Pier Paolo Pasolini è stato uno dei maggiori intellettuali italiani, attivo soprattutto nel secondo dopoguerra. La sua influenza culturale è stata fortissima, in special modo grazie alle critiche feroci ricevute sui suoi scritti.
Pier Paolo Pasolini: acuto, critico, osservatore della realtà che lo circonda
Pasolini, fin dai primi scritti, si è sempre dimostrato come un osservatore acutissimo della realtà che lo circondava. Già a partire dalla tesi di laurea, infatti, la sensibilità del giovane Pasolini è subito messa in mostra in un commento alle poesie di Giovanni Pascoli.
Qualche anno prima di laurearsi, ancora studente, aveva autopubblicato un piccolo libretto di poesia intitolato Poesie a Casarsa, in lingua friulana, da lui stesso poi tradotte e fatte confluire in La meglio gioventù. Questa piccola raccolta gli valse recensioni positive da parte dal noto critico e storico della letteratura Gianfranco Contini.
Gli anni a Roma, i successi, le critiche
All’inizio degli anni Cinquanta, Pasolini si trasferisce a Roma, dove fra amicizie e conoscenze riesce a pubblicare qualche articolo per dei quotidiani locali e a inserirsi nel circuito delle comparse di Cinecittà.
Qui conosce personaggi illustri, come Carlo Emilio Gadda e Attilio Bertolucci.
Fra il 1955 e il 1960 arriva il primo grande successo con il romanzo Ragazzi di vita, che affronterà una travagliata storia di scandalo fino a giungere in tribunale, dove – su spinta dei tanti intellettuali vicini a Pasolini – fu assolto dalle accuse di oscenità e immoralità.
La fortuna di Pasolini non si esaurisce qui, ma anzi continua anche in veste di critico e di studioso dei processi culturali e sociali del Bel Paese.
Famosissime sono le sue invettive al vetriolo contro la Televisione e l’acuta lungimiranza con cui intercetta il cambiamento della lingua, passando da un italiano letterario a un italiano “aziendale”. Pensieri e parole, si potrebbe dire, quasi profetici.
Per non parlare, poi, del cinema, l’altro grande amore di Pasolini. Regista di successo, i suoi film hanno più e più volte sconquassato la retorica benpensante dell’italiano medio-borghese degli anni Sessanta e Settanta: basti pensare a Teorema (1968) o a Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975), entrambi sottoposti a iter giudiziari per oscenità e immoralità.
Pier Paolo Pasolini e il mistero della sua morte: un giallo ancora da risolvere?
La vita di Pasolini si spegne nella notte del 2 novembre 1975, assassinato in modo feroce, prima percosso e poi investito dalla sua auto sulla spiaggia dell’idroscalo di Ostia. La vicenda giudiziaria è ormai fatto noto, ma molti sono gli intellettuali e i “fan” di Pasolini che hanno avvertito la necessità di dare una giustificazione diversa all’omicidio del letterato. Di fatti, molte sono le teorie del complotto che vedrebbero dietro l’omicidio di Pasolini mandanti e mandatari di ben diverso rango, rispetto all’incolpato Giovanni Pelosi.
Sulla morte di Pasolini resta per ora, con valore tombale, la ricostruzione avvenuta negli anni del processo. Forse, in futuro, nuovi fatti e nuove conoscenze sconfesseranno o confermeranno tante delle teorie del complotto che vivono sulla morte di Pasolini.