, dove spiccano personaggi indimenticabili. Ci sono: il maestro Romeo Cianfarra, donn’Assunta la maitressa, l’amore di gioventù Teresa Giordani, gli amici operai della Ducati, il dottore Alvise Mattolini, Teté e la Sordicchia e altri ancora.
Il racconto di un secolo in chiave umoristica ma non solo
Sullo sfondo, la guerra, la Resistenza, la fabbrica, il sindacato, le case chiuse, il manicomio, la solitudine e la vecchiaia.
Dal 1926, anno della sua nascita, al 2010, anno in cui si appresta a uscire di scena, Liborio celebrerà, in una narrazione umoristica e malinconica di tracolli e riscatti, le vicende cruciali del suo tempo.
Il vincitore del Premio Campiello 2020 è una storia che commuove
Nel sito della casa editrice che ha pubblicato il romanzo, la romana Minimum fax, troviamo scritto «Attraverso il miracolo di una lingua imprevedibile, storta e circolare, a metà tra tradizione e funambolismo, Remo Rapino ha scritto un romanzo che diverte e commuove, e pulsa in ogni rigo di una fragile ma ostinata umanità, quella che soltanto un matto come Liborio, vissuto ai margini, tra tanti sogni andati al macero e parole perdute, poteva conservare».

Un successo di pubblico e critica per il Premio Campiello 2020
Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio in pochissimi mesi ha riscosso un forte consenso tra il pubblico dei lettori, a cui si sono uniti l’approvazione e il plauso della critica. Remo Rapino ha dichiarato, durante la premiazione, avvenuta sul palco di Piazza San Marco a Venezia: «È stata un’esperienza bellissima, inaspettata. Sono felice di essere felice». Lo scrittore abruzzese ha dedicato questa vittoria a suo padre, collegato alla figura di Liborio. Un riconoscimento, quello del Premio Campiello, il cui prestigio si rinnova ogni anno.
Il romanzo è inoltre stato selezionato in altri importanti premi letterari: Vincitore Premio Campiello 2020. Finalista al Premio Napoli, al Premio Sila ’49, al Premio Subiaco Città del Libro, al Premio Letterario Città di Rieti Centro d’Italia. Candidato al Premio Strega. Vincitore del Premio Cielo d’Alcamo per il miglior excipit.