Le poesie di Pier Paolo Pasolini sono solo una parte della sua poliedrica creatività: Pasolini era regista, romanziere, poeta, critico, sceneggiatore, drammaturgo, giornalista, saggista, linguista, fotografo e traduttore. Soprattutto era un intellettuale, di quelli “scomodi”, che non ha mai rinunciato ad avere un ruolo nella società.
L’impegno civile racchiuso nelle poesie di Pier Paolo Pasolini, il valore sociale e l’importanza dell’analisi critica
Poesia su ordinazione è ordigno. Il costruttore di ordigni può produrne molti (nient’altro procurandosi che stanchezza per il lavoro manuale). L’oggetto può essere, talvolta, ironico: l’ordigno lo è sempre.
Sono passati i tempi in cui, vorace economizzatore, spendevo tutto, investendo i miei soldi (molti, perché erano il mio seme: e io ero sempre in erezione) nell’acquisto di aree di bassissimo valore che sarebbero state valorizzate da lì a due tre secoli. Ero tolemaico (essendo un ragazzo) e contavo l’eternità per l’appunto, in secoli.
Consideravo la terra il centro del mondo; la poesia il centro della terra. Tutto era bello e logico.
Del resto, che ragioni avevo di non credere che tutti gli uomini non fossero come me?
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La poesia come impegno civile, come espressione dell’armonia tra l’autore e il mondo attorno che si sgretola, vacilla, perdendo il suo ruolo originario, finendo per essere paragonata a un ordigno ironico.
La poesia come atto d’amore per la realtà
Pasolini è stato uno degli intellettuali più discussi del Novecento. Per lui la poesia non era “consumabile”, e pertanto non poteva paragonarsi a una merce. Scrisse il suo primo componimento all’età di sette anni, per non smettere più. Diceva: “la poesia emoziona, è rapporto emotivo con la realtà, un grande atto d’amore per la realtà”.
E la realtà che lui narrava era complessa. Attraverso la poesia, Pier Paolo Pasolini ricercava un senso, alla poesia affidava un ruolo cardine, ovvero intercettare ed esprimere la parte sacra delle varie fasi dell’esistenza. All’opera poetica attribuiva anche un’importante funzione sociale, ossia l’intervento atto a testimoniare le vicende antropologiche, politiche, storiche e culturali dell’Italia.
Le poesie di Pier Paolo Pasolini: il racconto dell’altra faccia del Boom economico
Pier Paolo Pasolini si faceva portavoce di ciò che viveva, denunciava vizi e incongruenze della borghesia, raccontando la miseria sociale delle periferie romane. Le borgate rappresentavano l’altra parte del benessere e della rinascita della Roma dei primi anni Cinquanta.
Era la parte dimenticata del boom economico, degli slogan e dell’epopea consumistica. Pasolini osservava con attenzione la vita di quei disadattati, rozzi e sventurati. Attingeva a modi di dire, gerghi, intercalari, che avrebbe utilizzato in seguito per scrivere i dialoghi dei suoi primi lavori: Ragazzi di vita e Accattone. In quei ragazzi ritrovava la stessa emarginazione che aveva provato sulla sua pelle, non di carattere economico o sociale ma ideologica.
L’impegno civile di un intellettuale non allineato
La poesia, per lui, si tramutava in azione quando si affrancava dall’astrattismo, divenendo comprensibile e traducendo la vita vissuta.
Di poesia imperniata sull’impegno civile e di intellettuali non allineati c’è tanto bisogno anche oggi. Lo studio e l’analisi delle opere che Pier Paolo Pasolini ci ha lasciato sono esempio di come una visione critica possa contribuire a creare una propria idea e un proprio pensiero.